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LA POSTA DEI LETTORI / Sigarone e Silos Granari in Darsena, siti emblema della decadenza della città

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In Darsena di città ci sono vari edifici di archeologia industriale: ne cito uno in destra, il Sigarone, uno in sinistra, Silos Granari, per semplificare. Perché nessuno se li tira? Perché gli oneri, superano di gran lunga i guadagni, scoraggiano gli investitori, conti alla mano: ho predisposto progetti, conti economici dal 2004, sul Sigarone, sto progettando su Silos Granari, dopo diversi anni di studi. So quel che dico.

Aggiungo, che ho progettato a livello esecutivo, l’ex Consorzio Agrario. Vessati da balzelli economici e normativi impossibili (non lo dico io, ma il mercato), sono dei malati gravi, a cui fino ad oggi si è risposto con l’aspirina, quando non con l’indifferenza. I proprietari compiono ogni sforzo per tenerli in piedi, con interventi tampone, ma non è certo, quanto reggeranno.

Sono l’emblema della decadenza della città, del qualunquismo, che porta la classe politica, ad occuparsi innanzitutto, di palazzetti elettorali, di passerelle per guardare il degrado della Darsena di città, quando semplicemente chi ha due occhi, già ben vede in epoca “sospetta”, si mettevano almeno delle quinte, per coprire i fabbricati degradati al passare del podestà.

Che fare, per allontanare il partito dei demolitori? Se intervento pubblico diretto deve essere, sia, io lo preferisco. Ma a certe condizioni virtuose. Se questo non esiste e non esiste, perlomeno a Ravenna, si agevolino i privati. Da un lato si liberalizzino gli usi, a tutto ciò che è compatibile, dal punto di vista sanitario, con la residenza, perché con temi turistici o culturali, obbligatori, ad esempio, io privato, per superfici di 5-6.000 mq, da mantenere in monovolume interno, mi devo arrampicare sugli specchi. Poi non dico incentivare, ma almeno togliere i balzelli economici: credetemi, sarebbe già un buon viatico. Serve variare normativamente, 16 parole su 200.000, del POC Darsena.

A fronte di ciò, si deve procedere, con un rigoroso progetto conservativo, e qui sarei molto intransigente, che vada a salvaguardare, le parti poste in regime di vincolo e quelle, che anni di università e professione ben spesi, di architetti, suggeriscono di mantenere ulteriormente. In ambito spaziale poi, vada mantenuto, il traguardo visivo interno dell’intero complesso, sui tre parametri, altezza larghezza, lunghezza, almeno da due punti opponibili o no, silenziosa Principessa Ravenna, chiusa nella tua fredda stanza?  

Daniele Vistoli  

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