Il festival “Scritture di frontiera” di Ravenna nel mirino della Lega: “sembra più una scuola di formazione della sinistra che una rassegna letteraria”

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“Il festival ‘Scritture di frontiera’ sembra essere più una scuola di formazione della sinistra che una rassegna letteraria. Eppure è finanziato dal Comune di Ravenna, cioè dall’assessorato all’Immigrazione, dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Ravenna e dall’Istituzione Biblioteca Classense. Danari pubblici spesi per propagandare tesi ideologiche della sinistra, senza nessuno spazio per un minimo pluralismo. Questa è una rassegna fortemente connotata ideologicamente (basti pensare che il nome di punta dell’edizione 2020 era Dacia Maraini…)”. Così Lorenzo Zandoli, responsabile provinciale dei giovani della Lega, boccia il programma del festival  diretto da Matteo Cavezzali.

“Ma in questa edizione, che cade proprio in campagna elettorale (a dire la verità, i tre incontri in programma terminano domani 25 maggio e la campagna elettorale ufficialmente non è aperta, le elezioni non sono state ancora indette né si sa esattamente quando si voterà a Ravenna, ndr), di tre incontri due, guardacaso, sono di forte matrice politica. Espressamente politica. Un incontro vede ospite Francesco Costa, che ha scritto un’agiografia di Biden e Kamala Harris, come fossero due santi in vita. D’altra parte è il direttore de Il post, un sito intorno a cui ruotano Scalfarotto e Pippo Civati. Un altro incontro è quello di Francesco Filippi, autore di un libro dal titolo “Prima gli italiani! (sì, ma quali?)” Laterza. Lo stesso autore che ha scritto “Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo”. Il terzo, Alessandro Vanoli, che non parla espressamente di politica, è però ospite delle Feste dell’Unità e non svolge certo il ruolo di rendere vagamente pluralista l’iniziativa” continua il giovane esponente leghista.

“Che del danaro pubblico venga speso senza che sia garantita la benché minima parvenza di pluralismo è semplicemente una vergogna. Questa è la Ravenna che porta avanti questa amministrazione. Una Ravenna incapace di pluralismo, chiusa su visioni ideologiche vecchie e fallite, con la politica che si insinua in ogni angolo. È ora di cambiare”. Questa la conclusione, vagamente elettorale, – questa sì – della nota di Lorenzo Zandoli (Lega Ravenna).

L’accusa rivolta al Comune e agli organizzatori è quella solita che la destra rivolge sempre alla sinistra: chiamate solo gli autori che la pensano come voi. Ma non viene affrontato e neppure sfiorato da Lorenzo Zandoli un principio di base che dovrebbe essere dirimente in questi casi: la libertà di scelta di chi organizza un festival culturale deve essere garantita e tutelata, oppure occorre mettere il coperchio della politica anche su queste cose? E gli autori da chiamare a un incontro culturale si scelgono in base alla libera scelta degli organizzatori, o seguendo un manuale Cencelli con le varie affiliazioni politiche? A partire dal tema posto dalla Lega e da questi interrogativi, potrebbe aprirsi un interessante dibattito.

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Commenti

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  1. Scritto da Lucio

    “[…]
    Io direi che il culatello è di destra
    La mortadella è di sinistra
    Se la cioccolata svizzera è di destra
    La Nutella è ancora di sinistra
    Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra […]”

    (Giorgio Gaber, ‘Destra-Sinistra’)

  2. Scritto da Giovanna Montanari

    Aspettiamo con ansia una rassegna altamente culturale da parte della lega! Temo che aspetteremo un bel po’

  3. Scritto da Alex

    Non ricordo se i 49 milioni da restituire sono di destra o di sinistra?