Federica Del Conte sull’intervento in Darsena a Ravenna: non bisogna avere paura della rigenerazione urbana e di 6 torri, ma dello status quo

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Giovedì 23 dicembre si discuterà a Palazzo Merlato, in Consiglio comunale, di una variante che riguarda un importante piano di intervento di privati nei comparti 12-13 in zona Darsena. Nei giorni scorsi ne ha dato notizia Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna, che in una nota non ha avuto esitazioni “ad esprimere solitariamente il proprio parere contrario a questo PUA già nella commissione urbanistica svoltasi il 15 dicembre, mentre tutti i gruppi di maggioranza, compresi quelli con presunzioni ambientalistiche, si sono detti favorevoli senza battere ciglio.”

Lista per Ravenna è contraria all’intervento che “sfrutta 45 mila metri quadrati di terreno per edificarne oltre 23 mila, onde alloggiarvi 557 nuovi abitanti (circa 200 alloggi, ndr). Lascia pure che li concentrino in sei grattacieli di 10 piani svettanti da 30 metri sul fronte del Candiano, ché se facessero delle villette occuperebbero mezza Darsena disponibile”. Insomma, l’accusa è sempre quella: secondo LpRa qui siamo di fronte a una forma di speculazione edilizia e a un ulteriore consumo sbagliato di suolo, altro che rigenerazione urbana.

Di tutt’altro parere ovviamente è Federica Del Conte, Assessora all’Urbanistica e alla Rigenerazione Urbana. “Il progetto in questione è in Darsena di città, è di privati su aree private. – dice Del Conte – Nell’area della Darsena di Ravenna, una delle criticità maggiori per la possibilità di imbastire una seria e non più rinviabile opera di rigenerazione urbana – in un’area che per dimensioni è paragonabile al centro storico di Ravenna – è rappresentata dal fatto che gran parte delle aree interessate sono, appunto, private. Per intenderci, l’Amministrazione pubblica in Darsena ha solo due aree nelle proprie disponibilità: quella dell’Almagià e quella degli orti. Tutto il resto è in mano ai privati. E poi ci sono le banchine che sono in capo all’Autorità Portuale. Per l’Amministrazione comunale è difficile quindi intervenire in termini di rigenerazione urbana senza un accordo con i privati. Non di meno, questa è un’area molto importante per la città, a ridosso del centro: qui c’è un grande potenziale.”

Senza una sinergia fra il pubblico e il privato si continuerà solo a parlare di rigenerazione urbana in Darsena, ma non si passerà mai ai fatti. È questo che mi sta dicendo?

“Esatto. Noi come Amministrazione pubblica abbiamo partecipato al bando periferie e abbiamo previsto interventi strutturali, come il nuovo impianto fognario in due settori, con un intervento da 8 milioni di euro per separare le acque bianche da quelle nere. In questa maniera cerchiamo di favorire l’intervento e l’investimento dei privati, per poter cominciare seriamente a partire con la rigenerazione di questa parte della città. E deve essere chiaro che qui non si parla di consumo di suolo.”

Qui mi sembra che il suolo sia già consumato. Non solo, il suolo di cui si parla è pure soggetto a degrado.

“Infatti. Non stiamo parlando di una parte del territorio che viene sottratto all’agricoltura o al verde. Parliamo di un’area già consumata, che ha bisogno di essere bonificata. Perché qui c’erano attività industriali dismesse. Il privato che interviene con il proprio progetto dà una risposta alla pianificazione vigente. Non stiamo parlando di speculazione, niente affatto. Questo piano è stato presentato prima che il POC Darsena scadesse ed è stato presentato in ottemperanza con un piano – quello del 2015 ampiamente discusso con la città – che proponeva che ci fossero interventi come questo e aree restituite alla città.”

Cioè?

“Per esempio con questo progetto, con lo sviluppo che viene proposto, si dà attuazione anche a una parte importante del Parco delle Arti: un grande parco che dovrà svilupparsi parallelamente alla banchina per tutta la lunghezza della Darsena di città dalla testata fino al ponte mobile.”

Quindi l’intervento non prevede solo edilizia residenziale e commerciale ma anche verde?

