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Alessandro Barattoni (Pd Ravenna): restiamo uniti, resistiamo insieme

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Oggi più che mai, in questi giorni di tensione, in queste ore difficili, serve la comunità. Per questo è sbagliato accusarsi gli uni con gli altri, prendersela con chi protesta o ancor peggio catalogarlo come fascista o negazionista. Così come è sbagliato pensare che ci possono essere lavori e attività superflue e non essenziali e alzare le spalle davanti ai disagi che non sono nostri. Quello che è successo nel mondo intero non si è mai affrontato in tempi recenti. Non è tutto sbagliato quanto è stato fatto finora, con serietà e impegno, né impeccabile. Se si vuole continuare ad essere credibili alcune verità vanno dette.

Non esistono ad oggi misure che contemporaneamente contengano la diffusione del virus e non abbiano ricadute sull’economia. La proporzionalità o meno dei provvedimenti va giudicata nel medio periodo, ma non c’è una bacchetta magica nascosta da qualche parte e la stragrande maggioranza dei cittadini ha seguito in maniera attenta e scrupolosa quanto stabilito e consigliato da mesi. Eppure i sacrifici non sono finiti e i numeri e il trend dei contagi non migliorerà a breve, anzi. Per questo dovremo essere forti e uniti.

La comunità si costruisce non lasciando indietro nessuno, aiutandosi e alimentando fiducia e speranza. Nessuno ne uscirà da solo, lo potremo fare solo insieme con comprensione, aiuto reciproco e solidarietà. Va aiutato il personale sanitario che oggi, ancora più dei mesi passati proprio perché reduce dalla prima ondata, è nuovamente al fronte di una battaglia difficile. Non è a mani nude, almeno nelle nostre zone perché in poco tempo tanto di quello che si poteva fare in termini di investimenti sul personale e sulle attrezzature è stato fatto ma loro per primi si trovano ogni giorno e tutte le notti davanti a una pandemia. E non bisogna mai scordarlo.

Vanno aiutati i ragazzi perché soprattutto per loro didattica a distanza e scuole chiuse vogliono dire riproposizione e aumento delle diseguaglianze perché non tutte le case sono uguali e non tutti hanno le stesse opportunità relazionali e sociali.

Vanno aiutati i lavoratori perché c’è sì una grande questione di reddito e il lavoro è guadagnarsi da vivere ma anche molto di più: è dignità, è passione, impegno, investimento sulle proprie capacità e quelle dei propri colleghi, collaboratori, dipendenti. E la maggioranza delle persone vuole, in sicurezza, rispettando le regole, pagando le tasse e adempiendo alla burocrazia, lavorare. Non è possibile? Si deve allora intervenire rapidamente, perché il rischio che sia economicamente che moralmente qualcuno non riesca o allo stesso modo non creda più di poter riuscire a tirare avanti è serio.

Nella prima ondata si è cercato di non lasciare indietro nessuno ma ci sono stati aiuti a tanti, anche a chi non ne aveva bisogno, e importanti ritardi in alcuni casi. Oggi servono interventi congrui e immediati per alcune categorie specifiche. Non farlo vorrebbe dire sfilacciare e indebolire le nostre comunità. Credo che ognuno di noi debba sforzarsi il più possibile di comprendere le ragioni dell’altro, di chi protesta, di chi è deluso e frustrato, di chi si sente inascoltato, di chi è scoraggiato. Continuando a rispettare le regole, ma ascoltandoci e confrontandoci dovremo essere capaci di tenere accesa la fiammella della speranza.

Difficile è il compito per chi governa, diverso ma altrettanto impegnativo è quello di ognuno di noi di essere comprensivi, cooperanti e consapevoli. Anche oggi, qualche mese dopo la prima ondata, saremo capaci di essere cittadini solidali gli uni con gli altri? Io credo di sì.
Resistiamo, insieme.

Alessandro Barattoni – Segretario provinciale Pd

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