Giovanni Paglia (Sinistra Italiana): accordo con il Pd per “fare argine contro destra pericolosa”, dopo il voto si riapra il dialogo con il M5S

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A sinistra l’obiettivo dichiarato è costruire un argine contro la destra, che sembra veleggiare con il vento in poppa. Giovanni Paglia, già deputato con SEL nel 2013, oggi membro della Direzione nazionale di Sinistra Italiana, non crede alla possibilità di ottenere la maggioranza. Ma si pone l’obiettivo di non far vincere gli avversari della destra giudicati “pericolosi”. Ottenuto questo primo risultato “difensivo” si possono riaprire i giochi in Parlamento. Per questo il partito guidato da Nicola Fratoianni si presenta nella stessa lista con Europa Verde di Angelo Bonelli. E insieme i due partiti hanno sottoscritto un accordo politico-elettorale con il Pd. Un accordo anti-destra, quasi di desistenza. Quello che ha fatto infuriare Carlo Calenda fino a strappare i patti sottoscritti con Letta e a sbattere la porta dicendo: “con i comunisti non ci sto”. La cosa non è del tutto dispiaciuta a Paglia, che a Calenda avrebbe preferito i Cinque Stelle. Ma con loro se ne riparlerà dopo il 25 settembre.

L’INTERVISTA

Giovanni Paglia, anche a lei chiedo un giudizio su tutto quello che è successo tra Pd, Calenda e voi. I meno attenti alle cose della politica non ci hanno capito molto, se non che Calenda prima ha detto sì e poi ha detto no, perché vi siete messi in mezzo voi, i comunisti.

“Guardi, i nostri rapporti con il Pd sono sempre stati assolutamente chiari. Noi e il Pd non abbiamo una condivisione piena di agenda politica e abbiamo fatto scelte anche molto diverse negli ultimi anni. Non c’era la possibilità né il tempo in questa occasione di cercare una convergenza piena di tipo programmatico. Di conseguenza ci siamo orientati da subito su un accordo tecnico con il Pd per i collegi uninominali.”

Cioè?

“Pur mantenendo ognuno il proprio profilo, il proprio programma e le proprie prospettive politiche, con il Pd condividiamo l’obiettivo di fare un argine, il più forte possibile, contro l’avanzata della destra. Con il Partito democratico condividiamo, infatti, il giudizio molto negativo su questa destra pericolosa e da contrastare. Questa è la parte che ci riguarda. Noi avremmo voluto che questa alleanza contro la destra fosse la più larga possibile e comprendesse anche i Cinque Stelle. Questo non è stato possibile. Non avevamo pregiudiziali nei confronti di Calenda, pur essendo Calenda molto lontano da noi. Ma essendo la nostra un’alleanza per fare argine, se avesse partecipato anche Calenda non avremmo avuto nulla da dire. Lui ha fatto una scelta diversa, perché probabilmente interpretava l’accordo con il Pd come un’alleanza politica e programmatica organica, mentre il Pd no. Personalmente sono contento che il Pd abbia scelto di non fare un’alleanza organica con Azione, che è un partito liberale che molto spesso ha occhieggiato anche a destra.”

Quindi lei ribadisce che era chiaro da subito che fra voi e il Pd c’era solo un accordo tecnico-politico, per evitare di disperdere voti e di fare un favore alla destra?

“È un accordo di desistenza, per certi versi. Avessimo ancora il Mattarellum sarebbe un classico accordo di desistenza che presuppone il fatto che, collegio per collegio, i partiti si mettono d’accordo su chi corre e chi desiste. In questo caso, con la legge elettorale che abbiamo, la più brutta di sempre, in cui non è possibile fare un accordo collegio per collegio, si deve fare per forza un accordo di tipo generale. Però da un punto di vista politico il significato di questo accordo è di fatto di desistenza reciproca.”

Le differenze politiche restano e quindi l’accusa che viene lanciata al PD di essersi spostato a sinistra e di essere andato con i comunisti – che poi sareste voi – è un po’ campata per aria. O no?

“Diciamo che è abbastanza incomprensibile. Il Pd è un partito che anche nella fase post Renzi – togliamo di mezzo quindi la fase renziana – ha assunto posizioni diverse fra loro e da noi. Ha appoggiato convintamente il governo Conte, quindi con un approccio che possiamo definire prettamente socialdemocratico da molti punti di vista. Questo ci ha visti più vicini. Poi ha appoggiato il governo Draghi che aveva sicuramente un’impostazione politica molto diversa. E su questo siamo stati più lontani. In realtà queste cose si possono dire anche dei Cinque Stelle, perché veniamo da una fase politica molto fluida. Tranne rare eccezioni come la nostra, che abbiamo mantenuto la nostra coerenza e non abbiamo mai appoggiato il governo Draghi.”

La famosa agenda Draghi, in realtà, in questa fase appare molto appannata, rimane parecchio sul fondo.

“Io sono stato uno dei primi a dire che l’agenda Draghi non esisteva. Esisteva il governo Draghi con le politiche e azioni concrete che ha fatto. Ma era anche un governo che si muoveva all’interno di un equilibrio politico molto particolare, da un lato con una maggioranza molto larga, dall’altro con un orientamento molto incerto e anche con dei vincoli esterni molto forti, la pandemia, la guerra, la crisi economico-energetica. Secondo me Draghi ha fatto tantissime scelte sbagliate, c’è una prevalenza di scelte sbagliate con un orizzonte culturale che noi non condividiamo. Ma sottolineo noi. Siamo stati gli unici fra le forze progressiste.”

Naturalmente, una volta in Parlamento, poi ci sarà libertà di voto. Se si votano provvedimenti per aumentare le spese della Difesa, per mandare armi all’Ucraina, per i rigassificatori oppure per le estrazioni in Adriatico ognuno voterà come crede.

