Attiviste di Faenza Coraggiosa rispondono a sindaco Pederzoli che su calo natalità ha affermato: “Le donne a casa a fare figli”

Più informazioni su

Un gruppo di attiviste di Faenza Coraggiosa, di varie età e anche con figli, si è sentito gelare il sangue nelle vene alle parole espresse dal sindaco di Brisighella, Massimiliano Pederzoli che, nell’ambito di una video intervista sul problema del calo delle iscrizioni scolastiche nel suo Comune e dunque di riduzioni di classi e personale, si è lasciato andare a dichiarazioni dal sapore fortemente conservatore e anacronistico.

“Ci saranno molti problemi a fare le prime elementari anche perché il provveditorato non può fare classi per  dieci bambini […] però se i bambini non ci sono […] qui c’è bisogno di partire dalle fondamenta, un sostegno alle famiglie per fare in modo che le mamme possano stare a casa a badare i bambini e non si mangino tutto lo stipendio con delle badanti e con delle cose del genere”.

Questo il tono delle affermazioni espresse dal sindaco di Brisighella, riportate dalle “Coraggiose” faentine. La riduzione delle classi sarebbe colpa del calo di natalità, che va risolto lasciando le madri a casa a badare ai figli.

“Dopo tante battaglie – affermano prontamente le attiviste di Faenza Coraggiosa -, speravamo che fosse chiaro, ormai, che la cura della prole non deve e non può essere un dovere e un obbligo solo della donna. È un concetto offensivo per le donne, perché si dà per scontato che siano (per biologia? per DNA?) preposte ad un ruolo di cura, come dice il suo collega Pillon, ma è offensivo anche per gli uomini, perché afferma implicitamente l’incapacità maschile di occuparsi della crescita di un figlio. Allo stesso modo, entrambi i genitori hanno il diritto, in quanto persone, di perseguire i propri obiettivi e le proprie aspirazioni lavorative e professionali”.

“In quest’ottica – aggiungono -, lo Stato non dovrebbe intervenire solo con sussidi economici (che fanno bene, sì, ma lasciano comunque aperto il problema dell’organizzazione) ma con un corpo normativo che tuteli le famiglie nelle loro necessità di base e con servizi di prossimità: asili nidi e scuole materne con costi affrontabili anche dalle famiglie a basso reddito, assistenza a domicilio per il primo periodo, la possibilità di concordare smart working e orario flessibile o modulabile quando necessario e senza rischio di mobbing e discriminazioni, solo per fare qualche esempio”.

“Il sindaco Pederzoli – commentano – dovrebbe chiedere a qualche giovane coppia e siamo sicuri che le proposte e i suggerimenti non mancheranno. La certezza di poter organizzare e gestire la vita e le giornate dei propri figli potendo conciliare lavoro e famiglia sarebbe l’incentivo più potente ad una ripresa delle nascite. Faenza Coraggiosa vuole fare presente al Sindaco di Brisighella che ci sono due aspetti che vanno tenuti distinti, e che non sono la stessa cosa. Il primo riguarda il lavoro delle donne, che abbiano o meno figli, che deve essere promosso, riconosciuto, valorizzato e retribuito. Il secondo riguarda le politiche per la famiglia, tutta la famiglia, per ognuno dei componenti la stessa. L’uomo che produce reddito e la donna che cura i bambini è una discriminazione, un vecchio concetto patriarcale perché “dove metto il bimbo quando sono al lavoro” riguarda alla pari tutti due i genitori”.

“È vero – dichiarano -, la denatalità è un grande problema italiano e va trovata una soluzione; la chiusura delle scuole o di sezioni intere crea sempre un grave danno alle famiglie e alle comunità. E va detto che se c’è denatalità è proprio perché in questo paese, alle donne che hanno figli, troppo spesso non viene data altra prospettiva che quella di stare a casa. La maternità deve essere una scelta: è tale solo se le donne possono veramente contare di conservare la loro vita pubblica, il loro lavoro e le loro aspirazioni anche quando hanno figli. In Italia però non è così e per arrivarci servono azioni e investimenti su tutto il sistema che, finora, sono mancati: a favore del lavoro femminile; a supporto di un vero coinvolgimento anche dei padri nella cura dei figli; per la parità di genere nella vita pubblica e lavorativa; per servizi di sostegno alla conciliazione parentale (senza genere) di prossimità e integrati”.

“E azioni anche nella scuola per tornare a classi piccole e a luoghi di prossimità – chiariscono -, perché diventino un vero servizio di comunità di cura delle persone in età scolastica. Per fortuna l’ONU e la Ue ci spingono verso orizzonti culturali opposti a quelli espressi dal Sindaco Pederzoli. Per quanto sia innegabile l’importanza della figura materna, è altrettanto importante la figura della donna, singolarmente considerata, e dalla famiglia in generale. I diritti delle lavoratrici (e a volte anche madri), vengono spesso negati”.

“Questa reclusione forzata in casa – concludono -, con l’unico scopo di accudire i propri figli e il marito, senza libertà economica ed affermazione personale, fanno ripiombare la nostra società indietro di millenni. Non dovrebbero esserci differenze fra genitori e uomini e genitori donne: purtroppo è ancora così. Il recludere la donna in casa non farà certo migliorare la situazione. Faenza Coraggiosa auspica che venga presto chiarita in consiglio d’Unione questa posizione anacronistica ed inconciliabile e chiede al sindaco Pederzoli di presentare le proprie scuse a tutte le donne dell’Unione, di cui il suo comune fa parte”.

 

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di RavennaNotizie, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

  1. Scritto da mirko

    Pederzoli nel 1200d.c. era antico!!!
    Sindaco siamo nel 2021,sveglia!!!

  2. Scritto da Stanco

    È sotto gli occhi di tutti che nascono pochissimi bambini e credo che la paura in tutte le sue molteplici facce sia il motivo principale per cui si rinuncia a vivere l’emozione più incredibile e bella al mondo.

  3. Scritto da batti

    anche voi di brisighella avete pestato una bella me.da con costui

  4. Scritto da Roberto De Vincentis

    Concordo pienamente con tutto l’articolo. A mio parere, il sindaco di Brisighella ha sbagliato secolo, forse pensa di essere ancora nel 1921, non nel 2021. Le sue parole mi lasciano sbigottito.

  5. Scritto da b

    si sente molto spesso i politici dell area “pedersoli” affermare che il reddito di cittadinanza fa concorrenza al lavoro. pedersoli se l immagina allevare un bimbo con 600 euro al mese, una coppia di ragazzi se gli scappa lo buttano.. troppo sole sig. pedersoli