Amministrative di Ravenna. Maiolini (M5S): andremo al confronto con de Pascale ma su rifiuti, consumo di suolo e trivelle si deve cambiare

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Nel marasma interno che sta vivendo il Movimento Cinque Stelle in questa fase, c’è un uomo che non perde la calma: è Marco Maiolini, consigliere comunale del Gruppo misto che non può fregiarsi di alcun titolo per parlare a nome dei suoi, perché nel 2016 si presentò sotto le insegne di CambieRà, dopo le note vicende delle due liste grilline, entrambe bocciate dai vertici nazionali. Ma Maiolini è uomo ascoltato oltre che mite e ragionevole. Lui non si scompone perché le convulsioni le ha vissute già nel 2016 e a quelle ha cercato di sopravvivere in tutti questi anni, senza farsi scoraggiare e senza deflettere dal suo impegno. Nelle ultime regionali è stato lui a tenere le fila di una truppa malconcia. Adesso si avvicinano le elezioni amministrative e ancora molte sono le incognite sul cammino pentastellato. Quante forze è in grado di mettere in campo il movimento lacerato a tutti i livelli? Ci sarà il riconoscimento nazionale? Riuscirà a fare un accordo di alto profilo, come a Faenza, con il centrosinistra? Ecco le risposte di Marco Maiolini.

L’INTERVISTA

Maiolini, che cosa pensa della vicenda della crisi del Governo Conte II e della sua conclusione con la formazione del Governo Draghi?

“A mio parere il Governo Conte II stava lavorando bene, in particolare nella gestione della crisi sanitaria. Per via del Covid il governo non ha nemmeno potuto dispiegare poi tutte le sue politiche riformatrici, non ne ha avuto tempo e possibilità. Ma le idee e le potenzialità c’erano. E rispetto al Conte I stava lavorando meglio, la spinta che veniva da sinistra nel governo giallo-rosso aveva aiutato a fare scelte più giuste rispetto a quelle del governo giallo-verde.”

Non è un mistero che lei abbia sofferto l’alleanza con la Lega.

“No, non è un mistero. Perciò dico che mi sono riconosciuto di più nell’azione del Conte II. Ero molto fiducioso. Conte mi è sembrata persona preparata, intelligente, empatica, che ascoltava. Ha lavorato bene. Certo che a qualcuno Conte e il governo giallo-rosso davano fastidio e in primis a Renzi, che li ha fatti cadere. Detto questo, penso che non si potesse non entrare nel Governo Draghi, il Governo del Presidente.”

Perché?

“Intanto se non entravano i Cinque Stelle il governo sarebbe stato sbilanciato sul piano politico e ci sarebbero stati probabilmente più ministri tecnici. E a me le tecnocrazie non piacciono particolarmente, perché non sono un grande esempio di democrazia. In secondo luogo ci sono da gestire i soldi del Recovery Fund che è riuscito ad ottenere Conte e non potevamo lasciare tutto nelle mani degli altri. Non mi sembrava corretto. Adesso quei soldi vanno investiti e vogliamo decidere anche noi dove spenderli e vigilare su come verranno spesi. Insomma, dopo tutta la fatica per portarci a casa quei soldi, non si poteva abbandonare il campo. Meglio essere dentro.”

Dopo il Sì a Draghi il movimento è andato in confusione. C’è stata una spaccatura, ora c’è una scissione. Che succede? E Conte potrà essere la nuova guida dei Cinque Stelle?

“Ognuno ha diritto di poter aspirare alla guida del movimento e se ha il consenso può diventarne la guida. Tenuto conto che i leader non salvano né un movimento né una nazione, io ne sono convinto. Cioè il destino politico dei Cinque Stelle o quello dell’Italia non dipendono mai da una persona sola che fa la cosa giusta. Però ci può essere un leader che riesce a tenere unite tante altre persone, facendo insieme la cosa giusta. Conte è uno di questi. È un bravo politico, competente, anche se non viene dalla politica. Io lo vedo bene come leader di un nuovo movimento. Perché la nostra difficoltà è stata passare da forza di opposizione dura a forza di governo in un paese in cui nessun partito riesce a governare da solo, ha bisogno di accordi e alleanza. Abbiamo provato a farcela da soli ma non ci siamo riusciti.”

In qualche città sì, ma non a livello nazionale. Perciò avete dovuto scendere a compromessi dopo le elezioni del marzo 2018.

“Certamente. Allora prendemmo il 32-33 per cento. E per governare abbiamo dovuto cambiare modo di fare, il paradigma. Abbiamo fatto accordi. Prima con la Lega, poi con Pd e LeU. Adesso c’è Draghi. Abbiamo dimostrato che siamo pragmatici e in grado di lavorare con tutti.”

Lei diceva però che c’è stata una differenza sostanziale fra il Conte I con la Lega e il Conte II con Pd e LeU. E che la collocazione naturale dei Cinque Stelle è più in un orizzonte di sinistra che di destra. 

“Sì. Perché siamo un movimento nato e cresciuto su temi come l’ambiente, i beni comuni, il sociale, sono temi più vicini a quelli della sinistra democratica, si potrebbe dire della vecchia socialdemocrazia. Io e altri militanti a cinque stelle abbiamo sofferto quando eravamo al governo con Salvini che faceva quelle politiche sull’immigrazione e sui respingimenti in mare. Magari non tutti erano come me e quelli che erano favorevoli a quelle politiche se ne sono già andati dal movimento. Ma la maggior parte degli attivisti, almeno quelli che conosco io, la pensa come me. E come me hanno sofferto.”

