Valgimigli, candidato a Lugo di Prc e Potere al Popolo: più confronto del Comune con i cittadini, più potere al sindaco sulla sanità e gestione diretta dei servizi

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Secondo Valgimigli, 68 anni, pensionato, esponente storico della sinistra comunista lughese, sarà candidato sindaco di Lugo per Rifondazione Comunista e Potere al Popolo. Ha alle spalle anche un passato da amministratore a livello comunale (assessore a Lugo dal 1999 al 2011) e provinciale; l’ultimo incarico che ha ricoperto è stato l’assessorato in provincia dal 2011 al 2016, quando allora i comunisti erano alleati del Pd e del centrosinistra.

In quegli anni, anche a Lugo Rifondazione Comunista fu alleata con il Pd e sostenne per un anno la prima giunta di Davide Ranalli, anche se Valgimigli si presentò come candidato sindaco della Federazione della Sinistra (Prc più Pdci) e del Psi e ottenne quasi 700 voti (4,3%). Al ballottaggio poi comunisti e socialisti appoggiarono Ranalli e quindi ne sostennero la giunta. Ma nel 2015 avvenne la rottura. Praticamente definitiva. Nel 2019 Rifondazione e Partito Comunista Italiano candidarono sindaca Valeria Ricci e ottennero 418 voti (il 2,5%) senza eleggere alcun rappresentante alla Rocca.

Secondo Valgimigli

L’INTERVISTA

Valgimigli, alle ultime amministrative di Lugo avete ottenuto un risultato non brillante. Questa volta cosa puntate a ottenere?

“Questa volta contiamo di rientrare in Consiglio comunale: il nostro obiettivo è avere un rappresentante in Consiglio. Tutto quello che viene in più, va bene.”

Si può dire che la rottura con il centrosinistra tradizionale e con il Pd è definitiva per quanto vi riguarda? Nel senso che oramai da diverso tempo vi sentite molto lontani da quel partito e da quell’esperienza.

“La rottura ci fu praticamente nel 2015, un anno dopo l’elezione di Ranalli che noi avevamo sostenuto. Dopo di che non c’è stata più interlocuzione con noi da parte del Partito Democratico. Ecco, noi siamo disponibili a parlare con tutte le forze politiche che stanno verso sinistra, però se un partito di maggioranza relativa non ti interpella prima di uscire con nomi, simboli e quant’altro, secondo me è perché non ha alcuna volontà di riaprire un confronto con te. Diciamo che per fare un matrimonio bisogna essere in due. Loro, ripeto, in questi ultimi anni non hanno mai avuto interlocuzione seria con noi e anche questa volta ci hanno chiamati per un confronto l’8 marzo, dopo che avevano già deciso praticamente tutto. Non abbiamo avuto alcuna possibilità di mettere sul tavolo di una ipotetica alleanza le nostre posizioni, richieste e quant’altro. Poi, in alleanza con il Pd, ci sono i partiti moderati tipo Italia Viva e Azione che prima dovevano correre da soli assieme alla Buona Politica, poi hanno scelto di allearsi con il Partito Democratico, una volta che la lista civica si è ritirata. Ecco, io e noi, una figura del genere non la faremo mai.”

Che cos’è in particolare che voi imputate al governo del centrosinistra di questi ultimi 10 anni a Lugo? Cos’è che vi distingue e vi tiene lontani?

“Negli ultimi 10 anni il Comune di Lugo ha esternalizzato molti servizi comunali e questa cosa a noi non è mai piaciuta. L’altra cosa è il fatto che, a livello sanitario, per noi è fondamentale che le scelte essenziali vengano riportate in capo alla politica. Oggi invece decidono tutto i dirigenti. Secondo noi sulle scelte della sanità e per l’ospedale e quant’altro ci deve essere un mandato preciso da parte del Consiglio comunale al sindaco di Lugo quando va alla conferenza interprovinciale sanitaria. L’ospedale di Lugo, al di là di quello che si dice, ha perso specialisti e potenziale, ha perso molti servizi. Noi riteniamo che la sanità pubblica debba essere invece potenziata, mentre a livello nazionale i governi di centrodestra e i governi di centrosinistra in questi ultimi 10 anni hanno tagliato risorse alla sanità.”

Però l’ospedale di Lugo, dopo il Covid ha avuto comunque un forte rilancio, non crede?

“Sì, ma guardi, io, per un mio problema, faccio spesso tutta una serie di controlli, tra cui anche l’ecografia e sono andato per prendere l’appuntamento. Non mi hanno dato l’appuntamento per l’ospedale di Lugo, a Lugo niente ecografia: questo è successo quattro mesi fa. Diciamo che c’è stato un rilancio su alcune cose ma non su altre, per esempio la maternità è stata chiusa: una lughese per partorire deve andare a Faenza o a Ravenna.”

Insomma la riorganizzazione dei servizi sanitari dell’Ausl Romagna non vi convince?

“Assolutamente no.”

L’emergenza ambientale è stata molto impattante a Lugo, anche con l’alluvione. Qual è la vostra posizione su questo punto?

