Michele de Pascale (Sindaco di Ravenna): sulla guerra sto con il governo, ma sull’energia sono molto deluso da Draghi. Sui lavori pubblici pesa la crisi dei materiali e dei prezzi

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Sono trascorsi 180 giorni dalla sua rielezione trionfale con il 60% dei voti, quasi una doppia luna di miele. Ma per il Sindaco Michele de Pascale di miele ce n’è stato poco: la strada si è fatta tutta in salita per una serie di fattori esterni. Prima c’è stata la nuova fiammata pandemica. Poi la crisi energetica con l’aumento vertiginoso dei prezzi. Infine la guerra. Roba da far tremare le vene e i polsi. Aggiungiamo che alcune cose non hanno girato per il verso giusto anche sul fronte interno: per esempio, sui lavori pubblici c’è stato qualche intoppo – e qualche polemica – che ha offuscato i primi mesi della nuova amministrazione. Dalla vicenda pasticciata di Via San Mama alla faccenda dei ponti sulla Baiona fino al traghetto che va a singhiozzo proprio quando ce n’è più bisogno.

Dal versante governo, invece, al Sindaco arrivano soprattutto delusioni. Solo 400 mila euro di trasferimenti in più a fronte di un aumento di costi energetici per il comune di 4 milioni di euro. E poi le mezze scelte sul gas e le mancate scelte sulle energie rinnovabili, su cui il PNRR sembra quasi arenarsi. Proprio mentre c’è una drammatica crisi energetica in corso. “Non vedo quel cambio di passo nel governo, un cambio di passo che sinceramente mi aspettavo e quindi sono molto deluso. Avevo aspettative alte che sono state frustrate” confessa de Pascale. Sulla guerra però è in linea con le posizioni di Draghi, mentre nell’opinione pubblica continuano le discussioni fra chi è più o meno pacifista, fra chi è più o meno colpevolista nei confronti di Putin o della Nato, fra chi è a favore o contro l’invio di armi alla resistenza ucraina. Insomma, tutti contro la guerra ma in ordine sparso. Per fortuna, la solidarietà per i profughi tiene e su quella Ravenna è unita.

Michele de Pascale

L’INTERVISTA

Sindaco de Pascale, partiamo dalla guerra scatenata dall’aggressione della Russia all’Ucraina. Dopo la fiammata iniziale, il movimento pacifista a Ravenna si è fermato. Perché, secondo lei? Non è che pesano anche le divisioni nell’opinione pubblica tradizionalmente progressista e più sensibile ai temi della pace, divisione fra chi è schierato apertamente contro la guerra di Putin e chi invece vede responsabilità per la guerra sia da una parte sia dall’altra?

“È una divisione che esiste. Se escludiamo le posizioni apertamente filo Putin – ci sono sia nell’estrema destra che nell’estrema sinistra – quelle due posizioni di cui si parlava hanno oggettivamente entrambe degli elementi di forza e di debolezza. Io credo che però, in generale, la città sia molto unita, soprattutto nell’impegno della solidarietà. Al di là delle discussioni geopolitiche in cui tutti ci stiamo cimentando, con scarsissimi margini di azione peraltro, quello che a Ravenna si vede chiaramente è la grandissima spinta all’accoglienza e alla solidarietà. È questo l’importante.”

Ucraina

LA GUERRA/1: “esistono motivazioni di Putin ma non esistono ragioni di Putin nello scatenare la guerra”

A differenza di altri Sindaci, lei non ha chiamato i suoi concittadini in piazza per manifestare per la pace e per la cessazione della guerra. Perché?

