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Pasquale Minichini: La “duna ENI”, un piatto di leticchie

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Nella toponomastica cittadina è entrata di diritto la Duna Eni. Di norma l’intitolazione dei luoghi pubblici è attribuita a patrioti, statisti, poeti, santi, benefattori, ecc. In questo caso, il beneficio ricevuto da Ravenna non è altro che l’accelerazione dell’indice di subsidenza prodotta dall’estrazione del metano sotto costa. Di qui i 500 mila euro sborsati dall’ENI per realizzare delle passerelle di legno “a salvaguardia” (dicono loro) del tratto di duna tra i bagni Ruvido e Tamerici, sulla spiaggia di Marina di Ravenna. 

Nella commissione consiliare del 23 settembre scorso, a cui ho partecipato come esperto di Lista per Ravenna, ho avuto modo di argomentare, per motivare il no di Lista per Ravenna, come si tratti, al massimo, più che di un intervento di tutela, di un’operazione di maquillage. È vero che le dune, essendo vive, soffrono quando non si fa nulla per preservarle sia dai calpestii dell’uomo, sia dalla forza bruta del mare. Ma allora – ho indicato – c’è una zona che necessiterebbe veramente di essere restaurata per essere fruita decorosamente: la macchia mediterranea a ridosso della spiaggia a Nord di Lido Adriano, che versa in condizioni disastrose e impresentabili. Si sposti lì il progetto, magari adattandolo al luogo. Se poi non si pensa solo al maquillage, ma anche e soprattutto alla difesa del litorale, ho proposto di aggiungere questo importante mezzo milione di euro ai milioni già previsti per mettere in sicurezza la zona a sud di Lido di Dante, salvaguardando così l’intera Riserva naturale statale, da cui la pineta Ramazzotti sta scomparendo a vista d’occhio a causa della veemenza del mare. E poi, dal momento che questo progetto viene definito “sperimentale”, ho chiesto se è giusto continuare a riversare soldi in acqua, dal momento che tutta la costa ravennate risente di strategie sperimentali milionarie che non hanno dato i risultati previsti. È sufficiente osservare l’esito dell’ultimo intervento, ossia la ricalibratura delle scogliere davanti a Lido di Dante: alla prima maretta, l’acqua ha fatto il suo ingresso nell’abitato. Sull’inutilità delle passerelle sulla “Duna ENI”, duri sono stati, in commissione, gli interventi di tutti i commissari appartenenti ai gruppi di opposizione rappresentati in consiglio comunale: Lega Nord, M5S, Ncd, FI e, appunto, Lista per Ravenna. Ma nemmeno la rappresentante di Sel, che pur condivide, nel bene e nel male, l’operato della maggioranza Pd, è riuscita a smuovere le acque. L’unico favorevole è stato, come sempre, il rappresentante del Pd, che non è intervenuto sulla bontà dell’opera, di cui forse neanche lui è convinto, ma sulla necessità di sfruttare i cinquecentomila euro “regalati” dall’ENI. In realtà, un piatto di lenticchie di fronte ai danni prodotti dai pozzi metaniferi a pochi metri dalla spiaggia stessa. Niente da fare. Il progetto va avanti perché, hanno tenuto a sottolineare gli assessori, questo pezzo di duna deve essere riqualificato e la decisione della giunta comunale non è revocabile. Vano è stato anche l’ammonimento di Alvaro Ancisi, che ha ricordato come le deliberazioni che impegnano risorse economiche sui futuri bilanci comunali, in questo caso per le manutenzioni necessarie alle passerelle sulla duna, richiedono anche l’approvazione del consiglio comunale, unico organo in cui siedano anche le opposizioni.

 

Pasquale Minichini

Capogruppo di Lista per Ravenna nel Consiglio territoriale del Mare

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