“La nostra posizione non è ideologica, noi siamo per la manutenzione del territorio. Lei avrà visto che dopo l’alluvione del 16 di maggio 2023 si sono dati un gran da fare per ripristinare canali, fiumi e quant’altro. Al di là delle rotture, se lei percorre gli argini, anche dove il fiume non ha esondato, vede che si sta intervenendo per la pulizia e la manutenzione. La stessa cosa vale per i canali consorziali. Io dico che le manutenzioni si potevano e dovevano fare prima. Al di là delle competenze specifiche, i sindaci devono essere un pungolo per gli enti preposti alla manutenzione del territorio. Un sindaco non deve dire: non è mia competenza, perché lui rappresenta i cittadini, cioè è il difensore di tutti i cittadini e perciò di tutto quello che riguarda il suo territorio deve occuparsi e preoccuparsi. Lo scaricabarile fra enti sulle competenze per la manutenzione del territorio a noi non piace.”

L’Italia è il paese delle emergenze in cui si tirano fuori le energie, le soluzioni e le risorse solo dopo che è accaduta una tragedia…

“È sempre stato così, si spendono i soldi due volte: prima per riparare i danni e poi per rifare il territorio.”

Infatti fra terremoti ed eventi alluvionali abbiamo avuto tante tragedie ed emergenze, ma in realtà di piani nazionali per la messa in sicurezza del territorio non c’è traccia, né ci sono le risorse o non le vogliono destinare a questi obiettivi.

“Sì, oppure ci sono cavilli burocratici che bloccano le cose. Io ho fatto il consigliere provinciale dal 1997 fino al 2006 e già allora deliberammo di fare i bacini di laminazione per il Senio nella zona di Riolo Terme, di Tebano, ma lì non sono ancora stati completati e sono passati vent’anni.”

Anche perché ci sono degli interessi in campo che si oppongono: sulla carta è facile dire facciamo la casse di laminazione, ma poi quando si cerca di farle per davvero c’è sempre chi si oppone o ritarda.

“Ho capito. Però gli enti preposti hanno la possibilità di poter arrivare agli espropri dei terreni se c’è un interesse pubblico superiore, come la sicurezza del territorio. Allora questo potere deve essere esercitato. Non ci si può fermare se gli ambientalisti non vogliono potare l’albero del fiume perché lì devono fare il nido i passerotti, secondo me l’ambiente è una cosa diversa e la manutenzione territoriale va fatta, i fiumi vanno puliti, i bacini di laminazione vanno fatti. La cassa di espansione di Riolo Terme si era riempita il 3 di maggio 2023 con la pioggia dei primi di maggio, quando è arrivata la pioggia del 16 maggio era ancora piena, perché le opere di deflusso delle acque non c’erano.”

Secondo Valgimigli

Veniamo al futuro. Se toccasse a lei fare il sindaco di Lugo, quali sono le tre cose fondamentali che farebbe?

“Allora la prima cosa, secondo me di vitale importanza, è cercare di ricucire il rapporto con i cittadini. Il Comune di Lugo aveva un ottimo servizio nell’ufficio decentramento, vale a dire le Circoscrizioni, ogni nostra frazione e ogni quartiere del centro aveva una Delegazione. In questi ultimi dieci anni questa realtà è stata praticamente azzerata. Io abito a Villa San Martino e qui l’ultima riunione della Circoscrizione è stata fatta il 7 aprile dell’anno scorso. Perciò la prima cosa è ricostituire un ufficio del Decentramento e le Delegazioni, rimettendo al centro il confronto con i cittadini.”

Il secondo punto?

“La seconda cosa è la sanità. L’ho detto anche prima: noi riteniamo fondamentale, visto che è un servizio pubblico, che prima di qualsiasi scelta di taglio o di potenziamento o quant’altro per la sanità pubblica e l’ospedale di Lugo, ci deve essere sempre un parere del Consiglio comunale, un voto che autorizzi il sindaco a portare alla commissione interprovinciale sanitaria quello che viene deliberato a Lugo. Oggi tutto viene delegato ai dirigenti. Dobbiamo riportare in capo alla politica le scelte per la sanità pubblica.”

Il terzo e ultimo obiettivo?

“Bisogna riappropriarsi della gestione dei servizi pubblici. Hera nacque per riunificare i vari consorzi operativi sul territorio, perché questo doveva portare vantaggi a livello economico ai cittadini. Oggi Hera è diventato un istituto che gestisce appalti e subappalti e non fa più gestione diretta del servizio. Il Comune di Lugo ha perfino esternalizzato i servizi cimiteriali, non non c’è più un servizio pubblico a gestione diretta, anche le farmacie sono state esternalizzate. Se toccherà a noi, percorreremo la strada inversa rispetto al cammino fatto in questi anni. Capisco che è difficile riappropriarsi della gestione diretta dei servizi, però secondo me la politica può fare molto di più per quello che riguarda la gestione dei servizi pubblici. Un esempio: è stato deliberato la settimana scorsa l’aumento della Tari a Lugo. Ora, io ritengo che i costi aggiuntivi per un servizio di raccolta differenziata e smaltimento dei rifiuti potevano essere presi dai dividendi degli azionisti anziché delle tasche dei cittadini. Meno dividendi e più vantaggi per i cittadini in questa fase di crisi. Invece i dividendi rimangono tali e i cittadini devono pagare gli aumenti. Tutto questo non va bene.”

Lista Comunista Lugo

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