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Eugenio Fusignani (PRI): contro la carenza di medici puntare sul rapporto con l’Università

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La carenza di medici preoccupa non solo per le contingenze ma soprattutto per le prospettive. Infatti la situazione dei medici di base si somma a quelle delle criticità riscontrabili anche nel nostro ospedale e questo inquieta soprattutto per la pandemia ancora prepotentemente in atto e per quello che potrebbe determinarsi nell’autunno, magari col riproporsi di nuove varianti.

Invece ci sarebbe bisogno dei medici di base non solo per integrare il grande carico di lavoro che sopportano gli ospedalieri, ma anche per dare risposte efficaci ai bisogni sanitari del territorio. Infatti con soli 11 posti coperti sui 39 necessari, appena il 28% della copertura richiesta, a soffrire saranno soprattutto le frazioni del forese. Le stesse “case della salute”, importanti presidi sanitari territoriali, rischiano la loro presenza o, in caso, la loro nuova istituzione, proprio per la carenza dei medici di base.

In questo quadro credo divenga ancor più imprescindibile contare sulla valenza dell’Università col suo corso in Medicina e chirurgia che, proprio a Ravenna, ha una delle due sedi romagnole. Un ruolo quello dell’Università che andrebbe messo in valore in un rapporto biunivoco: da un lato un aumento della qualità didattica con l’integrazione importante tra studio-ricerca e pratica, e dall’altro l’aumento della qualità dell’offerta sanitaria con l’impiego dei giovani laureandi. In ogni caso una ricaduta positiva per tutti: università, ospedali, medicina territoriale e, soprattutto, cittadini.

Perché la sanità necessità di idonei spazi per le cure, adeguati organici di personale sanitario ma, in primis, dell’imprescindibile e insostituibile presenza di medici senza i quali la salute dei cittadini resterebbe solo un bellissimo nobile diritto sancito dalla nostra Costituzione.

Eugenio Fusignani

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Commenti

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  1. Scritto da Lorenzo

    Ma io mi domando ma è mai possibile che lei, che è vero che è vicesindaco, ma che di professione fa il geometra, o geometri secondo la versione romagnola della parola e chi la ha preceduta che non ho mai capito che lavoro abbia fatto, vi mettiate a parlare di sanità senza sapere neanche di cosa state parlando? Sono decenni che mancano i medici, esattamente da quando qualcuno disse che i medici erano troppi e che serviva fare una programmazione. Di per sé, il discorso aveva un senso, peccato che poi sia stato declinato all italica maniera, con il numero chiuso alle facoltà di medicina. Il problema è che evidentemente mai nessuno si è posto il problema di quanti ne vanno in pensione all anno, considerato che finita l università occorrono mediamente altri quattro anni di specialità prima di poter essere utilmente impiegati. Quindi tutte ste elucubrazioni sono veramente fuori posto. Infine, ma chi vi ha detto che un medico laureato a Ravenna voglia lavorare per la nostra Ausl? Io di sicuro non lo farei, attrattività zero, conduzione aziendale non valutabile a voler essere buoni. Fate i bravi, provate ad occuparvi di questioni delle quali forse avete qualche cognizione. ovviamente se mi permetto di commentare, è perché evidentemente qualche esperienza sul personale del SSN e SSR la ho avuta.

  2. Scritto da cromwell

    L’ha già detto Mingozzi sei ore fa. Bisogna essere più svelti- Repetita (non semper)iuvant.