Raccontare la pandemia ai bambini con bisogni speciali. Arriva Scarabocchia, la principessa che vuole sconfiggere il corona virus

La favola della principessa che vuole sconfiggere il corona virus. La favola in scatola “Scarabocchia” scritta da Valeria Leoni e Silvia Rondoni, Danilo Montanari editore, con la grafica di Gas Devy fa parte del progetto di inclusione, sensibilizzazione alla lettura e all’importanza del riciclo che l’associazione di promozione sociale no profit Arteinte Social Project ha avviato nell’anno 2020.

“La favola di “Scarabocchia” è stata scritta in un momento storico particolare che nessuna persona aveva mai vissuto fino ad oggi. Vuole essere un modo per affrontare la situazione con più spensieratezza lasciando libera la fantasia e l’immaginazione delle persone che la leggeranno – spiega Silvia Rondoni, Pedagogista e insegnante di scuola dell’Infanzia -. Le immagini, che scorrono durante il racconto, catturano l’attenzione del bambino mostrando un modo tutto originale per raccontare la difficoltà di vivere nella quotidianità una condizione a tutti sconosciuta. Le autrici hanno utilizzato la favola come mezzo per avvicinarsi all’immaginario infantile per far capire ai bambini con bisogni speciali che ogni momento di difficoltà si può sempre attraversare in maniera positiva trovando una soluzione per superarlo. La principessa “Scarabocchia”, che alla fine della storia dipinge il mondo di mille colori, è un messaggio di speranza per vivere la quotidianità nel qui ed ora e per rivolgere lo sguardo al futuro in maniera positiva. Se viviamo la quotidianità restando vivi nel presente ci preoccuperemo meno di ciò che accadrà in futuro”.

“La favola è disponibile nei nostri canali social Arteinte Social Project pagina dell’associazione e Le Petit Atelier pagina del reparto libri dell’associazione – spiega Valeria Leoni – . Arteinte Social Project è una associazione No Profit fondata da Valeria Leoni educatrice e da un gruppo di genitori che hanno figli disabili. L’intento dell’associazione è di sensibilizzare l’opinione pubblica verso il mondo della disabilità”.