Govoni (Azione Ravenna): bene l’accordo con il Pd, ora ci aspettiamo candidati locali condivisi. Fracesconi: Azione è un Pri 4.0

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Il segretario provinciale di Azione Ravenna, Filippo Govoni, giudica molto positivamente l’accordo raggiunto a livello nazionale fra PD, AZIONE e + EUROPA. “Se mi avessero detto due anni fa che Azione avrebbe fatto parte di una coalizione convintamente atlantista ed europeista senza i 5 stelle e che si sarebbe riconosciuta nel metodo e nell’ agenda proposta da Draghi, avrei firmato a occhi chiusi. – afferma Govoni – Se aggiungiamo il peso politico di Azione all’interno della coalizione e il fatto che sono stati accettati i punti programmatici ostili a certa sinistra, come posso non essere soddisfatto.”

Sul terzo polo precisa: “Il terzo polo riformista rimane nel cassetto dei desideri, pensavo che Letta non accettasse tutte le richieste di Azione, per cui lo ritenevo la scelta giusta. Ma serve essere pragmatici e con questa legge elettorale sarebbe stata una campagna elettorale solo per il bene di Azione e non anche per il Paese. Oggi abbiamo due nemici da combattere, chi è vicino a Putin e a Mosca in politica estera e i responsabili della caduta del Governo Draghi. Occorreva fare di tutto per unire un Fronte Repubblicano che contrasti questi partiti. Alle ultime ammnistrative purtroppo il Pd a Ravenna ha preferito i 5 stelle al campo che si era creato con + Europa e liste civiche. Oggi mi sembra che le cose siano cambiate. Un bel segno. Ora ci aspettiamo che, dopo l’accordo preso, a livello locale vengano condivisi i profili dei candidati all’uninominale. Dovranno rappresentare tutta la coalizione.”

Il punti cari a Calenda – no all’aumento delle tasse, investimenti in infrastrutture, la realizzazione di termovalorizzatori e investimenti sul gas per gestire la transizione ecologica – sono stati messi nero su bianco nell’accordo precisa Govoni che chiarisce la posizione di Azione anche sulle trivellazioni in Adriatico. “Sono uscito a nome del partito più volte sull’argomento, ponendoci ovviamente favorevoli per contrastare la crisi energetica e così ha fatto la nostra consigliera regionale Giulia Pigoni. Non vedo a cosa porti cercare dei distinguo che non esistono.

Chiara Francesconi

FRANCESCONI: AZIONE È UN PRI 4.0

Sempre nel campo di Azione registriamo anche una presa di posizione di Chiara Francesconi (ex PRI, da pochi giorni passata al partito di Calenda) che dice di volere “andare oltre le polemiche” e aggiunge che sta con Azione “perché è un partito repubblicano 4.0”.

Francesconi puntualizza l’antefatto delle voci del suo passaggio ad Azione, circolanti da tempo. “Il “vociferare” sul mio passaggio in Azione di cui la Sig. ra Raccagni parla è in realtà frutto di alcune riunioni nella sede del PRI che la sottoscritta, l’allora segretario e altri noti esponenti di partito hanno fatto con i rappresentanti locali di Più Europa ed Azione nella scorsa primavera per ipotizzare un’alleanza laica in previsione delle elezioni amministrative del 2021. In quell’occasione ho espresso un fermo parere positivo verso questa forte sinergia dei Repubblicani con Azione e +Europa, forza con la quale peraltro il PRI aveva corso alle elezioni europee e regionali. La maggioranza del partito stoppò l’ipotesi anche perché ciò avrebbe comportato un veto verso il M5S e un pericolo per quegli assetti che il PRI ama sempre preconfezionare. Dunque non si tratta di un “vociferare” ma di una posizione “politica”, posizione che alla sottoscritta e all’ex Segretario è costata l’inizio di una lunga fase di emarginazione dal partito che alla lunga ha portato allo status quo. In effetti la Sig.ra Raccagni, oggi nota per ricoprire la segreteria locale, può avere giustamente scambiato informazioni verificabili con i “vociferii” di cui lei parla, e tutto ciò è sicuramente perdonabile dal momento che, almeno fino ad un anno fa, la nuova segretaria non era appunto neanche iscritta al PRI ravennate e neppure nelle fila di quelle 21 candidature femminili proposte dai Repubblicani (così attenti alle quote rosa!) nelle elezioni amministrative.”

Francesconi sostiene poi che le sue 337 preferenze il 3 e 4 ottobre scorso sono state ottenute con una campagna elettorale “vissuta già da “emarginata”, senza l’aiuto della maggior parte delle sezioni del Partito ma con il sostegno di molti amici, il 70% dei quali non repubblicani che hanno votato l’edera perché io ero fra i candidati. Dunque bisognerebbe anche chiedersi se senza anche solo 250 preferenze su 337 ci sarebbe stato un secondo consigliere!”

“Sulle mie dimissioni dal Consiglio comunale stendiamo un velo pietoso: non mi sembra che in passato si siano alzati gli scudi quando l’allora e compianto consigliere della Lega Roberto Ravaioli passò non solo dalla minoranza alla maggioranza… ma proprio nel Gruppo consigliare del PRI: forse perché lì c’era da guadagnare e non da perdere!… È inutile che chiedano le mie dimissioni dalle “Presidenze Istituzionali ricoperte per il PRI”… queste sono già automatiche secondo il Regolamento vigente del Consiglio comunale di Ravenna!” dichiara Francesconi, la quale precisa che la sua scelta di lasciare il PRI è diventata definitiva in seguito alla volontà espressa pubblicamente dai vertici del partito di allearsi con Bruno Tabacci e Luigi Di Maio.

Infine una stoccata ai suoi vecchi compagni d’Edera sugli ideali: “Sono nata, vivo e sicuramente morirò repubblicana, ma non dentro un Partito Repubblicano che secondo il mio modesto parere non risponde più a certi paradigmi e modelli che incarnano i miei ideali.”

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