FEM NEWS – LA FINESTRA FEMMINISTA / La pubblicità sessista è vietata. Certi messaggi sono offensivi e lesivi, dovrebbero saperlo anche gli amministratori

Assaggiamela per pubblicizzare un aperitivo. Ve la diamo gratis per sanificare case e uffici. Vienimi dietro per uno scooter elettrico. Se me la dai te la pago subito in contanti per un’auto. La diamo a tutti per l’ADSL. Degusta me per un vino. Sono solo alcune delle pubblicità sessiste e misogine che hanno inquinato in questi anni le nostre città e che sono state ritirate ai sensi degli art. 9 e 10 del Codice di Autodisciplina Pubblicitaria del 1975.

Nel Decreto Infrastrutture del 10 settembre 2021 anche al Codice della Strada è stato aggiunto un comma, il 4-bis, che vietata sulle strade e sui veicoli qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto proponga messaggi sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi o messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso o dell’appartenenza etnica oppure discriminatori con riferimento all’orientamento sessuale, all’identità di genere o alle abilità fisiche e psichiche.

È davvero semplice da capire. Proviamo a spiegarlo così: quando pezzi di corpo femminile vengono ridotti a oggetto sessuale disponibili ad libitum e abbinati a un prodotto commerciale in modo del tutto incongruo e pretestuoso, il messaggio è offensivo e sessista. Esempio: se per vendere una focaccia invece di esaltare le sue proprietà organolettiche e la sua certificazione IGP, si utilizza l’espressione La diamo calda, si ricorre ad un immaginario che rimanda a un pezzo di corpo femminile sessualizzato che con tutta evidenza non ha niente a che vedere con la focaccia, ecco che allora il messaggio è offensivo, sessista e lesivo del rispetto delle libertà individuali. Davanti alle giuste contestazioni del messaggio poi arrivano a corollario i puntuali luoghi comuni: è solo una battuta, e fattela una risata. Ebbene da ridere c’é davvero poco, se non nulla.

Nel nostro Paese da quasi 50 anni le comunicazioni commerciali che contengono forme di discriminazione compresa quella di genere sono ritenute illecite e pertanto vengono ritirate. È davvero semplice da capire, ma se siamo ancora qui a discuterne, allora c’è qualcosa che non va. Quello che non va è che non riusciamo ancora a riconoscere che la violenza sulle donne non è solo quella fisica di stupri e femminicidi, che peraltro non accennano a diminuire e dove semmai la violenza ha un suo punto di arresto. La violenza sulle donne inizia con la continua, ossessiva e quotidiana somministrazione di un immaginario stereotipato, sessista e offensivo. Ogni volta che vengono riproposti modelli femminili passivi e stereotipati, per altro assolutamente distanti dalla realtà, si consolida il clima sessista in cui il nostro paese è immerso. Non lo dice Nolite. Lo dice l’Istat.

Dall’indagine del 2019 sugli stereotipi sui ruoli di genere e l’immagine sociale della violenza sessuale è emerso che il 32,5% delle persone intervistate afferma che per l’uomo, più che per la donna, è molto importante avere successo nel lavoro e che per il 31,5% gli uomini sono meno adatti a occuparsi delle faccende domestiche e ancora il 27,9% pensa che sia l’uomo a dover provvedere alle necessità economiche della famiglia.

Il Global Gender Gap Report 2020 del World Economic Forum registra che l’Italia dal 70° posto è arretrata al 76° su 153 paesi. Il Report, che fornisce una panoramica completa del divario globale di genere e degli sforzi per colmarlo, sottolinea che il problema del nostro Paese è nella mancanza per le donne di opportunità e partecipazione alla vita economica, a cui fa seguito la disparità di trattamento salariale che ci colloca al 125° posto.

Sessismo

Quando il vicesindaco di Ravenna è andato in piazza a farsi fotografare mentre acquistava quella focaccia non ha fatto altro, senza neanche rendersene conto, che rafforzare e legittimare quel messaggio sessista da cui ci si aspetta che le Istituzioni prendano le distanze e intraprendano azioni di contrasto, come d’altronde aveva già fatto in modo corretto e tempestivo il suo collega di Giunta l’assessore Giacomo Costantini, direttamente coinvolto in quanto assessore al Turismo. Anche il silenzio del Sindaco, a maggior ragione quando due componenti della sua Giunta si muovono in direzioni così contrapposte, ha qualcosa che assomiglia all’omertà. Perchè avere paura di dire ciò che si pensa? Perchè scegliere di rimanere nell’ombra?

