Filippo Govoni (Azione): il Pd è stato ambiguo, il terzo polo a Ravenna può arrivare “a un risultato in doppia cifra”

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Azione, il partito di Carlo Calenda, ha circa due anni di vita. Si è costituito all’indomani della nascita del governo Conte 2, quello giallo-rosso voluto da Matteo Renzi (allora ancora nel Pd) e subìto da Nicola Zingaretti. Calenda se ne andò dal Pd proprio perché non voleva avere nulla a che fare con il populismo dei Cinque Stelle. Sono passati due anni ed è cambiato tutto. Alla guida del Pd c’è Letta. Renzi ha fatto il suo partito. Abbiamo avuto Draghi. Adesso Carlo Calenda e Matteo Renzi – lo stesso del governo con il M5S ma che poi lo ha anche fatto cadere nel nome di Draghi – sembrano destinati ad allearsi per fare il terzo polo o polo centrista riformatore liberaldemocratico. A Ravenna il partito di Calenda è guidato dal gennaio 2022 da Filippo Govoni. A lui abbiamo rivolto alcune domande sulla clamorosa vicenda che ha visto protagonista Carlo Calenda e sull’ipotesi del terzo polo con Italia Viva e il Pri. Un polo che a Ravenna, dice Govoni, potrebbe arrivare a “un risultato in doppia cifra”.

L’INTERVISTA

Govoni, come l’ha vista e vissuta lei la vicenda di Carlo Calenda che prima ha stretto un accordo con il Pd di Letta e poi si è tirato indietro?

“Noi puntiamo a creare un’alternativa convintamente riformista alla destra, al sovranismo e al populismo. Questo è sempre stato il nostro obiettivo: creare un fronte repubblicano il più ampio possibile. È ovvio che per noi il primo interlocutore è stato il PD, perché è il partito che ha mantenuto fede agli impegni sul governo Draghi, che aveva una posizione compatibile con la nostra sull’agenda del governo e sulle riforme, sugli obiettivi di medio breve termine. Quindi il PD è diventato l’interlocutore principale, e Calenda ha provato a chiudere col PD un accordo che fosse convintamente in chiave riformista, atlantista, europeista e via dicendo. Nei passi successivi alla firma dell’accordo questa prospettiva è venuta meno, mi sembra evidente, e quindi è successo quello che è successo.”

L’accordo che poi il PD ha fatto con Sinistra Italiana ed Europa Verde non vi ha convinto.

“Non ci ha convinto l’ambiguità in cui ci si muoveva. Noi volevamo che il fronte repubblicano fosse compatto e si muovesse senza ambiguità sui temi del patto, ma così non è stato. Qualcuno ha cominciato a dire addirittura che quel patto non valeva niente. È ovvio che così è crollato tutto.”

Ma ne valeva la pena di rompere? Perché alla fine in questo modo è venuta a sciogliersi anche la federazione fra voi e +Europa, rimasta col Pd, a cui stavate lavorando da tempo.

“Sì. Purtroppo questo è stato uno degli effetti collaterali, forse il più importante per quello che ci riguarda sul territorio. Perché fin dal progetto Futura (quello impostato per le elezioni amministrative dell’ottobre 2021 con +Europa, che poi non è sfociato nella presentazione di una lista, ndr), che poi non ha preso piede, i rapporti con +Europa sono sempre stati ottimi e c’è stata una grande collaborazione. Ma ritengo comunque che ci sia anche un dopo 25 settembre, quindi sono convinto che i rapporti con con +Europa riprenderanno subito dopo le elezioni.”

Adesso c’è la partita del terzo polo con Italia Viva di Renzi e, in particolare a Ravenna, anche con i repubblicani. Lei pensa che oggi all’incontro decisivo si chiuderà?

“Tutto porta a pensare questo.”

Ma lei ci spera?

“Io sono convinto che se parliamo dei temi di fondo, della nostra idea di società, di quello che vogliamo fare in Italia e in Europa, ci accomunano tantissime cose sia con Italia Viva sia con il Partito Repubblicano. Quindi non ci saranno difficoltà.”

E dal punto di vista delle leadership, vale a dire delle personalità dei leader, invece, ci saranno problemi? Calenda e Renzi sono due personalità molto spiccate e che – per usare un eufemismo – spesso si sono beccate fra loro.

“È vero, però allo stesso tempo hanno dato dimostrazione di poter governare insieme. Quindi io penso che non sempre sia un male avere personalità forti. L’importante è che quando è ora di trovare una sintesi per governare, come quello che ci proponiamo di fare, loro trovino la sintesi. Hanno già dimostrato di saperlo fare, realizzando anche cose importanti.”

