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Coop. Bagnini Cervia: Perchè Governo esclude l’indennizzo dell’avviamento al bagnino che perde attività?

Equo indennizzo e valore commerciale sono i due concetti sui quali più si discute in vista della applicazione alle concessioni balneari della Direttiva Bolkestein prevista alla fine del 2023. In parole povere si parla dei soldi che spetterebbero al balneare se dovesse perdere la propria concessione – e quindi la propria attività – in caso di vittoria di un altro imprenditore, o società, nella gara a evidenza pubblica per l’affidamento del titolo. In realtà la Bolkestein prevede il riconoscimento del valore commerciale ai concessionari uscenti, come viene richiamato dalla risposta del Commissario Michel Barnier a un’interrogazione della europarlamentare Mara Bizzotto (Lega) nel 2014 che pubblichiamo di seguito. La Cooperativa bagnini di Cervia vuole porre il quesito al Governo: perché escludete l’avviamento se non c’è nessun veto della Commissione? Per l’Europa è lo Stato italiano che deve difendere il valore, quindi l’avviamento, delle aziende balneari. Il commissario Barnier rispondeva così a Bizzotto (Lega): “Spetta agli Stati membri, e non alla Commissione, decidere se e come tutelare il riconoscimento del valore commerciale dei concessionari preesistenti qualora dovessero perdere la concessione a seguito dell’avvio della procedura di selezione per l’attribuzione delle autorizzazioni …”.

Allora perché oggi è in corso un tentativo di “espropriare” un diritto che anche l’Europa e la Bolkestein hanno inteso difendere? Perché nei tavoli negoziali non parlano di questo documento? Quale il vero scopo di ridurre a un modesto indennizzo il valore aziendale delle imprese balneari?

Interrogazioni parlamentari – 10 giugno 2014

Risposta di Michel Barnier a nome della Commissione

Spetta agli Stati membri, e non alla Commissione, decidere se e come tutelare il riconoscimento del valore commerciale dei concessionari preesistenti qualora dovessero perdere la concessione a seguito dell’avvio della procedura di selezione per l’attribuzione delle autorizzazioni a norma dell’articolo 12 della direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato interno (direttiva sui servizi). Come spiegato in recenti risposte (ad es., all’interrogazione E-01198/2013), spetta agli Stati membri,
e non alla Commissione, stabilire la durata adeguata delle concessioni, tenuto conto dell’esigenza del prestatore di ammortare l’investimento e di ottenere una remunerazione equa. La Commissione ritiene che il diritto di opzione nella procedura di attribuzione delle concessioni marittime sia contrario alla direttiva sui servizi. Su un piano più generale, la Commissione ricorda che negli ultimi quattro anni sono stati compiuti sforzi considerevoli per migliorare l’attuazione della direttiva sui servizi. La Commissione non reputa al momento necessario proporre una nuova direttiva o una modifica del testo vigente. La Commissione segnala infine che le dichiarazioni della Commissaria per gli affari marittimi e la pesca citate nell’interrogazione riguardano esclusivamente la comunicazione della Commissione sul turismo marino (COM(2014) 86 final) e la proposta di direttiva sulla pianificazione dello spazio marittimo (COM(2013) 133 final), entrambe volte, tra gli altri obiettivi, a promuovere il settore europeo del turismo. (GU C 405 del 14/11/2014)

Commenti

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  1. Scritto da elena

    Io farei anche queste domande…
    Perché ai bagnini é permesso tutto (ristorazione,bar,feste in spiaggia, vendita di capi d’abbigliamento) ?
    Perché potendo svolgere tutte queste attivitá pagano canoni bassissimi (meno di 5.000 euro all’anno per un lotto di stabilimento) ?
    Perché con tutte queste attivitá pagano al comune una T.A.R.I. irrisoria?
    Perché i loro affitti del demanio hanno avuto da sempre contratti praticamente interminabili rispetto alle altre aziende?
    Perché per anni sono stati esenti da emettere ricevute o scontrini fiscali?
    Perché possono subaffittare gli stabilimenti a terzi, ricavando cifre enormi rispetto a quelle che loro pagano allo Stato?