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C’è la siccità, ci chiedono di risparmiare acqua ma non riescono a riparare subito la tubazione: già persi 20 mila litri

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Il 23 luglio alle ore 18:00 ci siamo accorti che a Ravenna in via Zanzanigola sgorgava copiosamente acqua dall’asfalto. Abbiamo prontamente allertato Hera in merito alla rottura di un tratto pubblico di alimentazione idrica, la quale è intervenuta scrivendo sull’asfalto “Hera”. Alle ore 17:00 del 24 luglio abbiamo sollecitato l’intervento, precisando che dalla falla sgorgavano presumibilmente da 2 a 4 litri d’acqua al minuto. Al nostro ultimo controllo verso le 22:00 la situazione era immutata. Volendo considerare un’ipotetica fuoriuscita minima di 2 litri al minuto per il periodo osservato di 28 ore, si può calcolare una perdita di almeno 3.360 litri d’acqua. Il problema non è risolto e la stima su 28 ore potrebbe in realtà essere il doppio di quella calcolata.

Alle ore 20:00 del 25 luglio l’intervento non era ancora stato effettuato: la stima di perdita di acqua nelle 50 ore di osservazione è quindi di almeno 6.500 litri di acqua. La società Hera dopo un nuovo sollecito ha dichiarato di aver incaricato una ditta esterna ma di non saper stimare se l’intervento avverrà o meno entro 24 o 48 ore. Significa che la perdita di acqua a causa del mancato intervento potrà attestarsi tra 10 e 20 mila litri.

Un tecnico intervenuto ha dichiarato che sono normali queste tempistiche viste tutte le rotture presenti in città. L’attuale situazione idrica mette il problema sotto la lente d’ingrandimento e ritengo che ora vada affrontato da enti e istituzioni competenti, non si può e non si deve accettare come “normale” che la rottura di una tubazione possa comportare la perdita di 20.000 litri d’acqua. Non più ormai.

In questo grave periodo di siccità in cui tutti i cittadini sono chiamati a contribuire al risparmio idrico osservando restrizioni sempre più rigide, ci si chiede perché Hera non riesca ad intervenire prontamente per salvare migliaia di litri d’acqua.

Enrico Amici – Ravenna

Perdita acqua

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Commenti

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  1. Scritto da Giovanni lo scettico

    E io pago…

  2. Scritto da leo

    forse hanno mandato ad irrigare il futuro campo da golf

  3. Scritto da Anna

    Fosse solo quella la perdita saremmo signori, tubature mai rifatte in tutta la provincia, sono ancora quelle degli anni 50/60, mai fatte le casse di espansione lungo i nostri fiumi per immagazzinare acqua pie le irrigazioni , un territorio praticamente abbandonato da decenni, abbiamo avuto amministratori ciechi e sordi, ma li abbiamo pagati bene come se avessero fatto il loro dovere, e adesso?, sicuramente solo lamentele e niente responsabili.

  4. Scritto da franco

    @ Anna: le casse di espansione, lo dice il nome, servono a raccogliere le acque per avere delle tracimazioni controllate in caso di abbondanti piogge, si informi prima di “blablare”
    @ Enrico: curiosità: come avete fatto a misurare la quantità d’acqua che fuoriesce? L’avete raccolta da terra e messa in un misurino? Chiedo per un amico….

  5. Scritto da roby

    Quale che sia la fuoriuscita d’acqua, ciò non toglie che tempi di reazione così lunghi non siano tollerabili in un periodo in cui si chiede sacrificio a tutti e particolare attenzione agli sprechi. Dalle segnalazioni che leggo di continuo su fb la nostra rete è un colabrodo e i tempi di hera sono di intere giornate. Personalmente non so chi dovesse fare la manutenzione in questi anni, certo è che chiedere degli sforzi, quando la gestione è/è stata questa, mi sembra veramente ridicolo. Per la serie, armiamoci e partite!

  6. Scritto da Anna

    Signor Franco , non si agiti, nel mondo dell’ingegneria idraulica, antichissima in tutta Europa e paesi arabi, le portate dei fiumi certamente erano studiate sia per creare argini, sia per le casse di espansione, che non sempre poi le acque vengono restituite al fiume, ma si possono creare delle oasi utilizzate anche per l’avifauna, mentre nei nostri Appennini italiani si creano con i torrenti i laghetti collinari con i quali, le acque possono essere usate per irrigazioni o a scopo domestico, abbiamo poi i nostri consorzi di bonifica che hanno esperienza di almeno 200anni, se si vuole organizzare il territorio le menti e la tecnologia c’e e costa al cittadino sempre meno dei disastri alluvionali .

  7. Scritto da Claudio

    Perfettamente d’accordo con Enrico !

  8. Scritto da franco

    gentilissima sig.ra Anna, si tranquillizzi ma, ripeto, si informi sulle realtà locali prima di “blablare”.
    Le portate dei fiumi nell’antichità, non hanno nulla a che vedere con quelle attuali, sia a causa dello sfruttamento delle acque sia a causa della riduzione delle precipitazioni. Fare nuovi bacini “imbriferi” (scusi la citazione corretta) nel nostro territorio (francamente di paesi arabi e resto d’europa interessa nulla) significa lasciare a secco la vallata sottostante, permettendo al cuneo salino la risalita dando così inizio ad un processo di “morte” della avifauna nelle aree di foce.
    I consorzi di bonifica, gestiscono l’acqua sul territorio, mica la inventano tant’è che l’acqua del CER viene prelevata dal Po e non da fonti locali poichè non garantirebbero sufficiente portata.

  9. Scritto da Marco

    @ Roby: cit “…segnalazioni che leggo di continuo su fb la nostra rete è un colabrodo”..
    Ok, se le fonti per fare valutazioni sono queste, allora mi arrendo, hai vinto tu!

  10. Scritto da Anna

    Purtroppo non si vuole mai ammettere che ogni emergenza è dovuta a cattivo lavoro e a poca lungimiranza

  11. Scritto da franco

    @Anna, ma al di là dei facili proclami “popolar-qualunquistici”, qualche suggerimento per non avere situazioni di emergenza?
    Potremmo chiedere a qualche stregone della pioggia, che ne dice?