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Coronavirus. Applausi e ringraziamenti di una ravennate alle guardie giurate degli istituti vigilanza

Buongiorno RavennaNotizie,
sono Veronica, ho 26 anni e abito a Ravenna, leggendovi quotidianamente. Oggi  ho pensato di scrivervi per ringraziare una fetta di lavoratori che sta continuando in modo instancabile a lavorare per garantire sicurezza ai cittadini.

Parlo delle guardie giurate dei vari istituti di vigilanza della città, e in particolare di mia mamma Anna e del mio patrigno, Davide: non vivo più con loro da quasi un anno, però era tradizione riunirci a cena a casa loro almeno una volta a settimana.

L’ultima volta che ho potuto mangiare le loro gustose specialità, davanti a una tavola imbandita e accogliente, al loro fianco e in compagnia di mia zia Licia (che lavora in ospedale, con coraggio ed immutata efficienza), risale a un mese fa: a causa dell’emergenza COVID-19 non mi è più stato possibile raggiungerli.

Nonostante questa quarantena, la mia famiglia continua a lavorare seguendo le norme recenti: è risaputo che il mestiere di guardia giurata, per quanto sia spesso sottovalutato e poco tutelato, è pericoloso e non tutti hanno la costanza di intraprenderlo; li ho sempre visti tornare a casa a seguito di turni sfiancanti, spesso continuativi e spesso frenetici.

Ora che nel mondo imperversa un’emergenza sanitaria eccezionale ed estremamente pericolosa, loro non hanno mai dato segno di cedimento: si alzano la mattina alle quattro, quando ancora tutta la città dorme, cercando serenità in qualche sogno anziché nella reale quarantena.

Poi vanno a lavoro, e spesso finiscono il loro turno che il tempo del pranzo è ormai bello che concluso: li chiamo al telefono e percepisco il tono stanco, spesso sfinito quasi, ma ciò che spicca maggiormente è la loro intenzione, rimasta invariata, di garantire sicurezza e di fornire un servizio alla cittadinanza estremamente importante, anche in tempi così duri.

Non nascondo la mia preoccupazione: questo virus non ha privato le persone della quotidianità (a volte data per scontato), ma anche della salute, o della possibilità di assistere i propri malati, di salutarli un’ultima volta… E certamente in un clima così complesso e doloroso non posso che rivolgere sempre un pensiero affettuoso, preoccupato e speranzoso alla mia famiglia, molto più a rischio di me, al sicuro in casa.

A volte non ci si rende conto di quanti sforzi stiano compiendo persone come mia zia, che lavora in ospedale, o come mia madre e il mio patrigno, guardie giurate: ed è nel mio piccolo, dal mio portatile, da queste quattro mura, che invio una lettera di complimenti, di incoraggiamento e di lode alle persone che amo maggiormente.
Non solo perché sono la mia famiglia, ma perché non si stanno arrendendo e, nonostante possano rischiare ogni giorno di ammalarsi, sono ligi al dovere, con una forza e una volontà tali che auguro di avere sempre anche io.

Ravenna è senz’altro una città più sicura anche e soprattutto grazie a loro.

Un applauso virtuale è doveroso, nella speranza che presto la nostra quotidianità ritorni, in punta di piedi, tornando a sorprenderci: ma soprattutto, tornerà il momento per abbracciare le persone dalle quali siamo state separate.

Veronica

Commenti

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  1. Scritto da olivia

    Tutte quelle persone che rischiano per noi meritano applausi e ringraziamenti, hai ragione!!! AUGURI A VOI…e a tutti noi!!!