CERCANDO MARIOLA PER RAVENNA / Ravenna a tutto gas per l’energia, il Governo si muove, Bonaccini ci candida, de Pascale ci punta

L’Europa e l’Italia sono alle prese con la grave emergenza energetica indotta dalla guerra scatenata dalla Russia in Ucraina e dalle comprensibili complicazioni geopolitiche che l’invasione del 24 febbraio ha determinato. L’emergenza muove le acque nel campo delle politiche energetiche, acque finora stagnanti. E in questo quadro Ravenna torna protagonista.

La Russia è ricchissima di fonti energetiche e, soprattutto, di gas. Una buona parte dell’Europa si è approvvigionata in questi decenni dalla Russia, principalmente per il gas. Aumentando via via la propria dipendenza, fino a scoprire che tale dipendenza può diventare molto pericolosa. I paesi più dipendenti dal gas russo in linea di massima sono proprio i due più grandi paesi manifatturieri dell’Unione Europea, Germania e Italia.

Dopo anni di discussioni ideologiche e di colpevole stallo sul modello e sull’assetto energetico del nostro paese – che hanno prodotto gravi danni soprattutto al distretto energetico ravennate, legato in particolare alle estrazioni di gas in Adriatico ormai ridotte al lumicino – la crisi attuale fa di Ravenna nuovamente un crocevia importante per il destino energetico nazionale, nell’ottica di raggiungere l’indipendenza dal gas russo nel breve periodo (ma non nell’immediato, cioè oggi).

Non è escluso nemmeno che la situazione precipiti a causa della scelta russa di considerare l’Italia paese ostile o addirittura co-belligerante (poiché supportiamo la resistenza dell’Ucraina insieme agli alleati della Nato), e quindi di interrompere unilateralmente la fornitura di gas e altre fonti energetiche. Per ora è una minaccia, ma nella escalation del conflitto questa eventualità non è del tutto da escludersi. Quali sarebbero le conseguenze è difficile oggi da prevedere: certo saremmo costretti a un vero e proprio shock energetico. Un qualcosa forse di simile alla crisi petrolifera del 1973 e alle famose domeniche a piedi. 

Ma torniamo al ruolo di Ravenna nella discussione e nelle decisioni prese in questi giorni.

IL PIANO DEL GOVERNO

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 2 maggio un provvedimento, che contiene un pacchetto di aiuti a imprese e famiglie per affrontare l’emergenza energetica e la crisi dei prezzi, del valore di 14 miliardi. Illustrando le misure, il Presidente del Consiglio Mario Draghi e i suoi ministri hanno presentato anche il piano per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia, che rappresenta una vera e propria emergenza nell’emergenza. Il provvedimento del governo, ha detto Draghi, “si estende a molte aree: approviamo liberalizzazioni, riforme nel settore delle energie rinnovabili, che ci permettono di accelerare la transizione ecologica, di fare quello scatto negli investimenti nelle rinnovabili, che contribuiranno a renderci più indipendenti dal gas russo. Le misure di oggi affrontano prima di tutto il problema del caro-vita che può frenare la ripresa”.

Fra le misure per famiglie e imprese, c’è la proroga all’8 luglio del taglio dell’accise sui carburanti. L’intervento viene esteso anche al metano per cui l’accisa va a zero mentre l’Iva viene ridotta al 5%. È stato previsto poi un bonus contro l’inflazione una tantum da 200 euro, che interviene sulle fasce più deboli di pensionati e lavoratori (dipendenti e autonomi), per una platea complessiva di 28 milioni di italiani. Per finanziare questa misura sale al 25% la tassa sugli extraprofitti delle grandi aziende energetiche.

“I provvedimenti di oggi valgono 14 miliardi – ha detto Draghi – che si aggiungono ai 15,5 dei provvedimenti precedenti, siamo a un totale di circa 30 miliardi già spesi, due punti percentuali del prodotto interno lordo, e vorrei notare che lo abbiamo fatto senza ricorrere a scostamenti di bilancio: questo dimostra che non sono tanto gli strumenti che contano ma le risposte alle necessità, le esigenze”. “La strategia del governo è affrancarsi più rapidamente possibile dall’importazione di gas dalla Russia. – ha aggiunto Draghi – Il progresso fatto in questi mesi è straordinario”.