“A Ravenna si sono organizzate due manifestazioni nei primi giorni, poi la percezione che ho avuto è che le manifestazioni potessero diventare quasi un motivo di scontro sulle cause della guerra e non mi pareva opportuno. Al di là del fatto che io ho una mia posizione: cioè ritengo che il governo italiano e l’Unione Europea si siano mossi bene e stiano facendo le scelte giuste sia sul versante delle sanzioni sia su quello degli aiuti e del sostegno anche militare al popolo ucraino. Tutto il dibattito interessantissimo e doverosissimo sugli errori dell’Occidente è giusto, ma non c’entra nulla con la guerra e con ciò che possiamo fare per fermarla. Perché esistono ‘motivazioni’ di Putin, ma non esistono ‘ragioni’ di Putin nello scatenare questa guerra. Sono due parole molto molto diverse fra loro, che vogliono dire cose precise. Non voglio mettermi a litigare su questo. Piuttosto mi interessa che tutti siamo uniti nell’accogliere i profughi o a raccogliere fondi. E in questo Ravenna è come sempre pienamente in campo.”

Quanti profughi abbiamo già ospitato e potremo ancora ospitare a Ravenna? Lei ritiene che questa spinta solidale sia destinata a fermarsi di fronte all’enormità del fenomeno e alle difficoltà che potremo incontrare anche sul piano organizzativo ed economico?

“Come Ravenna è stata capace di accogliere tanti altri profughi quando erano neri e arrivavano dal sud, così accoglieremo chi è in fuga oggi dalla guerra in Ucraina, così vicina a noi. Sono convinto che questa città con le sue reti, istituzionali e non, in questo momento stia dando una delle maggiori prove di efficienza in Italia. La spinta del volontariato è in grado di sostenere numeri molto elevati di profughi, fra quello che sta facendo la comunità ucraina a Ravenna, che ha ovviamente accolto con generosità i propri connazionali, quello che stanno facendo le famiglie ravennati e ciò che fa la rete di accoglienza Prefettura-Comune, quella istituzionale: siamo in grado cioè di gestire numeri altissimi e quindi, ripeto, io sono ottimista. Lo stiamo facendo. Lo abbiamo fatto anche quando avevamo un pezzo dell’opinione pubblica e della politica che strumentalizzava e remava contro.”

Perché il colore della pelle dei profughi era diverso?

“Certo. A maggior ragione siamo nelle condizioni di fare molto adesso di fronte al dramma ucraino. Però a me preme sempre ricordare una cosa, quando si parla di solidarietà e di volontariato: noi non stiamo compiendo un atto di generosità, stiamo garantendo un diritto, questo è un fatto molto diverso. La nostra cultura giuridica ci dice che chi scappa dalla guerra ha diritto all’asilo e all’accoglienza. Vale per chi scappa dall’Ucraina come vale per chi scappa dall’Africa. Una bella differenza rispetto a chi ha collezionato in questi mesi una figuraccia dietro l’altra. Il sistema CAS dell’accoglienza a Ravenna sta funzionando, ma in Italia no, perché qualcuno l’ha distrutto e smantellato e ci sono responsabilità precise.”

Sta parlando per caso di Matteo Salvini?

“Sì, è lui l’autore dei decreti ‘insicurezza’. Parliamo di Salvini e del primo governo Conte. Alcuni hanno capito di aver sbagliato, altri continuano ad andare avanti in quella direzione, ma bisogna pur dirlo, non può passare sempre tutto sotto silenzio.”

Manifestazione per la pace

LA GUERRA/2: “sono per il disarmo di tutti, non per il disarmo unilaterale… che non ha una logica”

Si sta discutendo molto in Italia sull’invio delle armi per sostenere la resistenza dell’Ucraina e poi sulle spese militari e per la difesa del nostro paese e dell’Unione Europea. Lei che ne pensa? E secondo lei che cosa è veramente in ballo nella guerra mossa dalla Russia all’Ucraina?

