Pagare il ticket in farmacia? L’Ausl risponde a LpRa: “Avviato il confronto sul tema”

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Il 18 marzo scorso Alvaro Ancisi (capogruppo di Lista per Ravenna) ha rivolto al sindaco l’interrogazione “Pagare il ticket in farmacia”, affermando che “sarebbe molto utile e apprezzato dai cittadini poterlo fare per semplificarne l’accesso alle prestazioni specialistiche ambulatoriali dell’AUSL Romagna, oggi peraltro più difficile ed ostico a seguito dell’emergenza coronavirus. Attualmente, il ticket si può pagare presso un servizio bancario, oppure presso le casse dell’ospedale o del CMP con pagamento in contanti o attraverso i riscuotitori automatici o presso i consultori familiari di viale Berlinguer e di via Pola solo coi riscuotitori automatici. Il pagamento in farmacia avvantaggerebbe dunque tutti i cittadini, ma soprattutto le persone anziane o non tecnologiche o con problemi di mobilità, e comunque coloro che risiedono nelle 64 frazioni fuori Ravenna, non servite da alcuna cassa in presenza”.

“L’introduzione di questa facoltà – spiega Ancisi – è prevista nel Protocollo d’intesa tra la Regione Emilia-Romagna e le associazioni regionali dei farmacisti sottoscritto il 19 marzo 2019, nonché auspicata nella convenzione del 21 gennaio 2020 tra l’AUSL Romagna e le rappresentanze delle farmacie territoriali convenzionate, tra le quali l’Associazione delle 109 farmacie della provincia di Ravenna (39 nel comune capoluogo). In tutte le AUSL confinanti con l’AUSL Romagna, cioè di Bologna, Ferrara e Imola (quest’ultima, parte del territorio romagnolo), come pure di Modena, il pagamento del ticket in farmacia è già da tempo una bella realtà. Nel merito, mi ha risposto come segue Tiziano Carradori, direttore generale dell’AUSL Romagna:

  • “A livello locale, dopo la prima ondata di Covid –19, periodo in cui tutti gli operatori sanitari sono stati impegnati a fronteggiare le priorità legate all’improvvisa emergenza sanitaria […] è stato avviato con le Associazioni di Categoria delle Farmacie il confronto sul tema del pagamento del ticket in Farmacia tramite PagoPa che, dal 1° marzo 2021, costituisce il sistema obbligatorio per i pagamenti alla Pubblica Amministrazione. […] In occasione degli incontri […] sono state fornite tutte le informazioni di natura tecnica richieste.
  • Pur restando a disposizione per eventuali approfondimenti tecnici che si rendessero necessari, si fa presente che l’Azienda svolge comunque un ruolo terzo rispetto alla fase di attivazione del servizio di incasso ticket in farmacia; le Farmacie dovranno preventivamente dotarsi di una piattaforma gestita da un prestatore di servizi di pagamento presente sul mercato (PSP, quali banche, Posta, ecc.) ed accedere così al sistema di pagamento PagoPA. Le spese di incasso tramite il circuito PagoPA sono a carico del cittadino e sono variabili da PSP  a PSP. Tali spese di incasso sono ripartite tra il PSP e l’esercente (in questo caso la farmacia).
  • Allo stato attuale sono in corso raffronti tra l’Azienda USL e le Associazioni di Categoria delle Farmacie per la contestualizzazione dell’attività in oggetto nell’ambito della sperimentazione del progetto ‘Farmacia dei servizi’ (https://www.ordinefarmacistiroma.it/emilia-romagna-parte-il-protocollo-sulla-farmacia-dei-servizi/)“.

Lista per Ravenna ritiene che “pagare i ticket in farmacia sarebbe comunque vantaggioso per chi non possa ricorrere presso le casse automatiche dell’AUSL, dov’è gratuito. Ne auspica dunque l’introduzione sollecita anche a Ravenna. Vista però ormai l’obbligatorietà di pagare la pubblica amministrazione col circuito PagoPA, continuiamo a combattere insieme a chi, a livello nazionale (per esempio l’Associazione dei Consumatori), si impegna contro il pagamento di una commissione, anche se più lieve di un bollettino postale (ma non sempre), imposto da un sistema pubblico qual è PagoPA. Condividiamo infatti ogni giudizio riprovevole sulla situazione paradossale di uno Stato democratico che, avvantaggiandosi di un sistema che velocizza la gestione dei pagamenti, riducendo dunque i costi per gli enti pubblici, pone a carico dei cittadini delle spese aggiuntive, quasi una penale, per saldare multe, tasse, bolli auto, ticket sanitari, ecc., non certo per acquisti voluttuari “.

 

 

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