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Ancisi (LpRa): “Ravenna con le pezze al sedere alla vigilia delle elezioni comunali del 2016”

Secondo il suo capogruppo, c'è stato un ascolto tardivo delle proposte di Lista per Ravenna

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Sono anni che il Comune di Ravenna ha quasi annullato la spesa per investimenti, mentre, di anno in anno, non solo non ha fatto il benché minimo taglio di spesa superflua (spending review), ma ha aumentato continuamente le spese di consumo, fino ai 197,3 milioni del 2014, sottratti tutti, direttamente o indirettamente, dalle tasche dei suoi amministrati.

Lista per Ravenna ha insistentemente denunciato la balla dell’impossibilità di fare investimenti causa il Patto di Stabilità, non fosse altro perché, avendo Ravenna Holding in cassaforte 317 milioni di euro in azioni e partecipazioni in società di capitali, di cui solo quelle di Hera valgono oggi 190 milioni, una loro limitata cessione non avrebbe avuto e non ha alcun impedimento. Nei bilanci di previsione degli anni precedenti, abbiamo presentato emendamenti in tal senso, regolarmente bocciati dalla maggioranza. Ci voleva la scadenza elettorale della primavera 2016. Alla vigilia di questa resa dei conti, la giunta Matteucci si è finalmente accorta di aver portato il degrado in ogni parte della città e del territorio, nelle strade soprattutto, ma in generale in tutto il patrimonio immobiliare del Comune (ad esempio negli impianti sportivi), rinunciando a costruire molte nuove opere indispensabili o a completarne ed aggiustarne altre (per esempio, scuole), lungamente promesse ed inutilmente iscritte per anni nei piani degli investimenti. Ed ecco che solo a fine 2014 si è decisa ad impegnare 8,2 milioni dell’avanzo di amministrazione 2013 per finanziare, solo parzialmente, le opere più urgenti previste nel piano 2014, in particolare alcune opere scolastiche fortemente attese, che altrimenti sarebbero rimaste ancora una volta al palo. E ci è voluta una conferenza stampa di Ravenna Holding per annunciare che il budget 2015, non appena approvato dal consiglio comunale, sarà successivamente corretto per inserirvi una riduzione del capitale di 20 milioni, di cui 10 milioni dalla vendita di azioni di Hera, “per finanziare le necessità degli enti locali” : di questi, quasi 17 andranno nelle casse del Comune di Ravenna.
Ora Ravenna Holding sostiene le ragioni con cui Lista per Ravenna ha sempre motivato le sue identiche proposte, ricevendone rifiuti sdegnati:
1. “un’operazione da 20 milioni su 460 milioni di patrimonio è rilevante, ma non stravolge gli equilibri della holding”;
2. “la riduzione degli utili dovuta alla riduzione del capitale è stimata in meno di 10 milioni”: con la differenza, aggiungo, che gli utili possono essere impiegati solo nella spesa di consumo, non per gli investimenti, come con la vendita di azioni;
3. “occorre dismettere i titoli di Hera in condizioni favorevoli di mercato”: infatti, Lista per Ravenna ha sempre proposto di vendere quella parte molto consistente di azioni di Hera in utile, anche molto alto, rispetto al prezzo di acquisto. Questa operazione non può essere immediata, né rapida, perché ha bisogno di approfondimenti, di pronunciamenti e di una complicata gestazione. Bene che vada, se ne parlerà nel secondo semestre del 2015. Ciò significa che il via effettivo ai lavori, non certo la conclusione, dovrà aspettare, se va bene, il secondo trimestre del 2016, quando si voterà. Ma, soprattutto, le pezze al sedere di Ravenna sono tante e tali che solo una piccola parte potrà essere presa in considerazione. Intanto, 7 milioni se ne andranno, con urgenza, per mettere in sicurezza il territorio dopo i danni dell’alluvione: spiagge, dune, fogne, pinete e zone verdi, alberi abbattuti o pericolanti, fognature, e soprattutto (3 milioni e mezzo) strade e ponti. Quanto resterà per il degrado cronico? Basterà qualche annuncio ad illudere gli elettori che, almeno in zona Cesarini, il decennio di amministrazione Matteucci meriterà l’assoluzione? Questo è il problema principale che deve essere sottoposto ai cittadini.
Alvaro Ancisi, capogruppo

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