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Eugenio Fusignani (Pri): “Daini, il punto di equilibrio fra diritto, giustizia, etica, ecologia”

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La notizia di un altro incidente avvenuto tra un automobilista e un daino mi ha convinto ad intervenire su una questione, come quella del prelievo selettivo dei daini della Pineta di Classe che continua a tenere banco fra polemiche e sentimentalismi.

Pur consapevole che la Provincia abbia deliberato il prelievo selettivo nel pieno rispetto di procedure, leggi, normative e criteri di corretta gestione faunistica, resta del tutto evidente che i metodi di prelievo, quand’anche legittimi, siano eticamente non comprensibili per le sensibilità di una società come la nostra che, nel bene o nel male, resta la società in cui viviamo ed operiamo.

E poco importa se gli abbattimenti selettivi sono prassi normale per diverse specie: evidentemente questa dei daini, un po’ come per il tacchino graziato della festa del ringraziamento, ha scatenato un movimento di opinione che, fin dalla non tanto calda estate scorsa, continua a solleticare le corde più sensibili degli animi e gl’istinti più rabbiosi delle viscere, trasformando una misura conservativa in una sorta di guerra ideologica.

Perché di misura conservativa si tratta, volta a proteggere un bene comune molto importante, come la secolare pineta, emblema della città di Ravenna, sito di importanza internazionale e luogo senza dubbio amato da tutti i ravennati.

Tuttavia, indipendentemente delle innegabili ragioni della Provincia, fatico a comprendere le chiusura dell’ente nei confronti di fatti nuovi che sono intervenuti. In particolare le offerte della sig.ra Schonwald e del parco Le Dune del Delta, credo che fossero meritevoli di approfondimenti che avrebbero consigliato almeno la momentanea sospensione dei provvedimenti deliberati.

Ora, alle porte di un inverno che si annuncia non tanto freddo, credo sia possibile, con una decantazione dell’effervescenza degli animi e delle pulsioni contrapposte, tentare di fare una pacata valutazione dei fatti e delle risposte alla loro soluzioni, con proposte che ottengano gli stessi risultati con metodi diversi e rispettosi di queste nuove sensibilità.

Credo che sia doveroso in questa vicenda, necessaria nella sua straziante logica, tentare soluzioni alternative a quelle istituzionali, mantenendo il perseguimento dell’obbiettivo di “far mancare all’appello 67 esemplari di daino” nell’area territoriale nella quale sono in esubero. Anzi, per mantenere il bene pubblico Pineta di Classe, deve essere chiaro che dei daini dovrebbero essercene ancora meno, se non addirittura nessuno, in modo da non ritrovarsi di anno in anno ad affrontare questo problema.

Convinto che la legge vada rispettata, non nutro alcun dubbio che le valutazioni dell’Amministrazione Provinciale e i relativi pareri di supporto (Ente Parco del Delta del Po, ISPRA, ecc., ecc.) siano state corrette; tuttavia sono meno convinto che “una riduzione selettiva” debba necessariamente coincidere con “abbattimenti selettivi “.

Se è vero che serve un approccio laico in ogni questione, è pur vero che, in questa vicenda, il cuore giochi una parte preminente per cui diviene difficile negare come la volontà di salvataggio dei daini, che per reminiscenze fiabesche, nell’immaginario collettivo, sono espressione di bontà e tenerezza (vero o falso che sia, la suggestione ha sempre la sua importanza!), sia in aumento, soprattutto nelle persone fino ai 30 anni di età. Disattenderla, ancorché in nome della legge e delle buone pratiche eco/etologiche, non risulterà mai comprensibile da parte di una consistente fetta di popolazione, locale e non.

Allora esiste un punto di incontro fra norme, sensibilità di parte della popolazione, associazioni animaliste, associazioni venatorie? Ovvero, esiste un punto di equilibrio fra diritto, giustizia, etica, ecologia/etologia e freddezza venatoria? Io credo di si.

E allora, accogliendo la proposta del Dott. Paci, direttore del Parco Faunistico “Le Dune del Delta”, si potrebbe dar corso ala sua disponibilità e:

  • Accogliere una ventina di esemplari di daino nella struttura della Standiana e, all’interno della stessa, realizzare una apposita sezione didattica integrativa di questa specie che attualmente non è ospitata;
  • dirottarne altrettanti nel parco faunistico “Zoo Safari” di Fasano (Prov. Di Brindisi).
  • I restanti, tutti gli altri presenti, e non solo i 67 previsti per la selezione, d’accordo con privati come la sig.ra Shonwald (ovviamente purché in possesso delle idonee autorizzazioni), lasciarli alla loro custodia solo dopo averli adeguatamente sterilizzati per evitare che, col tempo, si riproponga lo stesso problema che, proprio per l’imperizia di alcuni privati, oggi ci troviamo a fronteggiare.

Resta inteso che la disponibilità del parco faunistico andrebbe estesa anche per condividere coi privati il regolare supporto veterinario esclusivo, necessario per ogni affidamento di fauna selvatica.

Con questa proposta:

  1. verrebbero eliminati i problemi per gli agricoltori (danno economico), gli automobilisti (potenziale danno fisico), con conseguente salvaguardia di interessi economici e di pubblica sicurezza con riequilibri ambientali;
  2. verrebbero salvati dall’abbattimento tutti i circa 300 esemplari presenti, così emergerebbe una concreta volontà politica di coniugare la necessaria misura di salvaguardia della pineta con quella della vita della fauna impropria;
  3. parte dei capi “salvati” sarebbero visibili all’interno di una struttura che li curerà per il loro futuro, fornendo notizie didattiche sugli stessi ;
  4. non resterebbe più nessun esemplare a mettere a rischio i delicati equilibri dell’ecosistema pinetale, evitando inoltre che ogni anno si armino “le doppiette” per  ripetere gli abbattimenti selettivi necessari a tenere controllata la popolazione di daini.

Ovviamente, fermo restando che l’obbiettivo (lo ripeto) deve essere solo quello di salvaguardare il bene comune della pineta (e dunque che i daini non devono stare in quel sito), tutti costi delle catture e quelli successivi per mantenimento, sterilizzazioni, cure ecc., non devono gravare sui bilanci degli enti pubblici. In caso contrario, sarebbe inevitabile non solo procedere ai prelievi dei 67 esemplari previsti ma, purtroppo, di tutti i circa 300 presenti impropriamente nel sito.

Queste proposte ritengo siano un contributo ulteriore al dibattito in atto e rappresenterebbero una soluzione equa per tutte le parti in causa: politica, parchi tematici, agricoltori, automobilisti, ambientalisti e anche cacciatori. Certo è che questa soluzione, con il panorama attuale di generale e generalizzata conflittualità sociale, sarebbe un bellissimo regalo di Natale  per tutti , a partire dalla pineta, e, soprattutto dai daini.

Eugenio Fusignani – Segretario PRI di Ravenna

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