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Medici insufficienti a Marina di Ravenna, oltre 600 cittadini sottoscrivono petizione rivolta al Sindaco De Pascale

“Bisogna applaudire i 600 ed oltre cittadini di Marina di Ravenna, anziane ed anziani in prima fila, che in piena autonomia, sotto la regia della prima firmataria dottoressa Daniela Zeba, hanno messo in campo la petizione al sindaco: “Ridate a Marina di Ravenna la presenza stabile di tre medici di famiglia (Il testo della petizione)”. Esordisce così il capogruppo di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, nel suo intervento tramite nota stampa. Ancisi scende poi nei particolari:

“Non è un problema da trattare sotto alcuna angolazione di parte. Lista per Ravenna, che l’aveva sollevato già il 5 settembre, ha auspicato che la popolazione locale facesse sentire da se stessa la sua voce, esprimendo poi piena collaborazione tecnica perché la petizione decollasse in proprio ed infine sostenendola: ma l’assistenza ambulatoriale della medicina di base è così carente a Marina di Ravenna da giustificare il commento di Daniela Zeba dopo aver depositato la petizione in Comune il 29 dicembre: “Marina di Ravenna, unita e senza distinzione di appartenenza politica, si aspetta di ottenere da un’amministrazione responsabile ed attenta la salvaguardia dei diritti dei cittadini”.

Carenze ormai croniche

“La situazione è infatti tuttora quella descritta nel mio question time al sindaco del 5 settembre: “A Marina di Ravenna i suoi 3.448 abitanti si sono trovati falcidiati dei medici di famiglia di cui disponevano presso i rispettivi ambulatori privati, per il fatto che uno dei tre è stato trasferito nella Casa della Salute di Lido Adriano, senza essere sostituito. Di quelli rimasti, uno non può accogliere altri pazienti avendo il pieno degli assistiti, mentre l’altro è diviso a metà con Ravenna. La prospettiva di doversi recare, per ogni esigenza primaria di salute, a Lido Adriano o a Ravenna non è accettata da alcuno. Né può soddisfare che, dopo le prime sollevazioni dei cittadini, sia stata disposta la presenza ambulatoriale, a titolo precario, di un sostituto per tre giorni la settimana”. Di qui la richiesta della petizione:“Operare fattivamente affinché sia almeno restituita a Marina di Ravenna, nel più breve tempo possibile, la disponibilità piena e stabile di tre medici di famiglia operanti nella località con un proprio ambulatorio. Si eviti, in particolare, che eventuali istituzioni di Case della Salute altrove gliene sottraggano alcuno.

Ma il 14 ottobre il presidente della Regione Bonaccini e il 31 dicembre il sindaco De Pascale hanno annunciato, a proposito di Case della Salute nel Comune di Ravenna, la decisione di innalzarne una nuova da sei milioni nel quartiere Darsena, già in programma, e per il resto di realizzare delle “strutture a Castiglione e a Marina di Ravenna”, cioè, in sostanza, delle succursali. Non è questo che Marina di Ravenna si aspettava da quando, durante il mandato 2006-2011 del sindaco Matteucci, fu progettato di realizzarvi una Casa della Salute, ora creata invece a Lido Adriano, benché grande spazio fosse disponibile nel suo nuovo centro civico di capoluogo dell’Area Mare”.

Medici in ambulatorio, non solo “Una struttura”

“Bisogna però parlarci chiaro. Che non si possa più fare una Casa della Salute a Marina dopo quella di Lido Adriano, è un dato di fatto impossibile da rimuovere. Una “struttura” in cui introdurre alcune nuove attività e professionalità sanitarie di base sarà certamente apprezzata. Ma la prossima Casa della Salute nella Darsena di Ravenna riduce la disponibilità di medici per Marina anche più di quanto non ce ne fosse. Daniela Zeba va dunque direttamente al cuore della questione quando dice che “l’accesso dei pazienti agli ambulatori deve essere garantito quotidianamente nel paese smistato fra tre medici. Le fasce deboli hanno il diritto di avere un medico stabile, cinque giorni la settimana, sempre disponibile nel paese e senza doversi spostare a Punta Marina o a Ravenna in caso di necessità”. È scritto nella petizione che bisognerebbe far fronte ad “eventuali insufficienze di medici convenzionati a disposizione del Distretto di Ravenna dell’AUSL Romagna disponendo incentivi ed opportunità favorevoli alla scelta di insediarsi in questa località”.

Ancisi chiosa il suo intervento asserendo come, le sue proposte, siano da intendersi come suggerimenti, ricordando infine che: “C’è tempo 60 giorni perché la petizione sia discussa in Comune. Nel frattempo, tocca all’AUSL e al sindaco, che hanno creato tale situazione, risolverla in questi termini esatti. Giri di parola, a tre mesi dalla scadenza dell’amministrazione comunale in carica, non serviranno a nasconderla”.