“Io ho iniziato a fare politica a 18 anni, dopo l’11 settembre 2001, e mi sono schierato contro la seconda guerra in Iraq. La mia prima azione politica è stata prendere la bandiera della pace e scendere in piazza per dire che gli Stati Uniti stavano facendo un errore imperdonabile: non ho alcuna simpatia militarista. Vengo da quella cultura della pace. E poi c’è l’altra motivazione per la mia scelta politica, la Resistenza. Chi sostiene oggi che il popolo ucraino debba smettere di difendersi e debba accettare il dominio di Putin, commette un errore drammatico, soprattutto se lo fa da sinistra. Chi siamo noi per dire agli ucraini che si devono arrendere? E nel momento in cui sosteniamo la loro resistenza all’invasione dargli soldi e non armi – soldi con cui poi loro devono andare a cercare di comprare armi, perché è di questo che adesso hanno bisogno – è ipocrita. Io vorrei vivere in un mondo in cui bilateralmente tutte le grandi potenze mondiali riducono i loro armamenti, come peraltro il movimento pacifista occidentale era riuscito ad ottenere in una fase importante del secolo scorso. Ma oggi purtroppo siamo in una fase nuova, perché abbiamo degli attori come la Russia e la Cina che stanno potenziando i loro armamenti. E non solo. Io sono per il disarmo di tutti, non per il disarmo unilaterale. Il disarmo unilaterale non sta in piedi, non ha una logica.”

Cosa pensa delle spese militari dell’Italia?

“L’ha detto Romano Prodi benissimo. Non ha senso spendere di più in difesa come singoli stati nazionali europei. Non ha alcun impatto sulla nostra reale capacità di difesa e distoglie risorse che potrebbero andare altrove. Bisogna invece costruire una politica estera europea e una politica della difesa europea. Il compromesso proposto da Prodi, sì a un incremento di spesa ma finalizzato a un esercito comune dell’Unione Europea, è un compromesso intelligente. È questa la scelta giusta.”

L’ENERGIA/1: “stimiamo che possa esserci un incremento di spesa intorno ai 4 milioni di euro a carico del comune”

Veniamo al capitolo energia. Che è legato anche alla guerra in corso. Ma non solo. Perché i rincari dei prezzi delle materie prime erano già in atto da alcuni mesi prima dello scoppio della guerra e i prezzi per imprese e cittadini erano già aumentati: dal costo del pieno di carburante alle bollette di gas e luce per finire al conto della spesa al supermercato. Intanto partiamo dall’aggravio di costi per il Comune. A quanto ammonta e che provvedimenti avete preso per farvi fronte?

“Siamo alle stime. Una parte significativa della spesa energetica deve ancora esplicarsi, riguarda soprattutto il prossimo autunno fino a dicembre. Stimiamo che possa esserci un incremento di spesa intorno ai 4 milioni di euro, di cui al momento i fondi del governo coprono solo il 10%. Quindi abbiamo messo in campo delle misure di risparmio, per esempio di riduzione dell’illuminazione pubblica, che hanno lo stesso spirito delle azioni del buon padre e della buona madre di famiglia, che nei momenti di difficoltà stringono la cinghia. Anche il comune deve fare quello che stanno facendo tutti gli italiani. Dovremo poi sicuramente stanziare risorse aggiuntive durante l’anno, perché il risparmio energetico e i trasferimenti dello Stato con i prezzi che ci sono in nessun modo possono portare a un saldo zero. Quindi metteremo più soldi e cercheremo di consumare meno.”

Ci sono tagli e ripercussioni nei servizi ai cittadini?

“No, nel senso che per l’illuminazione pubblica – che ha un grande valore anche in termini di sicurezza – accenderemo mezz’ora dopo e spegneremo mezz’ora prima. Tutto qui.”

Il caso della piscina comunale chiusa per due settimane è un caso a sé o potrà ripetersi?

