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E-55, opera inutile e megalomane

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E dai e dai… eccola finalmente! Proprio ci mancava questa ennesima cementificazione nelle campagne del Delta, cioè nell’ultima “prateria” rimasta. Sembra di stare negli anno ’60: cementificazione a gogo… e sembra che abbiamo un paesaggio di ricambio, quando invece non ne abbiamo più, e poco ci importa del “grigio” onnipresente in cui faremo vivere i nostri figli e nipoti. Siamo talmente ubriacati, con queste “grandi opere”, che non ne capiamo più il senso: queste devono essere utili ai cittadini, non alla speculazione, e questa nuova autostrada è una speculazione travestita di “vitale importanza”. Non siamo l’Australia vuota, questa è l’italietta satura. Dove vogliamo vivere domani? Fra piloni e urbanizzazioni? Non se ne può più di transenne rosse… basta con lo scempio del territorio.

C’è bisogno di una sola grande opera: la manutenzione! Abbiamo strade vergognose tanto sono malmesse, ci cascano addosso i ponti, piove un giorno e frana giù tutto… sistemiamo l’esistente invece di “mangiarci” l’ultimo territorio rimasto. C’è un grande lavoro da fare: un grande piano di manutenzione, questo sì farebbe bene all’economia e porta lavoro alle nostre piccole-medie imprese… non le grandi opere in stile anni ’60. Senza ‘sta benedetta E-55 sembra che dobbiamo crepare tutti… sistemiamo la Romea piuttosto (e le altre statali, imbarazzanti).

Questa E-55 avrà un impatto pesante, attraverserà la piana del Mezzano (che chiamiamo Texas, perché è l’ultimo paesaggio aperto rimasto), fiancheggerà la valle di Comacchio con effetti sul suo ecosistema, attraverserà con violenza le campagne del Delta ferrarese fino al Veneto. Come ogni nuova strada cambierà la “destinazione d’uso” di ampie zone, cioè nuove urbanizzazioni dove oggi non sono permesse. È un’opera megalomane più dannosa che utile; domani ci sarà delusione perché non ci passerà il traffico che ci si aspettava… insomma ci sveglieremo un po fregati e più abbruttiti. Andrà così, si accettano scommesse.

Ciò che resta del paesaggio non è roba per snob radical chic, è una questione seria, è la nostra assicurazione per il futuro, e non abbiamo più territorio da sacrificare, basta… l’è finì! Ci trastulliamo con questa storiella del “belpaese” quando è quasi scomparso, perché troppe volte abbiamo seguito i pifferai di Amlin del cemento, come accadrà anche questa volta.

F. B. Ravenna

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Commenti

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  1. Scritto da mg

    Completamente d’accordo e le merci in Italia da nord a sud e viceversa, solo via mare! Altro che nuove strade…

  2. Scritto da Giovanni lo scettico

    Gentile F.B. la E55 non è un’opera megalomane, è un’opera indispensabile. Ravenna manca di collegamenti, e ne soffre pesantemente. Lei dev’essere uno di quelli che quando fecero la E45 dicevano: ma non ce n’è mica bisogno, basta pure il Dismano! Ah, poi il pifferaio era di Hamelin, bastava un attimo su Google.

  3. Scritto da f.b.

    Quando hanno fatto la E-45 neppure c’ero, non credo comunque ne avrei criticato la realizzazione, era un’altra Italia bisognosa di tutto e completamente scollegata. Adesso però anche basta cementificazione….la invito ad aprire una carta stradale del centro-nord e riflettere sull’arancione delle strade, sembra un quiz da settimana enigmistica: da un lato il cane, in fondo al groviglio le salsiccie: quale via dovrà prendere il cane per arrivare alle salsiccie? La A la B la C….? Una ragnatela a dir poco soffocante. Non basta ancora?
    Lei non riesce a convincermi anche se è bravino con Google: questa E-55 è un’opera megalomane, uno scempio ambientale e la fine dei nostri ultimi paesaggi, cosa di cui a lei importa poco. La speranza è che non siano tutti dietro al pifferaio….di Hamelin.

    f.b.

  4. Scritto da Giovanni lo scettico

    Gentile F.B. lei sembra non sapere che Ravenna è una città con pochissimi collegamenti, che però funzionano male. La Romea è sempre intasata, e attraversa un sacco di paesini che fanno cassa con l’autovelox, idem per la Reale, per l’Adriatica e per la Ravegnana. Anche la Faentina non è granchè ma lasciamo perdere. Sono tutte strade che andavano raddoppiate già nel dopoguerra, ma a causa del malgoverno ciò non è stato fatto e ora ne paghiamo le conseguenze; in più adesso c’è il problema dei fanatici che gridano al consumo di suolo come se facendo una strada si aprisse una voragine fino al centro della terra. A questo punto cosa vogliamo fare? Lasciamo che le altre regioni diventino competitive mentre noi restiamo indietro? Poi non lamentatevi se le cose vanno male.

  5. Scritto da f.b.

    Non sono mai d’accordo con i “talebanismi”: quei romantici che vorrebbero riportarci al ruralismo dell’800, e quelli opposti che vorrebbero asfaltare anche i sentieri di trekking. Sono sbagliati entrambi, la verità stà nel mezzo. Se Lei mi colloca fra i primi sbaglia, perché con gli ideologismi non vado d’accordo. Stò nel mezzo e mi guardo attorno: siamo circondati da brutture. Guardarsi attorno e riflettere: pochi lo fanno.
    Non mi convincono quei “lungimiranti” che vorrebbero questa Romagna sempre più urbanizzata, un albergo a ore per “competitivi” frettolosi che vogliono fare presto ad arrivare, e presto a tornare, e il prezzo che pagheremo….è un particolare secondario e un prezzo per il progresso, quale progresso? Quello che ci divora il territorio? Il “patrimonio paesaggio” non è solo nostro, appartiene anche a chi verrà dopo di noi, e non abbiamo il diritto con le nostre onnipotenti necessità di occuparlo tutto con infrastrutture a dir poco impattanti (quanto davvero utili, oggi?). Non c’è più spazio per un modello da anni ruggenti, anch’io lo vorrei ma è finito lo spazio. Non Le sembra che ci siamo abbruttiti abbastanza? Ancora colate di cemento? Perché questa E-55 non finirà con se stessa, cambierà la destinazione d’uso di ampie aree da inedificabili a edificabili, insomma sdoganerà paesaggi rurali per nuove urbanizzazioni, e saranno transenne rosse fino al Veneto; su questo “effetto collaterale” nessuno mai ci ragiona, perché? Vuoi vedere che ‘sta E-55 è il cavallo di Troia per ben altre “meraviglie”?
    Siamo circondati da brutture per la miseria…..rimane un po di campagna attorno al Delta e vogliamo prenderci pure quella! Ma sì….facciamoci passare sopra un’autostrada, con un bel fungaio attorno di grigi scatoloni e villaggetti a schiera.
    Questa “vacca sacra” di E-55 sembra essere una questione di vita o di morte, la grande occasione perduta, un dramma per l’economia….ma dai: siamo sommersi da strade! Le infrastrutture che ci servivano sono state fatte tutte e di più, sono malmesse da molti anni; non riusciamo a tenere in ordine l’esistente, che ci casca addosso, e vogliamo farne di nuove! Povera Romagna….nelle mani del genio-guastatori.

    f.b.