“Sì. Tanto verde. Dove adesso non ce n’é affatto. Ed è previsto non solo il verde interno al progetto del comparto, quello del Parco delle Arti, nella fascia centrale dell’intervento, fra Darsena e Tribeca, per capirci. Sono previsti parcheggi pubblici che saranno realizzati interrati proprio per cercare di tenere insieme verde pubblico e servizi di parcheggio per gli abitanti e i fruitori dell’area. Questo piano è legato poi a forme di compensazione o perequazione, per cui i soggetti attuatori hanno reperito aree nella cosiddetta cintura verde della città che cederanno al Comune e che consentiranno così all’Amministrazione di realizzare effettivamente la cintura verde intorno al centro. Stiamo parlando di 4 ettari di terreno che saranno ceduti al Comune e restituiti alla fruizione pubblica. Al Comune sarà ceduta anche l’area di Sant’Alberto accanto al campo sportivo attuale: così potremo ampliare l’area sportiva e realizzare un luogo di vita sociale come chiede da tempo la comunità locale.”

Chi è protagonista di questo intervento in Darsena?

“Si tratta di due consorzi fra proprietari privati, il Palatium srl e il Ravenna srl. Hanno unito i due comparti, il 12 e il 13. Uno più piccolo, l’altro più grande. E hanno presentato un progetto unico. Noi andiamo in Consiglio comunale giovedì 23 dicembre perché il progetto è oggetto di una variante che prevede che la parte commerciale venga spostato dalla banchina sul Candiano nella fascia più retrostante e interna.”

La cosa che ha stupito di più riguarda da una parte la storia dei 6 grattacieli, che in realtà sono poi semplicemente 6 edifici o torri di 10 piani. L’altra cosa è la realizzazione di 200 appartamenti che suona strano in una fase in cui a Ravenna come altrove il mercato immobiliare versa in difficoltà.

“Dal punto di vista urbanistico, l’area della Darsena, come abbiamo detto, è costituita quasi interamente da proprietà private. Per ottenere la cessione ad uso pubblico di aree a parco o adibite a parcheggi dobbiamo poi concentrare le capacità edificatorie. E questo è previsto dal POC Darsena, è previsto cioè che sia possibile costruire sul canale fabbricati anche importanti come la Torre Zucchi, edifici che diano un’impronta nuova a questa parte della città, un’impronta anche europea e più moderna. È una scelta già maturata da tempo e discussa con la città. Non c’è nessun fatto nuovo o stravolgimento.”

Ci sta dicendo insomma che i ravennati non si devono spaventare.

“Assolutamente, quale spavento! Se non fosse stato che c’è quella variante dello spostamento della parte commerciale dal fronte canale all’interno, il piano sarebbe stato approvato in Giunta e non l’avremmo nemmeno portato in Consiglio comunale, perché è pienamente conforme alla pianificazione prevista con il POC Darsena 2015. Fra l’altro i nuovi edifici non chiuderanno affatto la vista e non saranno di ostacolo per chi vuole raggiungere il canale dall’interno, da via Trieste. Le sei torri sono distanziate fra loro proprio per evitare un fronte compatto e lasciano ampi varchi per accedere alla banchina dalle zone più interne. Viceversa oggi la banchina è molto ostruita dalla divisione dell’area in tante proprietà private chiuse. Tutti i muri che oggi perimetrano quest’area saranno abbattuti e, dopo, l’area sarà molto più aperta, fruibile e agibile.”

Opporsi a questo progetto in altri termini significa essere conservatori e non volere una rigenerazione urbana in Darsena: è questa la sua tesi?

“Sostanzialmente sì. Significa lasciare suolo consumato, inquinato, dequalificato, degradato, non fruibile, a due passi dal cuore della città. Ovviamente essendo aree private, dobbiamo dare ai privati la possibilità di fare investimenti sostenibili, che abbiamo un ritorno, altrimenti i privati non hanno interesse a muoversi e preferiscono lasciare l’area nello stato in cui si trova ora. D’altra parte non è proponibile pensare a una Darsena dove mettiamo casette o villette diffuse a uno o due piani. Non è questo il tessuto giusto per un intervento di questo tipo.”

Quindi andrete avanti?

“Certamente.”

