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LA POSTA DEI LETTORI / Sulle Casse in avamporto solo obiezioni estetiche, mancano quelle tecniche

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Quello che maggiormente stupisce riguardo alla querelle sui fanghi tra le dighe è che le obiezioni restano solo sul piano estetico turistico. Obiezioni validissime che da sole giustificano il veto a quell’opera priva di senso. Però non pare essere recepita da nessuno l’incontestabile obiezione tecnica riguardante la pericolosità di quelle opere. Infatti le dighe foranee sono dighe sommergibili per loro stessa definizione e già questo dovrebbe consentire una riflessione anche a chi tecnico non è.

 

Sono progettate e costruite solo per creare un canale di calma per le unità in ingresso ed uscita in condizioni meteorologiche abituali. In caso di grande maltempo le dighe vengono sommerse dalle mareggiate, come si è già potuto constatare, e l’idea che un deposito di fanghi al loro ridosso possa restarvi al sicuro può essere espressa solo da quanti mancano drammaticamente di competenza in campo di ingegneria idraulica ed esperienza marinara. Con buona pace dei loro titoli accademici o cariche istituzionali.

Chi ha avuto occasione di vedere le dighe sommerse da una mareggiata da scirocco durante un’alta marea sizigiale comprende bene che i fanghi malauguratamente ridossati dalle dighe sommergibili non resterebbero nel loro invaso e che non resterebbero nemmeno le vagheggiate opere a carattere turistico costruitevi sopra.

Per essere più espliciti, nel caso di questo genere di mareggiata, inevitabile e ricorrente negli anni, i fanghi invaderebbero il canale riservato al traffico mercantile, accompagnati dalle eventuali sovrastrutture (negozi, panchine, alberi) che secondo il progetto dovrebbero essere realizzate sulle casse. Rendendo assai più difficile il ripristino del canale navigabile. Qualcuno ha ragionevoli motivi per ritenere che queste mareggiate non si ripetano in futuro?

Ciò che ancor di più stupisce è che questa soluzione sia stata proposta addirittura dalla Capitaneria di Porto tramite un suo alto ufficiale, come affermato lunedì 9 scorso dal Presidente Di Marco. Stupisce che il responsabile alla Sicurezza di quell’ente, oltre ad ignorare gli effetti delle mareggiate, non noti che la cassa di colmata sulla diga sud sia progettata esattamente sull’unica superficie acquea riservata al traffico del diporto, ponendo così nuovi interrogativi: si pensa di escludere il diporto dal comparto? Ovvero di istituire un semaforo? Oppure il canale attualmente riservato al diporto è esageratamente ristretto?

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