Parlano i ristoratori del centro di Ravenna: tante idee e voglia di riportare a tavola i ravennati, in attesa dei turisti

Il settore della ristorazione ravennate è ripartito, dopo mesi di chiusura. Imprenditori capaci e tenaci si sono rimboccati le maniche per affrontare un’importante sfida: ripartire. Pur nel rispetto delle linee guida dei Protocolli anti-covid, c’è chi ha scelto di affidarsi a soluzioni tecnologiche, altri di adeguarsi senza perdere il legame con le proprie peculiarità, altri di “unirsi” per proporre qualcosa di diverso. Per tutti si preannuncia un’estate difficile, da affrontare con ottimismo e voglia di lavorare, tra clienti serviti ai tavoli all’esterno.

Ristorante Al 45

“La prima settimana è andata al di sotto dei nostri canoni – spiega Andrea Porcelli titolare del Ristorante Al45 – ma nel fine settimana la situazione è migliorata ed è andata meglio del previsto. Sono convinto che la gente abbia voglia di normalità e di ricominciare ad uscire, ma che dopo mesi di difficoltà, non ci siano tanti soldi da spendere, considerando che ad oggi, è assente il turista, sia straniero che italiano”.

“Rispetto alle Linee guide, temevo andasse peggio – prosegue – , invece ci siamo organizzati, senza troppo difficoltà: prima della riapertura abbiamo fatto una sanificazione di tutto il locale con il perossido di azoto, mentre adesso sanifichiamo sia la sala ristorante che la cucina ad ogni fine servizio, lasciando acceso un generatore di azoto così da essere certi che vengano igienizzati anche bicchieri e tovaglie”.

“Ovviamente abbiamo distanziato i tavoli e per non usare l’usa e getta e mantenere la nostra mise en place, usiamo le posate igienizzate e chiuse in una busta trasparente. I camerieri indossano la mascherina e su ogni tavolo c’è un QR Code che permette al cliente, tramite cellulare, di collegassi al menu on line – spiega –  ma abbiamo a disposizione per chi li gradisce anche menu plastificati, che poi sanifichiamo. Inoltre abbiamo dei separatori in plexiglas da mettere sui tavoli, per coppie di amici che gradissero stare allo stesso tavolo, ma in sicurezza – prosegue -. Ma non siamo sceriffi, quindi non chiediamo informazioni “personali” per non turbare la privacy. Noi la proponiamo ma se il cliente preferisce non averla, lo accontentiamo.”

Rispetto al comportamento dei clienti, Andrea assicura che sono tutti molto attenti e fanno la propria parte: “dopo mesi di Coronavirus, tutti sanno come comportarsi e fanno attenzione anche alle piccole cose. – spiega –  Sabato scorso abbiamo deciso di non accettare la prenotazione di un gruppo formato da 18 persone, sia per evitare problemi ma anche perché una tavolata così lunga, con anche il distanziamento, sarebbe stata ingestibile”.

“La cosa che fa più male al cuore e al portafoglio è vedere i tavoli distanziati – commenta, spiegando di averne tolti una 50ina. “Fuori ne avevamo 40, ora ne abbiamo 25, ma abbiamo già fatto la richiesta per aumentare l’occupazione di suolo pubblico”.

ristorante al 45

Cà de Ven

“La situazione è molto critica – commenta Maria Grazia Guidi, titolare della Cà de Ven di Via Corrado Ricci -. Rispetto a prima della chiusura, lavoriamo al 2%. La gente ha iniziato ad uscire ma è tutto ancora molto calmo, troppo” .

La Guidi spiega che la scorsa settimana, la prima dopo il lockdown, è stata critica mentre ora la situazione sembra segnare un leggero miglioramento: “almeno riceviamo le telefonate da parte di clienti che chiamano per sapere se siamo aperti e ci chiedono come siamo organizzati” .

All’interno del locale, i tavoli sono stati distanziati come da protocollo, e nel caso dei tavoloni sono stati messi degli indicatori sulle sedie, per far rispettare la distanza ai clienti: “ad esempio nel tavolo da 24 ora si possono sedere solo 8 persone. Nel complesso abbiamo perso un centinaio di posti.”