Il Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani illustrando il piano per la sostituzione del gas russo ha indicato la seconda metà del 2024 (quindi oltre due anni a partire da oggi) come il periodo in cui avremo i 29 miliardi di metri cubi di gas in grado di sostituire le forniture russe. Ha poi fornito anche alcuni valori. Dall’Algeria – ha spiegato – si passerà da 2,1 miliardi di metri cubi a 9 miliardi. La Tap (Trans Adriatic Pipeline che arriva in Puglia) avrà 1,5 miliardi in più dal 2023. C’è poi l’aumento della produzione nazionale per altri 1,5 miliardi l’anno (il settore estrattivo ravennate ritiene però che questa cifra potrebbe crescere e non poco se si eliminassero le misure che impediscono tuttora di estrarre a certe condizioni nei nostri mari). Il gas liquido, invece, arriverà oltre che dagli Usa anche dal Congo, dal Qatar e dall’Angola: si potrà arrivare a 12,7 miliardi di Gnl nel 2025. C’è poi la parte dei risparmi, dovuto all’incremento delle rinnovabili per 0,7 miliardi di metri cubi e altri 2 miliardi previsti dai risparmi sulle temperature. Il ministro ha spiegato che si sta procedendo con gli stoccaggi, per 5 miliardi di metri cubi al mese, e questo potrebbe consentire di mettere in sicurezza almeno il prossimo inverno.

Il pacchetto energia comprende anche una norma sui rigassificatori. A fronte di un aumento dell’import di Gnl, l’Italia deve aumentare infatti la capacità di rigassificazione, per fare questo si sta pensando di realizzare due nuove strutture, una ad inizio 2023 e l’altra possibilmente a fine 2023, ha detto Cingolani, che ha parlato di strutture galleggianti, non permanenti, da utilizzare solo per il tempo necessario. Per avere tempi serrati di realizzazione, serve però un commissario con una procedura rapida e semplificata.

LA CANDIDATURA DI STEFANO BONACCINI

“Domani (cioè oggi, ndr) vedrò il ministro Cingolani e annuncio che l’Emilia-Romagna si candida a essere uno dei due hub nazionali sul tema del gas per l’arrivo di una delle più grandi navi di Gnl e per fare un nuovo rigassificatore in un Paese che ha perso qualche anno fa una sfida che invece andava vinta e che ora dobbiamo recuperare”. Questo l’annuncio del Presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini intervenendo ieri 3 maggio al convegno inaugurale di Cibus, il salone internazionale dell’alimentazione a Parma. Bonaccini potrebbe essere a breve, forse a ore, indicato come commissario per questa operazione, secondo la procedura suggerita da Cingolani. “Serve un piano immediato e uno a medio termine – ha aggiunto Bonaccini – per fare in modo di mettere in campo quello che possiamo fare per calmierare il costo delle bollette che mettono a dura prova il sistema imprenditoriale e puntare decisamente di più sul tema delle rinnovabili”.

In questo quadro Ravenna, a livello nazionale, è uno dei centri più accreditati e qualificati a ospitare una nave-rigassificatrice per la sua posizione strategica, per l’efficiente infrastruttura logistica oltre che per l’esperienza delle aziende che già operano in questo settore. L’Autorità Portuale sostiene da tempo la candidatura di Ravenna quale sito per accogliere una nave rigassificatrice.

I 4 PUNTI STRATEGICI INDICATI DAL SINDACO DI RAVENNA

E pochi giorni fa il Sindaco di Ravenna Michele de Pascale avevaposto al centro del dibattito pubblico cittadino 4 punti strategici sull’energia, che hanno ricevuto il consenso praticamente unanime delle forze economiche e il sostegno della sua maggioranza. Anche se non sono mancati alcuni distinguo di Ravenna Coraggiosa e soprattutto dei Cinque Stelle. Sui temi sollevati dal Sindaco l’opposizione non è sostanzialmente pervenuta, mentre si registra la consueta ostilità dell’ambientalismo radicale.

Ma vediamo quali sono le idee e le proposte del Sindaco. “Ravenna è una capitale europea dell’Energia da più di mezzo secolo, uno degli esempi più straordinari di come patrimonio culturale e naturalistico possano convivere in maniera sana con l’industria, creando benessere diffuso. In questo momento d’emergenza, tragico per il mondo e difficilissimo per il Paese, in cui vengono a galla tutti i gravissimi errori che le scelte (e le non-scelte) politiche hanno determinato, siamo chiamati a soluzioni straordinarie e a tempi di attuazione totalmente nuovi, con strategie di breve, medio e lungo periodo”. Questa la premessa, cui seguono i 4 punti. “In questo frangente vi è un territorio che è unito e pronto a mettere in campo 4 azioni strategiche per cambiare radicalmente rotta, quattro sì, per l’economia e l’ambiente.

  • 1) Ripresa delle attività estrattive per attingere alle risorse di gas naturale nell’alto Adriatico con liberalizzazione completa delle nuove attività oltre le 12 miglia ed efficientamento/potenziamento di quelle esistenti. In alto Adriatico si stima un potenziale fra i 350 e i 500 miliardi di metri cubi.
  • 2) Installazione a largo delle coste di Ravenna di un FSRU offshore (rigassificatore galleggiante) per un potenziale di 5 miliardi di metri cubi all’anno.
  • 3) Realizzazione di un parco eolico offshore da 600MW di potenza con impianto fotovoltaico galleggiante annesso da 100MWp4 (Progetto AGNES).
  • 4) Realizzazione di un sistema di CCUS per captare la CO2 emessa dal settore “hard to abate” e iniettarla nei giacimenti di metano esausti e/o utilizzarla in processi di economia circolare.”