“Gli impianti natatori hanno sul piano energetico costi altissimi, sono casi limite. A un certo punto il soggetto gestore si è trovato nella condizione di non essere più in grado di potere mantenere aperto il servizio: è nell’ambito delle prerogative del gestore chiudere per alcune settimane. Anche il Pala De André ha costi molto alti per le nostre società: già lo erano in precedenza, adesso a maggior ragione. Il nostro obiettivo, comunque, è che tutti gli impianti rimangano aperti. Faremo il possibile.”

C’è anche un taglio ai servizi sociali, non è una cosa molto di sinistra.

“No, parlare di taglio non è la giusta lettura. C’è una riduzione rispetto all’anno 2021, che è stato però un anno molto particolare per il bilancio del comune: davanti alle difficoltà della pandemia il comune aveva una serie di risorse e le ha messe in campo. Abbiamo cioè messo a disposizione risorse straordinarie, soprattutto per il sociale. E poi per la cultura c’erano le spese straordinarie per le celebrazioni dantesche. Quest’anno il bilancio del comune ritorna ai livelli pre pandemia in molti settori: sono i livelli che il comune può sostenere normalmente. Noi stiamo concorrendo per i bandi del PNRR, che contiamo di vincere, ottenendo risorse importanti. È chiaro che se non li dovessimo vincere, durante il corso dell’anno qualche risorsa in più andrà messa in campo. Quindi, rispetto al bilancio comunale pre pandemia, non ci sono sostanziali cambiamenti nel 2022: né sul versante della spesa sociale né su quello della spesa culturale.”

Che cosa può fare il comune – se può fare qualcosa – per sostenere concretamente le famiglie e le imprese di fronte al caro energia?

“Davanti a un caro bollette così forte e così generalizzato, sarebbe pura demagogia raccontare che il comune possa affrontare una tale emergenza. Sicuramente siamo pronti sul versante degli incapienti e di quella parte della popolazione più bisognosa. Già prima il comune si sostituiva al pagamento delle bollette e quindi, se le bollette aumentano, è chiaro che lo si dovrà fare ancora e a maggior ragione. Ma il comune non può indebitarsi nella parte di spesa corrente per sostenere i costi dei cittadini, mentre lo Stato può farlo, decidendo di aumentare il debito pubblico, e infatti in parte lo sta facendo. Il comune non ha gli strumenti per farlo, non c’è una leva disponibile.”

Agnes Turbine Pale

L’ENERGIA/2: “nel governo non vedo né una strategia sul gas nazionale né sul potenziamento delle rinnovabili… sono molto deluso”

Veniamo alla produzione di energia. Ravenna è un polo energetico nazionale, però le scelte politiche degli ultimi anni hanno molto penalizzato il nostro tessuto produttivo. Lei è soddisfatto della soluzione che è stata data al problema dell’estrazione del gas in Adriatico o il governo poteva e doveva avere più coraggio?

“Io penso che il governo fosse partito da affermazioni giuste, che avevano suscitato un certo entusiasmo a Ravenna. Poi invece non è stato minimamente coerente con gli impegni presi, con una motivazione che per me è preoccupante. Si dice che per aumentare significativamente la produzione nazionale di gas ci vogliono almeno 2 anni ma noi abbiamo bisogno di risposte subito. Ma non esiste una soluzione salvifica dei nostri problemi energetici a 2 settimane o 2 mesi. Il problema energetico italiano lo dobbiamo affrontare nell’ottica dei prossimi trent’anni. E l’approvvigionamento energetico che non ti dà benefici domattina ma ti dà benefici fra 2 anni è già un’ottima soluzione. Dai 3 miliardi di metri cubi di adesso, quasi tutti dicono che possiamo passare a 7 miliardi di gas italiano in 2 anni, molti dicono che possiamo arrivare a 10 miliardi. 7 o 10 miliardi su 76 miliardi annui non risolvono il nostro problema, ma sono già qualcosa. Se poi nel frattempo diminuiamo il consumo di gas passando da 76 miliardi a 30, allora 10 miliardi di produzione italiana diventano una quota importante. Però al momento nel governo non vedo né una strategia sul gas nazionale né sul potenziamento delle rinnovabili. Sono le due cose più importanti e non si stanno facendo.”

