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Gianfranco Spadoni: Sulla chiusura dei supermercati nei festivi d’accordo con i 5 Stelle

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Giustamente in prossimità delle feste civili e religiose principali l’interesse è focalizzato sul settore turistico, vero comparto trasversale della nostra economia. Tuttavia non mi pare per nulla fuori logo fare un accenno anche sul commercio, proprio in considerazione di un certo disagio avvertito specialmente dal personale addetto alle vendite.

A tal proposito sull’argomento generale vale la pena di ricordare che nel 2014 il  Movimento 5 Stelle  promosse un’ iniziativa popolare  chiedendo la chiusura dei supermercati nelle giornate festive. Allora come ora  anch’io sono in perfetta sintonia con i Pentastellati  poiché tale proposta riprende una sorta di battaglia intrapresa  e sostenuta dalla Confesercenti  e pienamente condivisa dalla Conferenza episcopale italiana, la C.e.i., sempre nel 2014,  per portare in Parlamento una proposta di legge d’ iniziativa popolare con l’obiettivo di rendere le giornate festive compatibili con le esigenze  degli imprenditori e dei consumatori.

Iniziativa, va ricordato, che ha ottenuto un larghissimo consenso  sul piano delle adesioni perché il suo precipuo scopo era ed  è quello di mettere al centro alcune questioni umane e sociali che nel tempo sono state sacrificate sino a svuotare  la festività domenicale del suo significato religioso. Peraltro abbiamo potuto toccare con mano come la liberalizzazione degli orari non abbia contrastato gli effetti della crisi, come dimostrano gli stessi dati statistici:  ad esempio,  sono calati i consumi (-2,2%), a questo si aggiunge, poi,  il numero impressionante di saracinesche abbassate o intenzionate a farlo appena possibile soprattutto  per l’asfissiante carico fiscale.

Forse l’unico vantaggio concreto del non stop per i negozi è andato unicamente a favore degli ipermercati e in particolare del diffuso sistema Coop, ma le piccole imprese e quelle di vicinato ormai ridotte a numeri impercettibili, non solo non hanno tratto benefici, ma sono state seriamente penalizzate: forse il colpo finale.     La raccolta delle firme per disciplinare le aperture domenicali al fine di  riassegnare la competenza alle regioni, è stata, dunque, un’ottima iniziativa perché, oltretutto, specie dal punto di vista sociale, ha evidenziato come  l’economia e il lavoro non rappresenti l’ultimo gradino valoriale della nostra vita.

Questa liberalizzazione degli orari di cui al citato decreto Salva Italia attuata in nome del rilancio economico, rischia di rappresentare, infatti,  un mero pretesto per annientare il riposo domenicale a totale discapito dei lavoratori e delle famiglie e senza, oltretutto, alcun beneficio concreto sul piano economico per nessun soggetto.  
E a tutt’oggi, nonostante l’ottimo lavoro compiuto dai vari attori, resta lettera morta e si continua a operare come prima se non addirittura con maggiori aperture. Confidiamo, dunque, sull’impegno assunto allora dal Movimento 5 Stelle che si appresta a governare i Paese  per fornire soluzioni ai problemi generali incluso quello in oggetto.              
               

Gianfranco Spadoni, consigliere provinciale ‘Civici’ Provincia di Ravenna

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