“Le quattro azioni di sistema si sostengono a vicenda salvaguardando economia e sicurezza, senza arretrare rispetto ai temi della transizione ecologica, anzi offrendo soluzioni coerenti con la neutralità tecnologica richiesta dal new green deal”. Il Sindaco afferma inoltre che “utilizzare il nostro gas invece di importarlo inquina di meno, collocare un rigassificatore sfruttando le infrastrutture a mare esistenti a Ravenna crea minori interferenze, produrre energia elettrica rinnovabile a Ravenna la rende realmente utilizzabile dai grandi insediamenti energivori della pianura padana e captare la CO2 ci consente di avere un minore impatto climatico durante la transizione. A tutto questo va aggiunto un porto con una capacità naturale di essere una piattaforma logistica dell’economia circolare e un distretto manifatturiero ad alta specializzazione nel settore offshore dell’energia e dell’industria che spesso viene elogiato e applaudito quando porta alto il nome del Made in Italy nel mondo, ma a cui paradossalmente non diamo possibilità di lavorare in e per l’Italia. Sarebbe paradossale che su queste quattro azioni cantierabili in poco tempo si procedesse senza una visione di sistema. Senza una visione di scala degli interventi coerenti e interdipendenti. Ravenna rappresenta probabilmente il principale hub italiano in cui questo sistema potrebbe essere perfettamente efficiente, ma questo metodo può ovviamente valere anche su scala nazionale, riducendo i costi, diminuendo le emissioni, creando lavoro e, in questa fase, contribuendo anche a difendere la democrazia e la libertà.”

“Mi appello a Draghi e al Parlamento. Bisogna decidere ora” aveva detto de Pascale. Ecco, qualcosa si muove. Finalmente.

Ma molto, moltissimo resta da fare. Sia sul gas – liquido e non – sia sulle rinnovabili. I prossimi mesi, prima che si entri definitivamente in campagna elettorale per le politiche, saranno molto importanti. Altrimenti toccherà a chi verrà dopo. Ma qui si aprono mille incognite.

Commenti

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  1. Scritto da Eugenio Costa

    È veramente stupefacente la disinvoltura con cui il PD nell’arco di 14 anni è passato dall’essere un fiero e ostinato oppositore al rigassificatore, all’essere il paladino del rigassificatore a Ravenna. Mi spiego meglio, ad uso e consumo dei ravennati, che in tanti hanno la memoria corta o meglio preferiscono mettere la testa sotto la sabbia…. Nel 2008 l’allora sindaco PD Fabrizio Matteucci e la sua giunta con il PRI in testa, si opposero all’installazione di un rigassificatore a mare (a 35 km.dalla costa) sostenendo che Ravenna esportava già il 90% dell’energia prodotta. Ebbene, quel no al rigassificatore, è costato a Ravenna e a tutti i ravennati la bellezza di OTTANTA MILIONI di euro che Eni avrebbe versato, OGNI ANNO, nelle casse del Comune di Ravenna. Il PD, e anche il PRI, dopo aver osteggiato una simile “bubbana”oggi chiedono un rigassificatore galleggiante. Il PRI a fatica ha ammesso di essersi sbagliato, ma dal PD non una parola per giusticare questa clamorosa giravolta.

  2. Scritto da ST

    Il metano è il combustibile fossile più pulito che ci sia.
    Occorre estrarne il più possibile, di nostro, ed importarne compresso, anche per non essere schiavi della Russia di Putin.
    La transizione verso le rinnovabili richiederà ancora anni, ed il metano è il più grande alleato che abbiamo.
    Gli ambientalisti ‘talebani’, che vorrebbero rinunciarci, farebbero impennare ancora i costi dell’energia, porterebbero le nostre aziende ed il nostro Paese fuori mercato, distruggendo imprese, lavoro, futuro.

  3. Scritto da bat

    ottanta milioni in 14 anni, due milioni anno,una parte che si spende per mettere una pezza alla subsidenza,st il gas inquina meno se bruciato ma disperderlo nell ambiente come facciamo noi inquina molto di piu

  4. Scritto da antonio

    Mai una cosa realmente utile ai cittadini o alla città, solo cose inquinanti o pericolose che tutti sbolognano a Ravenna!

  5. Scritto da Giovanni lo scettico

    Mentre leggete questo articolo tanti, tantissimi metri cubi di metano vanno dall’Adriatico alla Croazia, che poi lo rivende a caro prezzo. Mi raccomando, continuate a fare i no TAV, no TAP, no TUTTO…