Le Rubriche di RavennaNotizie - La posta dei lettori

Un cittadino della via Ravegnana: siamo trattati come cittadini di seconda categoria

Più informazioni su

Mi rifaccio ad altre mie esternazioni di anni fa, nei quali mettevo in luce come cittadini della via Ravegnana, vengano trattati come cittadini di seconda categoria nei confronti di altre zone del ravennate. A parte la chiusura del ponte delle Assi che ha messo in ginocchio la viabilità da e per il forlivese, dobbiamo lamentare la lontananza degli Enti che dovrebbero essere al servizio del cittadino, quali il verde pubblico e la polizia municipale.

Nella fattispecie, dopo svariati esposti inviati alla municipale per mantenere alta l’attenzione sul traffico della Ravegnana, sono stato contattato telefonicamente da una funzionaria che aveva promesso di riservare lo spazio per controlli sulla velocità nel pezzo che dalla rotonda Irlanda porta al ponte delle Assi, promessa mantenuta dalla stessa per solo due volte delle quali ho anche la prova fotografica; perché dobbiamo rischiare la vita ogni giorno per attraversare la strada per portare i cani a fare pipì.

Perché nel poco verde che l’amministrazione comunale ha lasciato fra case e palazzi lungo la pista ciclabile, ci sono arbusti alti quasi come una persona in quanto non manutentati dal verde pubblico, nido di rettili e topi che hanno più volte fatto visita a coloro che hanno un giardino in corrispondenza dello stesso?

Poi paghiamo per errore la Tari due volte e nessuno ti risponde… sono profondamente deluso dal Sindaco e da tutta l’Amministrazione comunale, come da quella Regionale e Statale. Tutti e dico tutti tengono calda la propria poltrona cercando di non perdere consensi prendendo in giro il cittadino con promesse che rimangono inevase sempre e comunque.

L’Italia, il Bel Paese, è diventata il fanalino di coda dell’Europa e questo a unico favore della Casta e a sfavore del Popolo Italiano. A casa… tutti a casa… forse non avete capito che il non voto è la cosa da combattere perché ogni cittadino dovrebbe essere obbligato ad esprimersi e molto probabilmente non saremmo sulla sponda del baratro.

Maurizio Marendon – Ravenna

Più informazioni su