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LA POSTA DEI LETTORI / L’ospedale disfunzionale

Rendere l'ospedale più funzionale non è un costo aggiuntivo, ma è un risparmio per la spesa sanitaria

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Negli ultimi anni l’ospedale di Ravenna è cresciuto molto… male aggiungerei. I suoi palazzi accozzati l’uno all’altro sembrano il frutto di una brutta allucinazione. Comunque veniamo al titolo: nei giorni scorsi ho avuto un’esperienza con il nosocomio locale, la mia bambina doveva svolgere un’indagine diagnostica in radiologia, regolarmente prenotata. Mi reco così all’ospedale e constato subito che la babele di cartelli stratificata negli anni su muri e vetrate serve soltanto a confondere. Confonde me e decine di altri cittadini che si aggirano smarriti per i lunghi corridoi in cerca di qualcuno che possa dar loro qualsivoglia informazione.

I cartelli sono di ogni forma e colore, con scritte nere su rosso, verde, blu e qualsivoglia altra combinazione invisibile a chi non abbia una vista perfetta. Per rendere meno comprensibile il loro significato alle volte i cartelli sono stampati e poi corretti a penna, oppure altri cartelli contraddicono in toto quelli precedenti. La proverbiale gentilezza Bizantina dei portantini è ovviamente la ciliegina sulla torta.
Per (s)fortuna (avendo avuto altre esperienze ospedaliere) conosco l’ubicazione di uno dei pochi totem in cui si riesce a pagare un ticket con il bancomat. Quindi armato di ricevute mi reco allo sportello della radiologia.

C’è un simpatico vetro che mi separa da una “gentilissima” signora. Il vetro è tappezzato di cartelli dentro e fuori, alcuni sono appesi internamente al mobilio, riprendono lo stile delle indicazioni dell’ospedale (diversa forma e colore, stampati, scritti a mano, corretti, ecc…), per qualche oscura ragione la spazientita signora dell’accettazione da’ per scontato che io e gli altri utenti li abbiamo letti (e compresi) tutti. La cosa è talmente ben studiata che chiunque per farsi capire deve gridare i sui problemi (alla faccia della privacy).

Raggiungo la zona esami e qui, per motivi che non vi racconterò, l’esame non può essere svolto, devo così chiedere il famigerato “rimborso del ticket” per prestazione non fruita.
Rifaccio la fila all’accettazione della radiologia, ricevo un modulo cartaceo prestampato sui cui qualcuno ha fatto un timbro fresco e con quello devo recarmi all’ufficio “tariffazioni”. Lo stesso qualcuno da’ per scontato che cosa e dove sia, così domando alla signora “gentilissima” e m’indica l’ufficio Amministrativo 1 al vecchio ingresso dell’ospedale (ma i sistemi informatici non dovevano semplificarci la vita?).
Vado così all’ufficio Amministrativo 1, che si trova dalla parte opposta del complesso di edifici, raggiunto l’ufficio in questione un bel cartello appeso alla parete m’informa che devo rivolgermi all’ufficio Amministrativo 2! Ovviamente, sempre per chi non lo sapesse, l’ufficio si trova nel vecchio pronto soccorso giusto accanto a dove sono partito prima!

Per ottenere il rimborso devo compilare a mano tre moduli cartacei, nei quali ripeto le stesse informazioni che sono ultra scritte su tutti i moduli di prenotazione e quindi già in possesso della struttura ospedaliera: perdo tempo, spreco carta, rischio errori, MA I SISTEMI INFORMATICI A COSA SERVONO ALLORA?
Mi considero ancora giovane, mediamente istruito, e capace di comprendere le informazioni che leggo, ma la situazione dell’ospedale di Ravenna è al limite del ridicolo, non fosse che gli utenti che si trovano in ospedale hanno tutto tranne che voglia di ridere. Penso agli anziani, ai meno abili, alle persone preoccupate per la loro salute o quella dei loro cari, si può e si deve fare qualcosa per rendere l’accesso e la fruizione dei servizi ospedalieri più facile e più amichevole.
Rendere l’ospedale più funzionale NON E’ UN COSTO aggiuntivo, ma E’ UN RISPARMIO per la spesa sanitaria.
Grazie dell’attenzione.

Mirco

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