Il terzo polo ovviamente è una proposta per guardare oltre il 25 settembre. Ma per il 25 settembre che obiettivi elettorali vi proponete? Si parla del 10%: è un’asticella piuttosto alta, non le sembra?

“Sì, è vero. È un’asticella alta. Ma perché no? Nel senso che il potenziale a mio avviso c’è. Sul territorio come Azione avevamo già provato a costruire una sorta di terzo polo alle amministrative del 2021, purtroppo allora eravamo soli. Oggi mi sembra che qualche partito abbia cambiato idea e sia venuto sul nostro terreno. Allargando la platea dei partiti e delle forze in campo, e parlo anche dei movimenti civici, perché tengo a sottolineare che noi dobbiamo aprirci alle liste civiche e all’associazionismo del territorio, per me si può ottenere un buon risultato. È probabile arrivare anche a un risultato in doppia cifra.”

Quali sono i punti fondamentali sui quali vi impegnerete in questa campagna elettorale?

“Per quello che riguarda l’agenda di governo generale, naturalmente siamo per il proseguimento dell’agenda Draghi e del metodo Draghi. Quindi tutto quello che riguarda i fondi del PNRR che interessano anche il nostro territorio, il rafforzamento di Industria 4.0 e la revisione del reddito di cittadinanza. Questi sono alcuni punti principali che ci caratterizzano. Poi ci sono tanti temi nazionali che hanno ricadute locali, come quello della transizione ecologica in cui Ravenna può essere protagonista.”

Voi siete d’accordo con le scelte che hanno fatto Bonaccini e de Pascale su estrazioni del gas, rigassificatore, parco eolico in mare?

“Su questo tema c’è sempre stata piena sintonia e se c’è da dare una mano in questo senso la daremo. Per noi il gas, purtroppo, è una necessità e non si può far finta di niente e allo stesso tempo bisogna comunque non perdere la direzione maestra che è quella di puntare sulle energie rinnovabili. È il giusto mix che si sta creando a Ravenna.”

Anche a lei faccio la classica domanda sui candidati, anche se immagino sia una partita che si giocherà a Roma anche per voi.

“Per quanto riguarda i nomi non ne abbiamo ancora parlato, vedendo la velocità con cui le cose cambiano, e considerando le variabili in gioco che sono veramente tante. Io penso che Italia Viva e Azione abbiano personalità di elevata competenza che possono rappresentare benissimo il terzo polo sul territorio.”

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Commenti

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  1. Scritto da batti

    IL PD NON è STATO AMBIGUO, è STATO CO.GLI.O. NE.
    si sono fatti mangiare l asso di briscola da dei nulla viventi come voi
    farsi fregare ci può stare ma da voi è più che da coglioni
    io se si avvicina uno di voi a casa mia gli sguinzaglio i cani
    disinfesto l’ambiente con anticrittogamici, barrico le porte, e metto decine di bombole di gas in giardino pronte a farle esplodere

  2. Scritto da mirko

    Arrivano loro, belli belli
    ci pensano loro, state tranquilli
    da dove vengono loro, belli belli
    fanno tutto loro, manco a dirlo…
    Siete talmente ridicoli che mi viene da piangere sapendo che nel paese in cui siamo ospiti la vostra politica è quella della destra invece di essere una cosa alta è una porcheria da rifiuto indifferenziato.

  3. Scritto da Giànni

    …..bello vedere che ci sono ancora i sognatori.

  4. Scritto da jack

    aspetto con trepidazione i nomi dei candidati ….

  5. Scritto da alberto argnani

    se anche la lista liberaldemocratica non arrivasse al 10 per cento , come probabile, rappresenta un’opportunità per chi da anni è costretto a votare a destra o a sinistra (non si dovrebbero più usare le formule centro destra e centro sinistra) senza condividere larga parte dei programmi che tali schieramenti propongono. le ammucchiate hanno sempre portato a governi traballanti e inconcludenti.la destra forse vincerà le elezioni come le avrebbe vinte anche con Azione alleata al PD, ma con le elezioni non finirà il mondo.la nuova proposta politica è un investimento sul futuro. oggi i liberaldemocratici hanno finalmente la possibilità di votare convintamente per una proposta coerente.ci saranno anni davanti per costruire qualcosa, anche se probabilmente dall’opposizione. ma non saremo costretti a votare per altri vent’anni turandoci il naso.