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Il tema tutela e salvaguardia dei capanni da pesca venga inserito agenda della Commissione Pesca a Bruxelles

Mi permetto di intervenire anche io, fruitore delle valli, delle pinete e dei capanni (senza essere in quota con alcuno) grazie ad alcuni cari amici che mi hanno accompagnato in questo “fantastico mondo” e dai quali, quando ero consigliere comunale, ho raccolto idee, problemi e progetti. Un mondo fatto di capannisti anarchici quanto sognatori, romantic ed appassionati del’ambiente.
La tesi esposta dal Vice Sindaco Eugenio Fusignani, che mi pregio di conoscere bene, sulla storicità, il valore paesaggistico, sociale e culturale fu quella che introdussi durante la mia consigliatura, subito all’inizio della discussione sul regolamento dei capanni, allo scopo di sfuggire da leggi, regolamenti e da quelle norme sovraordinate che nessuno conosce, ma che sempre incombono in queste situazioni.
Sinceramente non solo la maggioranza, ma neppure l’opposizione di cui a quell’epoca facevo parte, seguirono con convinzione questa prooosta. È chiaro, la maggioranza voleva continuare a gestire la partita dei capanni come una opportunita’ elettorale lasciando procedure farraginose che “… dovevano essere gestite caso per caso …”, mentre in opposizione ciascuno, e qualcuno più di altri, non voleva condividere alcuna proposta con altri colleghi forse per non perdere prestigio, ma certamente per portare a se un po’ di voti in più. Quella competizione del centro destra locale che potrebbe starci, ma che spesso sfocia nella divisione, quanto mai evidente anche in questa campagna elettorale.
Per non tenerla lunga, penso che, dopo tutti questo anni, sia da un lato che dall’altro della politica locale, non si arriverà a trovare una soluzione. Certo, il problema è complesso e ad ogni tornata elettorale i capannisti, come le cooperative che li rappresentano, si muoveranno in ordine sparso con scarse possibilità di fare lobby. Qualche anno fa, grazie ad una persona generosa e ad un gruppo di amici curiosi anche più di me, sono stato a Bruxelles ed ho visitato il parlamento europeo. Uno dei miei scopi era proprio quello di parlare con alcuni membri della Commissione Pesca e ci riuscii.
Ho condiviso con loro questo problema, cosa che chi fa politica per mestiere avrebbe dovuto fare da tempo, e giungemmo ad una conclusione. L’unico modo per salvare i capanni, superando le pastoie legislative comunali e regionali e le invidie di quartiere, e’ quello di lanciare una call europea. Ovvero coinvolgere altri Paesi come ad esempio il Portogallo, la Francia, la Romania e l’Ungheria per proporre, in sede europea, una chiamata comunitaria sul tema della tutela e della salvaguardia dei capanni da pesca per motivazioni storiche, culturali e sociali.
Ritengo che questo sia l’unico percorso concreto per arrivare ad una possibile soluzione. Attraverso un movimento di opinione trasversale a tutti i partiti e i movimenti, con l’aiuto di alcuni esponenti politici europei ai quali chiedere di inserire questo tema nell’agenda della Commissione Pesca, con l’obbiettivo ultimo di proporre un Regolamento specifico. Una delle persone con cui ho parlato a Bruxelles purtroppo non c’è più e spero che questo indirizzo possa essere raccolto da qualche esponente locale, anche partendo dal Comitato delle Regioni.
A chiunque ritenesse di prendere in mano questa partita, voglio ricordare che Assoraro è molti dei sioi componenti, sono a completa disposizione.

Paolo Guerra
Presidente Assoraro