È preoccupato delle divisioni in seno alla sua maggioranza sulle estrazioni del gas in Adriatico emerse nel voto dell’altro giorno a Palazzo Merlato?

“Non sono per nulla preoccupato. È un tema su cui c’era una divisione in partenza, alla luce del sole. Peraltro, devo dire che la distanza nel frattempo si è ridotta, perché attualmente anche a livello nazionale la posizione dei Cinque Stelle è sì all’aumento della produzione delle piattaforme in essere e no alle nuove piattaforme. La stessa cosa sul tema delle rinnovabili: fra i negazionisti dei cambiamenti climatici e il no a qualsiasi tipo di fonte fossile la forbice si è ridotta. Non siamo mai stati d’accordo sul punto e non ne abbiamo mai fatto mistero. Essere stati molto chiari prima aiuta ad avere pochi problemi dopo.”

Si parla molto del gas liquefatto americano in sostituzione in parte di quello russo, e dei necessari rigassificatori. Lei ha detto che Ravenna è pronta a ospitare uno di questi nuovi rigassificatori. Dove e come?

“La scelta dei rigassificatori è molto complessa, figlia dell’ostilità verso il gas e la produzione nazionale di gas. Ricordo che in Italia è stato un problema anche fare i gasdotti e ce n’è uno ancora fermo fra la Spagna e l’Italia, che oggi ci sarebbe molto utile. Se ci serve il gas Usa e se servono i rigassificatori, il posto giusto per metterne uno è Ravenna. Se non si fa a Ravenna è perché prevalgono altre logiche, non quella dell’utilità, del know how, della rete gas più efficiente. Non c’è un altro posto in Italia e forse in Europa che abbia le condizioni tecnico-logistiche dell’hub di Ravenna.”

A proposito di transizione energetica, lei ha capito se veramente il governo sta accelerando le pratiche per i progetti riguardanti eolico e solare? In particolare, lei è ottimista per il grande progetto del parco eolico in mare di fronte alle coste di Ravenna che potrebbe dare elettricità a tutte le famiglie romagnole?

“Ho capito che il governo vorrebbe questi progetti, ma non ha una strategia per realizzarli in tempi brevi. Io sostengo il progetto Agnes e a qualcuno dà quasi fastidio che il comune di Ravenna sia l’unico comune in Italia che sta sostenendo un impianto eolico quasi come se fosse lui a realizzarlo. Ho avuto anche un’interrogazione: un gruppo chiedeva perché il comune sta sostenendo quel progetto, che interessi ha il comune nella partita e cose del genere, come se chi fa questo investimento, invece di essere incentivato dallo Stato, dovesse risarcire qualcuno. Io sostengo quel progetto in modo trasparente dal primo momento, lo sento come se fosse un progetto del comune di Ravenna. Progetti così complessi abbandonati alle autorizzazioni fra 7-8 amministrazioni dello Stato rischiano di finire su un binario morto. Rischiamo un iter burocratico folle. La mia opinione è che su progetti come questi andrebbe identificata una sorta di autorità commissariale.”

Cioè serve che il governo identifichi il progetto come priorità strategica nazionale?

“Sì. Secondo me in 3 mesi si dovrebbe concludere tutto il processo autorizzativo di Agnes e in 6 mesi bisognerebbe iniziare a realizzarlo. Però, ripeto, non vedo quel cambio di passo nel governo, un cambio di passo che sinceramente mi aspettavo e quindi sono molto deluso. Avevo aspettative alte che sono state frustrate.”