Grattacieli in Darsena

Rendering del PUA Darsena comparti 12-13

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Commenti

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  1. Scritto da Ing. Baldi

    Un progetto folle, prova della continuità di danneggiare il porto e la sua darsena per trasformarlo nella più grande colata di cemento armato della storia di Ravenna!
    -1- come avete letto bene , non c’è nessuna intenzione (progetto) per ricuperare la Darsena all’imbarcazioni, nessun progetto per l’eliminazione del ponte mobile con un bypass adatto!

    -2-nessuna distanza minima dalle banchine è stata imposta per permettere l’allargamento del canale per imbarcazioni di ultime generazioni “perché non alle Crociere di turisti” e dire che è il porto più facile da allargare e di approfondire è un canale scavato nella terra, mica mare aperto come lo sono tutti porti Italiani! una caratteristica che lo rende un gioiello mondiale che altri ci invidiano per averlo fatto!

    -3- Malgrado che siamo difronte ad una marea di soldi del PNRR per le infrastrutture porti in primis, nessuno ne ha aggiornato quel ridicolo progetto del fondali a 12m e chiedere l’allargamento e l’approfondimento 16-18m !

    -4- provate ad immaginare che comprerà tutte quei appartamenti e vari strutture

    Spero che il mondo civile protesti rigorosamente contro questa aggressione al porto e la sua Darsena!

    Vergogna!

  2. Scritto da Emanuele

    Assolutamente concorde con l’assessora Del Conte. Ma che l’Amministrazione sia sempre vigile sulla identità di chi fa gli interventi e da dove provengono le risorse. Se sono bravi imprenditori e brava gente, okay. Altrimenti meglio rifletterci due, tre, anche quattro volte.

  3. Scritto da Andrea

    Questo progetto è un orrore

  4. Scritto da Marco74

    Probabilmente i conservatori credono che una riqualificazione della darsena vada ben oltre a supermercati e palazzoni….
    Non è possibile rendere la darsena degna non è il contesto giusto… in darsena stanno bene palazzoni…..
    Quindi in questo caso w i conservatori!!!!

  5. Scritto da Domenico

    In una zona industriale e marittima si attua la rigenerazione urbana è una novità mondiale!! sarà la prima zona nel mondo che anzichè fare “rigenerazione industriale” fa la rigenerazione urbana: “palazzi e negozi” al posto di palacongressi , fiere e industrie green, complimenti eh!
    PS: avete mai realizzato che Ravenna è l’unica città in Romagna che non ha uno spazio espositivo degno del nome?

  6. Scritto da D.M.

    …come canta qualcuno “rivoglio il mio feudo”…ecco…

  7. Scritto da Carlo

    30 anni che in Europa si riqualificano spazi portuali, aree industriali, lunghi fiume inquinati ecc e a Ravenna cosa facciamo? Parallelepipedi di cemento e supermercati.
    Ok che senza l’iniziativa privata non ci sarebbero questi interventi, ok il capitalismo, ok il profitto. Ma alla comunità cosa ritorna? un parco dove passeggiare? Di là dal canale c’è pure il parco di Teodorico. Dove sarebbe la qualità urbana tanto osannata dalla nuova LR24/2017?
    Se volete venderci un intervento del genere, dovete convincerci meglio.

  8. Scritto da paolo

    Vergogna è un progetto completamente sbagliato, soddisfa solo le esigenze imprenditoriali dei proprietari e dei costruttori e non dei cittadini.
    Ma dove avete studiato per trovare queste fantastiche soluzioni nel 2021.

    Paolo

  9. Scritto da leo

    gent.ma Federica chi ha considerato l’impatto ambientale ? il traffico dove convoglierà? andranno tutti in bicicletta ? se non fate qualche strada o svincoli prima
    come ci muoveremo? a proposito il grattacielo che già esiste pieno di problematiche
    è tutto occupato o ci sono appartamenti sfitti? in attesa grazie

  10. Scritto da bi

    Cervia è rinata dalla ristrutturazione della sua darsena

  11. Scritto da Lucio

    In tutta sincerità, questo progetto più che “spaventato” mi lascia leggermente perplesso. Mia pacata opinione, ovviamente.

    Cordialità.

  12. Scritto da daniele

    A questo punto a che cosa serve lasciare l’acqua puzzolente in quella piscina? non conviene svuotarla e fare altri palazzi?? almeno cosi ci sarà più sicurezza e meno inquinamento!