L’idea di dare vita a un’alleanza strutturata fra voi, il Pd e LeU è una buona idea?

“Difficile dirlo. Però se dovessi pronunciarmi in base all’esperienza di governo con il Conte II, in questo momento il Pd senza Renzi e LeU sono le forze politiche più vicine a noi e quindi essere al loro fianco è la collocazione più giusta adesso. Non è tempo per andare da soli come Cinque Stelle, non ce la faremmo. Ma nei partiti le cose possono cambiare in fretta. Per esempio se nel Pd prevale di nuovo una linea alla Renzi, ecco che cambia tutto e diventa tutto più difficile.”

Veniamo a Ravenna. Le elezioni si allontanano un po’, c’è chi dice giugno, ma più probabilmente sarà settembre. Voi che farete? Da soli o con il centrosinistra?

“Non abbiamo deciso. Da attivista posso dire che ho letto la proposta di Michele de Pascale che vuole aprire un dialogo con noi. Se ci convocherà per un confronto ci andremo, io perlomeno penso sia giusto andare a questo appuntamento e ascoltare cosa dirà il Sindaco. Verificheremo quindi se c’è un progetto comune da condividere. A Faenza questo percorso ha portato a un accordo. A Ravenna vediamo. Ma ripeto, io credo che si debba ragionare su un progetto e su cose che si possono fare insieme a Ravenna e per Ravenna.”

Insomma sull’onda della buona esperienza nazionale potrebbe esserci anche una convergenza a livello locale. È così?

“Esattamente. Ma non un accordo in bianco. Lo si fa su un progetto, sulle cose da fare.”

Quali?

“L’ambiente, l’ecologia, l’acqua pubblica. Su questo per esempio a Ravenna si sta facendo già una politica positiva per mantenerla. Così come condividiamo la scelta di non vendere le quote nelle partecipate pubbliche.”

Cos’è invece che vi divide ancora da de Pascale, gli ostacoli da rimuovere per una vostra partecipazione a un progetto comune?

“Occorre una gestione diversa del ciclo dei rifiuti, la raccolta differenziata e il riciclo. Oggi siamo agli ultimi posti in regione. Dobbiamo cambiare e passare non tanto alla semplice differenziata ma arrivare  il riuso dei rifiuti, all’economia circolare. Poi c’è il problema del consumo del suolo, che è eccessivo, troppe autorizzazioni per centri commerciali: questo non va bene.”

Last but not least, la vostra posizione sullo stop alla ricerca nel campo dell’oil & gas, qui siete irremovibili.

“Sì. Siamo irremovibili perché bisogna lavorare da subito per un altro modello energetico. Non attardarsi su trivelle e piattaforme.”

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Commenti

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  1. Scritto da Adriano

    Ma ci sono ancora dei politici che dicono cose sensate? Complimenti Maiolini, sono molto colpito dalla sua intelligenza, e dalla sua pacatezza. Oggi questo non è scontato.

  2. Scritto da Gibo

    Bravissimo Maio,le cose si possono cambiare anche con l’educazione.

  3. Scritto da La Frenci

    Hai ragione, dopo il tradimento di Salvini, che ha capito che siamo una vera forza che vuole cambiare il modo di vedere le cose, e di risolvere i problemi, non credo che ci siano altre possibilità. Dobbiamo cercare di orientare le politiche nella giusta direzione. Sig. Maiolini, Ravenna ha bisogno di persone come lei. Grazie

  4. Scritto da Andrea

    E basta con il partito dell utopia e dell assistenzialismo .

  5. Scritto da Fabio

    Se ci fossero stati più 5 stelle ragionevoli ed educati come lei, non sareste al 5%. La politica non si può fare parlando per slogan, oppure, se lo fai, devi essere appoggiato da poteri forti, come Salvini, la Meloni o Renzi. Loro possono dire quello che vogliono, tanto vengpompati ugualmente. Buon lavoro Maiolini, con il Sindaco o no, ho apprezzato le sue parole, e anche il lavoro, l’impegno e la serietà di questi anni. Buon lavoro

  6. Scritto da sante

    Bravo Maio, rifiuti ed energia rinnovabili. Non possiamo più aspettare

  7. Scritto da Roby

    Finalmente un voto che non ho sprecato. Nel 2016 ti votai, e sono orgoglioso di questo modo di fare politica. Buon lavoro

  8. Scritto da il magnifico

    La Lega pensa ai sui interessi, ma non combina nulla. Mi sembra corretto lavorare per un’economia circolare. Per contare qualcosa dovete entrare in giunta, altrimenti non si combina nulla. Ravenna, non è un disatro come dicono gli altri dell’ opposizione, però ci vuole qualcuno che aiuti il Sindaco a fare la cosa gliusta, magari con un po’ di coraggio. Sono d’accordo Maiolini.

  9. Scritto da ALTER EGO

    Conconcordo, Conte è stato il miglior Presidente degli ultimi anni, ed è uscito fuori grazie al Movimento. Il progetto di unione con le persone serie deve andare avanti.

  10. Scritto da Petar

    Va benissimo tutto, ma nessuna garza politica parla mai di sicurezza stradale!!!! Abbiamo in corso una vera e propria guerra che miete continuamente vittime e i cui responsabili sono gli utenti ma anche i gestori delle strade! Basta leggere le cronache quotidiane!!!

  11. Scritto da Geo

    Molti dicono che le persone educate non possono far politica. Io dico che non la dovrebbero fare tutti gli altri.
    Orgogliosa di questo modo di porsi.