Jacopo Morrone (Lega): abbiamo subito battuta d’arresto, FDI e FI non polemizzino con noi, concordiamo strategia vincente per il futuro

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Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna, negli ultimi anni aveva inanellato diversi successi elettorali e strappato molti sindaci al centrosinistra, soprattutto nel Forlivese, nel Cesenate e nel Riminese. A Ravenna il colpaccio gli era riuscito solo a Brisighella. Poi il vento è cambiato. Un anno fa le sconfitte di Imola e Faenza. Quest’anno quelle di Ravenna, Rimini e Cesenatico. Sconfitte che bruciano. A Ravenna poi è accaduto una specie di disastro. La Lega ha preso 5.238 voti (8,37%) conquistando solo 2 seggi e facendosi superare da Fratelli d’Italia che di seggi ne prende 3. Ma fanno impressione soprattutto i voti perduti per strada: la Lega ha perso 5.300 voti sul 2016 (furono 10.566 pari al 14,83%), 10 mila voti sulle politiche del 2018 (quando i voti furono 15.423 pari al 17,36%), 18 mila voti sulle regionali del 2020 (prese 23.376 voti e raggiunse il 29,86%). Una débâcle per la quale si cerca un responsabile e il maggiore indiziato è proprio lui: Jacopo Morrone.

L’INTERVISTA

On. Morrone, a cosa imputa il pessimo risultato della Lega a Ravenna? Fattori nazionali, locali o entrambe le cose?

“Ritengo che i fattori siano diversi. In primo luogo, l’astensionismo che ha penalizzato il centrodestra. Un astensionismo non casuale. Si tratta di un messaggio non tanto o non solo rivolto a noi, ma alle istituzioni in generale. Troppe volte in questi anni la volontà della maggioranza degli italiani è stata disattesa. Una riflessione va fatta, non tanto dalla Lega, che denuncia da anni questo ‘vulnus’, ma da chi consente questa situazione irrituale rispetto alle regole costituzionali. C’è poi un fattore dirimente che nelle elezioni amministrative conta moltissimo: in Romagna la rete di potere della sinistra è tuttora molto radicata. Per contrastare schemi precostituiti e operanti da decenni serve una forza d’urto notevole. Penso anche che a Ravenna certi battibecchi nell’area che si contrapponeva alla sinistra abbiano disorientato l’elettorato. Credo che questo risultato sia una momentanea battuta d’arresto, utile a mettere a punto la strategia di una classe politica locale della Lega giovane sul piano dell’esperienza.”

Era sbagliato il vostro candidato o è stata sbagliata la vostra campagna elettorale?

“Filippo Donati era l’uomo giusto al posto giusto. Un candidato competente, serio, capace. Un Sindaco di alto profilo per Ravenna.”

Michele de Pascale era imbattibile? Cioè, aveva ragione Ancarani?

“Michele de Pascale è forse il più dotato nella classe amministrativa piddina romagnola. Non stento a riconoscerlo nel panorama attuale. Ma non è neppure un grande sindaco. Certamente Donati avrebbe potuto fare meglio. Non nascondiamoci dietro un dito: gli elettori del Pd e della sinistra in generale vanno tutti a votare anche turandosi il naso. Non importa se non concordano con i candidati o con la linea politica. Votano ugualmente. È il richiamo della foresta. In partiti liberali, che hanno anche una larga parte di elettorato d’opinione, non c’è questa ‘disciplina’. È un fattore che si deve tenere in considerazione.”

Fratelli d’Italia e Forza Italia mettono nel mirino le debolezze della Lega e la sua gestione della partita elettorale. Qual è la sua risposta?

“Beh, credo che ogni forza politica di centrodestra dovrebbe fare una profonda riflessione al proprio interno. Siamo alleati o no? Crediamo davvero che addossare ipotetiche debolezze a un alleato significhi rafforzarsi nell’opinione pubblica? O forse si reputa utile prestare attenzione a chi vorrebbe una Lega debole e divisa per meri motivi di bottega? Meglio che FDI e FI concordino con noi una strategia vincente univoca per il futuro. Cinque anni passano in fretta.”

Che cosa non va nella classe dirigente della Lega a Ravenna? Che cosa farete?

“Credo che sarebbe ingeneroso e ingiusto addossare al gruppo dirigente della Lega ravennate le responsabilità  del risultato. Certamente ci sono state ingenuità, voci fuori dal coro che non hanno giovato. È una classe politica giovane, capace, ma che ancora deve lavorare molto. Oggi chiunque voglia dedicarsi all’attività politica e amministrativa deve sapere che imbocca un percorso difficile, che occupa molto tempo ed esige dedizione e competenza. È evidente che questo è tanto più complicato in una forza politica non strutturata e organizzata come la nostra, mentre il Pd, invece, può contare su una rete insediata in decenni di potere.”

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Commenti

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  1. Scritto da batti

    provate con onestà intellettuale.

  2. Scritto da Viola

    ” È una classe politica capace” ma chi? Il principe di San Bernardino? Se la classe dirigente è questa, mi auguro,per il bene di Ravenna,che restino all’ opposizione a vita!

  3. Scritto da batti

    preciso”onestà intellettuale “intendo affermare maledetti stranieri, e poi averli nelle proprie imprese e campi agricoli in casa a pulire e assistere, o prima gli italiani e portare i capitali all estero, o dislocare le aziende, vicini al vostro partito, o russi in giro, o essere contro la liberizzazione delle droghe e lamentarsi che ci sono i spacciatori, potrei andare avanti ancora ma basta

  4. Scritto da b

    la lega chiede aiuti a imprese a dipendenti TAGLIO delle tasse, sevizi in più, condonare chi non ha pagato in precedenza. tutti costi mi spiegherebbe per cortesia come trovereste le risorse per finanziare tutto ciò e ripagare il debito già esistente? la ringrazio in anticipo

  5. Scritto da laura

    Ma chi è che deve votare Lega con un consigliere come il Principe di San Bernardino????? su dai…….Ma solo la foto del suo profilo facebock è tutto un programma….. Mi dispiace per Donati che è una grande persona,