“Stiamo combattendo per poter mettere i tavoli esterni – prosegue -. In Via Corrado Ricci non è possibile per motivi di sicurezza, ed ora stiamo attendendo il via libera per poterne posizionare una decina in via Da Polenta. Il progetto è pronto, è stato presentato, e attendiamo il via libera dal Comune. Non è previsto un dehor ma solo tavolini che almeno potranno essere utilizzati dall’orario dell’aperitivo in poi. Inoltre dovremo anche fare un investimento, perché non possiamo certamente mettere i tavoli di legno che avevamo prima all’interno”.

“Per quanto riguarda la sanificazione del locale, ce ne siamo occupati direttamente noi, usando prodotti in linee con il protocollo – spiega la Guidi -. Il locale viene sanificato al temine del servizio e alcune cose, ad esempio i menù, vengono igienizzati ogni volta, dopo essere stati toccati.”

La titolare della Ca de Ven si dice ottimista, nonostante sia ben consapevole che “quello che abbiamo perso non lo recupereremo più. Il lockdown nei mesi primaverili ha comportato una grossa perdita: circa il 50% dell’incasso dell’anno. Marzo, aprile e maggio sono il periodo dell’anno più importante per una città turistica come Ravenna, tra gite turistiche e eventi organizzati in città, ma nonostante tutto abbiamo deciso di  non alzare i prezzi del menù, che manterrà la tradizionale offerta dalla Cà de Ven, che va dalla semplice piadina alla bottiglia di vino pregiato”.

“Girando per la città vedo che la gente inizia ad aver voglia di uscire, anche se credo sia impossibile tornare al “prima del coronavirus” conclude.

Via da polenta Ravenna

Osteria Passatelli del Mariani Lifestyle

“I primi giorni mi è sembrato che ci fosse diffidenza e paura, forse la gente aveva perso l’abitudine di andare a mangiare al ristorante. Poi la situazione è migliorata – dichiara Maurizio Bucci, titolare dell’Osteria Passatelli, di via Ponte Marino  -. Sicuramente il continuo calo dei contagi tranquillizza le persone. Quello che manca è il mercato turistico che per una città d’arte come Ravenna rappresenta una fetta importante. Speriamo nelle aperture dal 3 giugno, e che la situazione migliori ancora”.

Bucci non attende i turisti stranieri, ritiene che la fetta di mercato internazionale, assente quest’estate, potrà essere “coperta” grazie al turismo nazionale. “Ravenna ha tutte le caratteristiche per intercettare i turisti italiani” assicura l’imprenditore. “Buona informazione e buona comunicazione, che possano trasmettere tranquillità, ci permetterà di salvare parte di quest’estate”.

Bucci, come imprenditore lungimirante, è convinto che lamentarsi conti poco e che si debba pensare in prospettiva, rinnovando l’offerta per venire incontro alle nuove esigenze del cliente, con proposte innovative e variegate: “noi abbiamo unito l’offerta dei due locali, I Passatelli e Figo, quindi la cucina della tradizione romagnola e l’hamburger, la pizza e il sushi, andando incontro sia ai gusti dei meno giovani che dei più giovani, già pronti a “convivere con il virus”, a tornare alla vita normale e a socializzare. È fondamentale proporre cose nuove, con la massima attenzione all’ospite, anche abbassando leggermente i prezzi – ribadisce Bucci -. Gli imprenditori che non si adatteranno e non si rinnoveranno rischieranno di non arrivare a settembre. Servono nuovi progetti”.

Rispetto al problema della capienza, Passatelli + Figo riuscirà a mantenere circa 200 posti a sedere, rispettando le distanze, oltre ai tavoli che saranno posizionati all’esterno, non appena sarà lanciato il progetto del “Quadrilatero del Gusto”, che Bucci spera sia accolto positivamente anche dai negozi della zona, così da rendere Ravenna una città aperta.

In merito al servizio al tavolo “abbiamo seguito le linee guida, adeguandoci al meglio anche grazie a ditte specializzate. Abbiamo deciso di non utilizzare le protezioni in plexiglass nè useremo QRcode ma il menu sarà stampato su ampie tovagliette usa e getta, apparecchiate sui tavoli, garantendo la distanza di un metro tra i clienti”.

Situazione ben diversa invece per il MilleLire, il ristorante del Salone dei Mosaici in piazza Kennedy, che non riaprirà prima di settembre 2020. “Abbiamo deciso di tenere chiuso, non tanto per le caratteristiche del locale, quanto per l’assenza del mercato turistico di riferimento” – conclude Bucci -. Dopo l’estate vedremo cosa fare”.

pasatelli