Il sessismo – Nolite non si stancherà di ripeterlo  – è nell’atto di associare il corpo femminile o una sua parte ad un prodotto commerciale che viene idealmente rivolto ad un cliente, uomo, pagante, la cui fantasia ha bisogno di essere sollecitata. Se è troppo complicato, se si hanno le idee confuse, si può anche fare la prova del nove. Se non vale il contrario allora è sessismo. Che sia stata una donna ad avere avuto l’idea pubblicitaria non stupisce e non cambia di una virgola il portato sessista del messaggio. Che siano le donne a garantire lunga vita al patriarcato non stupisce, non scandalizza, non rappresenta una novità. Il problema infatti è di carattere culturale. Non è il genere femminile in quanto tale ad essere capace di riconoscere sessismo e discriminazione. É il femminismo che riconosce e contrasta i meccanismi, talvolta subdoli, di oppressione e violenza che il patriarcato mette in atto anche ai danni delle donne che non ne hanno consapevolezza.

Ma questo forse è un passaggio troppo complesso da comprendere.

Sessismo

FemNews di Nolite

Ogni mercoledì si apre una finestra femminista su RavennaNotizie, dalla quale ogni settimana si respira aria pungente, si espongono germogli al sole, si stende la biancheria profumata al sapone di Marsiglia, si appendono lunghe trecce di aglio e peperoncino, ci si rilassa con un bicchiere di vino e l’ultima sigaretta, si parla con il vicinato, si accarezzano felini senza nome cantando Moon river, si guarda oltre con occhiali di genere. Nasce così una rubrica autonoma rispetto alla testata che gentilmente la ospita, pluralista, apartitica, decisamente femminista, che cerca di trovare il modo di agire per trasformare il mondo. Fem News ha una firma collettiva NOLITE – imperativo negativo latino omaggio alla condivisa cultura umanistica, alla passione politica, alla compulsione alla lettura, alla madre Atwood (Nolite te bastardes carborundorum, Non consentire che i bastardi ti annientino), alla lotta ancillare per dire no al pensiero dominante patriarcale, coloniale e specista.

Commenti

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  1. Scritto da Riccardo

    Quello che è difficile da comprendere, per voi estremiste, perché questo siete, è che è “la diamo calda” è una battuta innocente che il 99% delle persone NON genera scandalo, perché non è sessista può essere squallida, ma bona lè.

  2. Scritto da Porter

    Chiedo scusa, ma girare per strada con calzamaglia vhe mostra il lato B in ogni sua forma e un clamoroso “davanzale” , non costituisce un corpo femminile sessualizzato?
    Il pensiero unico patriarcale e maschilista che nell’articolo si depreca non deve essere sostituito da un pensiero unico femminista.

  3. Scritto da Raniero

    Io dico che i problemi sono altri ,,.l ironia e prendersi in giro e prendere in giro ,, fa parte della vita ,,NOLITE . Vivi e lascia vivere. Per me. Vivresti meglio,,,,. PS. A spingere nell’ acceleratore si cade nel….

  4. Scritto da roberta

    non ne usciamo più davvero.Volete dare peso a delle frasi becere e non vi accorgete dei veri gesti sessisti con cui noi donne dobbiamo convivere ogni giorno.Dal mantenimento esclusivo dei figli da uno stipendio ridotto rispetto agli uomini da lotte continue per imporsi nella vita.Sono 5 giorni che la tirate avanti per una focaccia mettete questa energia nelle azioni importanti se volete ottenere veri risultati.

  5. Scritto da armando

    Poveri noi.- Quando a Bologna per la festa del cioccolato, venne esposto quello maschile, non ci furono proteste maschili, ma solo scandalo femminile!!! ed ora ??? la diamo calda ??? benissimo ..è cosi che la vogliamo.- E’ altro che bisogna guardare.- Le studenti che vanno a scuola quasi nude…le donne cosa dicono ?? rimproverano la prof.- Stamattina in giro per Ravenna, con i primi caldi, ragazze “vestite” di quasi niente..e allora??? nessuno ha protestato!!! Va benissimo cosi’..c’è liberta’…Pero’ vorrei che anche i ragazzi potessero andare “vestiti” cosi, con quasi tutto in bella vista…gli uomini protestano ??? credo di no!!! sarebbero SOLO le donne a scandalizzarsi, ne sono sicuro !!! questi sono problemi del cavolo,,,c’è altro da preoccuparsi.-

  6. Scritto da Andrea

    A me pare che invece di andare avanti si va indietro…Prima si vuole l’emancipazione, poi se alcune donne ne fanno uso per una battuta a scopo commerciale, vengono accusate(da altre donne!) di sessismo. Mi auguro che si tratti di una minima percentuale di estremiste a pensarla così…se no per il tipo che a Natale vende i “marroni caldi”,per quest’anno la vedo molto dura… Insomma,così decretiamo la morte dell’ironia…

  7. Scritto da Nik

    Effettivamente stiamo andando in una direzione assurda.
    Si è criticato anche Biancaneve e 7 nani dove il principe dà un bacio a Biancaneve
    dormiente senza il suo consenso.
    E allora bisognerebbe criticare anche la fiaba dove la principessa bacia il rospo senza il suo consenso e diventa principe. e se lui voleva rimanere rospo?