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LA POSTA DEI LETTORI / Gioco d’azzardo: il Comune è in ritardo con l’elenco dei luoghi sensibili

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Siamo intervenuti pubblicamente e fra i primi nel denunciare la situazione in cui versa il gioco d’azzardo nel Comune di Ravenna e ovviamente condividiamo gli interventi dei politici che hanno mostrato sensibilità sul tema e le inchieste svolte dai mezzi di informazione.

Da un lato i numeri dell’Agenzia dei Monopoli di Stato confermano una spesa sul gioco che nel 2016, solo nel Comune di Ravenna, è stata di 700 milioni di euro, di cui ben 480 destinati alle slot e alle videoslot. Dall’altro lato l’Amministrazione comunale registra un grave ritardo sulle modalità applicative della Legge Regionale del 2013 che, pubblicata lo scorso mese di giugno, chiedeva di predisporre entro sei mesi (ovvero entro lo scorso dicembre del 2017), un elenco dei luoghi sensibili, dando poi mandato alla chiusura delle sale gioco ubicate a meno di 500 metri dagli stessi.  

L’Amministrazione di Ravenna, diversamente da altri principali Comuni della Romagna, ha colpevolmente tralasciato questo adempimento. Forlì e Cesena, ad esempio, hanno predisposto l’elenco e la mappatura già lo scorso anno, iniziativa che potrà portare alla chiusura di diverse sale gioco, rispettivamente 144 su 175 totali e 91 su 99 a Cesena. Rimini, sempre rispettando i tempi, ha già individuato i luoghi sensibili deliberando l’elenco nei sei mesi richiesti dalla Regione.

Fermo restando che chiudere le sale gioco non è la risoluzione al problema, questo è comunque uno dei pochi strumenti a disposizione di una amministrazione comunale per spazzare via alcune di queste sale dalle città concretizzando, quando possibile, il contrasto al gioco d’azzardo.

Per evitare che sul tema del gioco compulsivo si continui con la retorica e il contrasto non diventi l’ennesima promessa pre elettorale, chiediamo pubblicamente un intervento dell’Assessore alle Politiche Sociali nonché a tutti i gruppi consiliari di mettere in calendario questo lavoro senza ulteriori ritardi, recuperando il tempo perduto e rendendo concreti gli slogan che sempre più spesso attraversano la politica.

Paolo Guerra, Presidente Assoraro

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