Ponti Via Baiona

LAVORI PUBBLICI/1: “penso che se alcuni gruppi di minoranza si trovassero a governare il comune un ponte non lo rifarebbero mai”

Lei è stato eletto con il 60% dei voti. Si può dire che ha sbaragliato la concorrenza. Però i primi mesi del suo nuovo mandato – visti da fuori – non sembrano brillantissimi, a parte i fattori esterni come la crisi energetica e la guerra. C’è soprattutto questa spina nel fianco dei lavori pubblici, che provocano molte lamentele. Da una parte il pasticcio di Via San Mama con lavori fatti e disfatti, poi la storia dei ponti della Via Baiona che non riaprono in tempo e con i cittadini dei lidi nord semi isolati per mesi. In contemporanea anche il traghetto fra Porto Corsini e Marina ogni tanto va in tilt. La rotonda di Viale Europa è stata riaperta in ritardo. Il parco urbano nella ex Caserma Alighieri è in ritardo. Il nuovo palazzo degli uffici comunali non è stato ancora inaugurato, malgrado la sua apertura sia stata annunciata a più riprese. C’è l’impressione che qualcosa non giri o mi sbaglio?

“Nella scorsa campagna elettorale, con chiarezza, pur non avendo il sindaco deleghe formali sulle gare d’appalto, ho detto che serviva un cambio di passo. Penso che quando un comune in 3-4 appalti fondamentali si trova ad avere dei problemi con le ditte esecutrici deve interrogarsi. Ho detto, mi prendo io la responsabilità, perché i meriti quando va bene me li prendo io, ma mi prendo anche le colpe. Sul tema della selezione delle ditte dobbiamo cambiare radicalmente. Detto questo, c’è però un tema che riguarda tutti i cantieri d’Italia: quello del reperimento delle materie prime. Mentre sul primo punto mi assumo le mie responsabilità, su questo punto della difficoltà di approvvigionamento di alcune materie prime non mi sento di prendermi la colpa né di darla alle ditte che stanno lavorando per noi. Perché non ci sono i materiali o ci sono a costi elevatissimi, 10 volte il valore preventivato. E non possiamo farci nulla. Noto piuttosto che c’è un livello di strumentalizzazione molto elevato di queste difficoltà. Non bisogna mai giudicare gli avversari, però se uno vince col 60% dei voti ci sarà un perché.”

Cioè?

“Io penso che se alcuni gruppi di minoranza si trovassero a governare il comune, un ponte non lo rifarebbero mai. Rifare un ponte è una scelta importante: spendiamo un mucchio di soldi, si crea temporaneamente un grande disagio ai cittadini e quando hai finito secondo qualcuno non hai fatto niente. Risalta solo il ritardo. Invece, rifare un ponte è un’opera pubblica rilevante, che fai per senso di responsabilità verso i cittadini, per la sicurezza di quelle comunità. Ma non è possibile, per esempio, speculare tutti i giorni sui ponti della Baiona. Comunque sul Parco Marittimo e sul nuovo Palasport le cose stanno andando bene e il mio secondo mandato è appena iniziato.”

Su questi cantieri ci saranno problemi?

“Noi viviamo alla giornata su tutto il settore dei lavori pubblici, si sono fatte delle norme che consentono alle stazioni appaltanti di tenere conto di questi elementi di variabilità dei prezzi, però è chiaro che tutto il settore dei lavori pubblici in Italia in questo momento è in sofferenza. Però, ripeto, quando si è votato uno dei 2 cantiere non era ancora partito e l’altro era fermo, mentre adesso i lavori vanno avanti. Sulla caserma Dante Alighieri, invece, abbiamo trovato amianto non denunciato nel sottosuolo e adesso andremo a fare la bonifica. E anche qui sottolineo che è stata fatta una polemica inutile perché si vuole bonificare l’amianto prima mentre ci chiedevano di posticipare l’intervento se no i ragazzi della scuola… buon senso vuole che quando trovi dell’amianto lo togli prima che puoi, perché più lo lasci lì più i ragazzi sono a rischio.”

Entro l’estate il parco sarà aperto?