“Abbiamo fatto un accordo tecnico, con programmi distinti, esattamente per questo motivo. Se dovessimo vincere le elezioni dovremmo sicuramente cercare intese più larghe in Parlamento e discutere del programma di governo. Io spero che arriveremo comunque al risultato di impedire la vittoria della destra. Il che non significa che la nostra coalizione otterrà la maggioranza assoluta. Questo mi pare difficile da immaginare. Ma se impediamo che gli altri vincano si aprono nuovi scenari: dovremo cercare altre convergenze in Parlamento. D’altra parte siamo per fortuna ancora una Repubblica parlamentare e le maggioranze e i governi si formano appunto in Parlamento.”

Il centrodestra invece fra i punti più chiari del programma mette il presidenzialismo.

“Già questa è una buona ragione per costruire un fronte il più largo possibile contro questa destra pericolosa.”

Lei auspica che con il Movimento 5 Stelle – posto che adesso non ci sono le condizioni – dopo il voto sia possibile una riapertura del dialogo?

“Assolutamente sì, lo abbiamo sempre detto. Noi avremmo aperto la porta del dialogo anche subito. Ma c’è stata – diciamo così – una sorta di separazione consensuale fra Pd e Movimento 5 Stelle, che a me ha ricordato molto quella sbagliata fra Veltroni e Bertinotti del 2008. Fu un errore ieri ed è stato un errore di nuovo oggi. Io penso che se si deve costruire un’area progressista nel prossimo Parlamento non si potrà non cominciare che da noi, dal Pd e dal M5S. Mi pare una cosa abbastanza evidente ed inevitabile.”

In campagna elettorale quali saranno i vostri temi forti?

“Abbiamo la nostra agenda che ha tre punti fondamentali. Il primo è quello della Giustizia ambientale. Sostanzialmente è un progetto ampio per ridefinire lo sviluppo dell’economia italiana a partire dalle questioni energetiche, per uscire dalle fonti fossili e finalmente entrare nel mondo dell’energia rinnovabile. L’obiettivo è di fare come in Germania, cioè fare sì che entro il 2030 l’80% dell’energia sia ottenuta da fonti rinnovabili. Il secondo tema è quello della Giustizia sociale con un largo ventaglio di proposte che va dalla riforma pensionistica all’allargamento del Reddito di cittadinanza fino alla lotta all’evasione fiscale e alla riforma del fisco, sia sul lato patrimoniale, sia sul lato dei redditi per rendere le imposte più progressive, molto più di ora. E poi soprattutto ci battiamo per il salario minimo e per l’abolizione delle leggi che consentono il precariato sul lavoro. Qui c’è una convergenza anche col Pd per una riforma sul modello spagnolo, che prevede contratti a tempo indeterminato e contratti a termine solo in determinati casi, togliendo di mezzo tutte le forme di contratti precari. Il terzo punto è quello dei diritti civili: eutanasia, cannabis, matrimonio egualitario, legge Zan.”

A che livello ponete l’asticella del vostro consenso elettorale: 3% o 5%?

“Attualmente i sondaggi ci danno al 4%. Penso che abbiamo tutte le carte in regola per fare una campagna elettorale per crescere rispetto a questo dato di partenza. Sappiamo che non è facile, che sarà comunque una campagna elettorale molto molto combattuta. Credo sia abbastanza chiaro in ogni caso che chi vuole battere questa destra e contemporaneamente difendere il lavoro e l’ambiente, ha un unico voto per raggiungere questi obiettivi insieme: è votare per la nostra lista, Sinistra Italiana ed Europa Verde.”

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Commenti

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  1. Scritto da miki

    ancora con i 5 stelle??? ma anche no

  2. Scritto da Maria

    Pericoloso è chi non rispetta la Costituzione ed i cittadini.

  3. Scritto da Stefano Rossini

    Ma voi di sinistra siete ossessionati, state male, molto male

  4. Scritto da batti

    era da fare prima la trattativa coi 5 stelle dopo è tardi
    almeno spero che dopo il cappotto sia fatta piazza pulita nel pd di tutti questi scalda sedia e vadano a fare il lavoro degno delle loro capacità
    gli ZAPPATORI

  5. Scritto da Ermes

    ” non far vincere gli avversari della destra giudicati ‘pericolosi’….
    un accordo anti-destra….con il PD condividiamo l’obiettivo di fare
    un argine, il più forte possibile, contro l’avanzata della destra ”

    ….A mio avviso, la vedrei come una strategia d’assalto, in guerra.

    ” In questo caso, con la legge elettorale che abbiamo, la più brutta di sempre ”
    ….Eppure fu votata!

    ” Naturalmente, una volta in Parlamento, poi ci sarà libertà di voto. Se si votano provvedimenti per aumentare le spese della Difesa, per mandare armi all’Ucraina, per i rigassificatori oppure per le estrazioni in Adriatico ognuno voterà come crede.”
    ….Come é successo, fino ad ora!

  6. Scritto da NB

    Tutti si spostano a seconda del vento che tira, questo ha detto del PD e dei 5S, per carirà, è vero, ma io aggiungo che anche loro sono alla ricerca disperata di poltrone …. come tutti gli altri.
    Si proclamano buoni… l’ambiente da proteggere che già è bello e che andato, la transizione energetica verso l’ignoto, il salario minimo per morir di fame, i diritti civili che già esistono ma sono calpestati quotidianamente da tutti …. la solita solfa.
    Cosa non si fa per una poltrona da 20.000€ al mese.

  7. Scritto da artemio

    Sono 70 e piu’ anni che gli italiani votano turandosi il naso, i risultati li vediamo quotidianamente