“Assolutamente sì, con un anno di ritardo per colpa di questi rinvenimenti.”

Invece, quando inaugurate il palazzo degli uffici comunali in via Berlinguer?

“Il cantiere si conclude entro il mese di aprile, poi parte il trasferimento degli uffici.”

Taglia il nastro in primavera?

“Non so se lo faremo il taglio del nastro… sinceramente non so se è il caso (ride, ndr).”

LAVORI PUBBLICI/2: “in via San Mama si stava facendo un errore… non è che tiriamo dritto per non ammettere di aver sbagliato”

In via San Mama avete fatto un pasticcio, però…

“Su via San Mama abbiamo visto che si stava facendo un errore e, come almeno credo ci possa essere riconosciuto, quando ravvisiamo un errore non è che tiriamo dritto per non ammettere di aver sbagliato. Quindi la scelta fatta di Vicolo Plazzi, era una scelta tecnicamente fattibile ma che non avevamo a suo tempo contemplato. San Mama parte da una raccolta di firme amplissima, peraltro sponsorizzata dalla minoranza: si chiedeva di realizzare una pista ciclabile in via San Mama. Io ci passo spesso da via San Mama e vedo tantissime biciclette. È evidente che per tutti quelli che non vanno in bicicletta questa soluzione è peggiorativa, ma la pista ciclabile è migliorativa per tutti quelli che vanno in bici. Cioè al netto di alcuni aspetti che potevano essere gestiti meglio, oggi ci sono tanti benefici.”

La crisi energetica e dei materiali avrà conseguenze negative sui lavori dell’Hub Portuale Ravenna?

“No. Piuttosto, per tutti gli anni del suo svolgimento sull’hub occorre costantemente tenere la guardia alzata sui permessi ambientali. Perché le analisi devono essere rifatte ogni tot mesi. Non ci sarà mai un momento in cui la tensione andrà a zero e tutto dovrà essere sempre attentamente monitorato. Ma attualmente al largo del porto di Ravenna si sta scavando per il primo milione di metri cubi per l’imboccatura. La cosa positiva è che l’autorità portuale si è impegnata entro il 30 aprile alla piena funzionalità del terminal crociere ed entro il 30 maggio alla piena funzionalità anche dell’area di San Vitale, la parte più strategica per le argille, ora molto importante per la crisi bellica.”

Lei ha ribadito qui che bisogna fare in modo che gli uffici tecnici facciano un salto di qualità nell’approntare le gare, per tutelare meglio il committente, cioè il comune. Forse questo non basta. Bisognerebbe anche che il comune avesse qualcuno che segue l’andamento dei lavori passo dopo passo, per verificare il rispetto dei tempi e la corretta esecuzione dei lavori stessi. Se c’è già una task force di questo genere, come lavora? Oppure avete pensato di istituirla?

“In realtà, finora i problemi non sono rilevabili strettamente nell’esecuzione dei lavori da parte delle aziende. E sull’attività dei nostri tecnici sia di progettazione che di controllo io do un giudizio molto positivo. La difficoltà c’è stata nei bandi e nell’assegnazione di alcune gare, come ho detto prima. Io confido che ora gli uffici tecnici abbiano messo a punto gli strumenti per bandi meglio strutturati, che diano maggiore garanzia al comune in termini di assegnazione e di esecuzione dei lavori.”

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Commenti

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  1. Scritto da Ba

    Svenarsi per potenziare ulteriormente l arsenale militare quando con clic può essere cancellato completamente ogni forma di vita sulla faccia della terra che senso ha?Ormai la bomba atomica è nelle mani di quasi tutte le nazioni, se uno va di matto può cambiare un guaio irreparabile. Quindi che senso ha spendere una montagna di soldi per che cosa?Io personalmente sono favorevole alla formazione militare europea dove ognuno dà il meglio di quello che ha senza gravare ulteriormente sul bilancio dello stato

  2. Scritto da Giovanni lo scettico

    Gentile Ba, immagini di essere il Presidente del Consiglio (eventualità non del tutto improbabile vista la sua bravura) e immagini anche che in Serbia salti fuori un altro dittatore tipo Milosevich. Se a questo simpaticone venisse in mente di prendersi Trieste con una scusa qualsiasi (perchè c’è una minoranza serba non tutelata o cose del genere), lei chi gli manderebbe contro? I vigili urbani coi loro autovelox?

  3. Scritto da cromwell

    In vicolo Plazzi (lungo meno di 100 m) ci sono due punti di conflitto, uno per ogni estremità. Sono le relazioni di svolta a sinistra,foriere di scontri,come insegnano a tecnica della circolazione. Materia poco familiare ai comunali.

  4. Scritto da Emanuele

    Sui lavori pubblici l’intervista è imbarazzante. Sulla piscina raggiungiamo l’apice. L’unica cosa su cui concordo è la scelta, impopolare ma assolutamente giusta, di rifare ponti anziché nelle fioriere (che pure servirebbero) o cose che si vedono e tutti apprezzerebbero. Sindaco, riorganizzi e tiri molto le orecchie ai suoi dirigenti perché molti dei problemi stanno lì. E forse col beneplacito di PD e co.

  5. Scritto da Manuel

    Ormai la bomba atomica è nelle mani di quasi tutte le nazioni? Solo 9 Stati su 196 le possiedono: Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Regno Unito, Pakistan, India, Israele e Corea del Nord.

  6. Scritto da Ba

    Innanzitutto contraccambio il gentilissimo, caro Giovanni ho per caso detto che dobbiamo difenderci con vigili e autovelox?Mi scusi ma lei sta facendo confusione io dico che fare a gara chi è più armato lo trovo controproducente, non porta a nulla, perché poi arriva quello che esercita la bomba nucleare e quindi?

  7. Scritto da Mirko Ragazzini

    Ma mi faccia il piacere Sindaco, i ponti sulla Baiona sono una presa in giro totale, ancora risuona il ritardo dovuto alle maree eccezionali!!! Dall’altra parte il servizio del traghetto è gestito da un’azienda che è assolutamente inadeguata e incompetente, lo venga a chiedere ai Cittadini dei 2 Lidi. Poi tanto per bisognerebbe che andasse con la macchina sulla Baiona Nuova e si rendesse conto in che stato è, e questo perché i camion transitano verso nord per volere di Marcegaglia e benestare suo e verso sud perchè nonostante le continue lamentele con la Polizia Municipale nessuno controlla!!! Non voglio nemmeno immaginare cosa diventerà Porto Corsini venduta alle Crociere, se ne sentono di tutti i colori,verdremo ma con lei non ci siamo proprio. Con che coraggio parla di Green e futuro???

  8. Scritto da b

    puo darsi che l asenza di materiali e conzeguenza il prezzo alto””economia di mercato”” non sia responsabilità colposa delle economia industriale dei ultimi 30 anni?( tipo chiudo le aziende in italia e compro il materiale dove costa meno) non produciamo nulla vogliamo armarci comprando i materiali dai russi e cinesi. e il PD se non si guarda indietro e guarda in faccia alle persone e hai loro valori, e abbandona l idea di diventare una nuova dc RISCALDATA ripete la fine dei altri saltatori della sbarra salto in alto e poi atterra col botto

  9. Scritto da Carla

    Lei è deluso da Draghi ed io da lei. Basta guardare il consumo di solo pubblico in città, energia fossile sbandierata come soluzione ancora possibile per non parlare delle trivellazioni da lei sostenute. La sua ecologia è tutta fuffa.

  10. Scritto da angelo

    “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo” – per chi non lo conosce questo è l’Art.11 della nostra Costituzione per cui chi arma l’Ucraina è anticostituzionale.