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Angelo Alessandrini: perché non progettare una specie di treno urbano per collegare Ravenna al terminal di Porto Corsini?

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Vorrei esprimere un’opinione sul tema, largamente dibattuto, che attiene alla sicurezza della viabilità tra Ravenna e Porto Corsini. Ravenna è stata selezionata come porto di appoggio sull’Adriatico per le navi da crociera di importanti compagnie, e questo è un bene. Ne derivano però ricadute sull’ambiente locale da valutare e azioni da assumere tempestivamente, per non impattare sulla salute dei cittadini, ma anche per favorire un’attività turistica in forte sviluppo, che porta reddito e posti di lavoro alla nostra città.

Il punto che sollevo è il seguente. Ogni nave crociera può ospitare 1.200 persone, le quali, per essere accompagnate in visita alla città, e comunque per imbarcarsi o sbarcare, necessitano di un servizio di trasporto specifico, che sia efficiente (tra costi di gestione e prestazioni), attivo per l’intera stagione turistica, con orari perfetti e puntuali e, non da ultimo, ecologico. Oggi esiste solo uno shuttle bus tra Ravenna e il terminal crociere di Porto Corsini, disponibile appena la domenica tra le 7.30 e le 13.30, con partenza ogni ora (al minuto :30 dal terminal e allo :00 da Ravenna), ma con la prudente avvertenza che “a causa del traffico e/o eventuali modifiche al percorso, il Transfer potrebbe arrivare con anche 15 minuti di ritardo rispetto all’orario indicato”: la caotica viabilità carrabile di via Baiona, priva oltretutto di una pista ciclabile, ne è la ben nota causa.

Tempo fa è stato promesso ai cittadini di Porto Corsini un traghetto/navetta con motorizzazione diesel, che farebbe la spola via acqua tra il porto crociere e la banchina terminale del Candiano a Ravenna, dunque un mezzo inquinante, che avrebbe anche notevoli problemi di transito sul canale portuale, tanto che non se n’è mai saputo niente di concreto.

Volendo ragionare non sull’immediato, ma almeno per un futuro prossimo già evidente, occorre programmare per tempo ogni soluzione, evitando risposte apparentemente alla mano, ma parziali, poco risolutive od ostiche, come appunto quella di un traghetto. Mi chiedo dunque se non avrebbe più senso progettare una specie di treno urbano Ravenna-Porto Corsini. Abbiamo già le rotaie che trasportano i carri ferroviari tra lo scalo merci di Ravenna e lo stabilimento Marcegaglia. Con pochi chilometri in più, si arriva alle banchine di Porto Corsini. Dovrà essere, ovviamente, un treno a trazione elettrica (o ad idrogeno?), destinato a portare i passeggeri dalla stazione di Ravenna a Porto Corsini e viceversa, coi loro eventuali bagagli e biciclette, idoneo anche al trasporto delle persone con disabilità, spesso dimenticate.

Un traghetto modello Vaporetto di Venezia ha posti per 220 persone senza biciclette, pochi anche per una sola nave crociera, mentre a Porto Corsini ne sono simultaneamente attraccate in banchina anche due. Un treno modello Vivalto (a due piani), con quattro carrozze in configurazione standard, ha una capienza di 720 passeggeri in totale, di cui 600 a sedere, e spazi dedicati alle biciclette per i pendolari, che sarebbero molto utili per l’altissimo numero di lavoratori dei numerosi stabilimenti e imprese collocati sulla via Baiona. La capacità potrebbe essere aumentata o diminuita secondo necessità.

Una soluzione virtuosa e multifunzionale, a impatto zero, che migliori il territorio e la vita di chi ci abita o vi dimora temporaneamente. Lo dobbiamo alle generazioni future.

Angelo Alessandrini – Consulente di imprese del settore petrolifero, esponente di Lista per Ravenna

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Commenti

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  1. Scritto da Viola

    Trovo questa proposta molto molto valida, da tenere rigorosamente in considerazione.

  2. Scritto da Giovanni lo scettico

    Gentile Alessandrini, quello che lei propone non sarà mai realizzato, per la semplice ragione che si tratta di una buona idea.

  3. Scritto da Emanuele

    Credo ci siano costi (infrastruttura + esercizio) e questioni di carattere oggettivo (sicurezza) che sono insormontabili…

  4. Scritto da G

    L’idea del collegamento ferroviario è molto suggestiva, nel proporla così apertamente – come tecnico ed esponente politico – immagino che possa facilmente rispondere ad alcune perplessità:
    – ” Abbiamo già le rotaie che trasportano i carri ferroviari tra lo scalo merci di Ravenna e lo stabilimento Marcegaglia”. No. Le ha Marcegaglia. I binari di cui parla sono tutti privati e utilizzati dalle aziende della Baiona (che così ci evitano la presenza di migliaia e migliaia di camion per le strade): come propone di integrare gli usi? Le esigenze commerciali e produttive e quelle turistiche? La sicurezza?
    – Sarebbe molto bello (ed opportuno) riuscire a dare un trasporto pubblico ai lavoratori delle aziende della Baiona, ma il treno – coi sui orari vincolati, non flessibili, poco in linea coi turni – non sembra la soluzione ideale, ancor più se i treni si pongono a servizio dei crocieristi, con orari di arrivo e partenza che cambiano ad ogni toccata (e mica faremo una mega infrastruttura simile per fare aspettare i vacanzieri sotto la nave, no? Dovrà essere tutto calibrato agli orari di sbarco… proprio la flessibilità di un trasporto ferroviario!)
    – Nei giorni senza sbarco tutto fermo? In inverno?
    – Volendo ipotizzare nuovi binari, dove li farebbe passare?
    – L’infrastruttura dovrebbe arrivare praticamente sotto le navi: vorrebbe quindi chiudere via Molo San Filippo per farne il sedime ferroviario? Quali sarebbero gli impatti per Porto Corsini? E poi, come gestire il traghetto col passaggio del treno?
    – Un dettaglio: quanto costerebbe realizzare l’infrastruttura ex novo (ponti compresi)? Quali sarebbero i costi di gestione? Quanto dovrebbe costare ai crocieristi prendere il treno per rientrare dei costi? Alla luce del costo del biglietto, crede lo comprerebbero o resterebbero stesi al sole nella piscina della nave, rinunciando a visitare Ravenna?

  5. Scritto da Alvaro Ancisi

    Mi pare che Angelo abbia ben chiarito che 1° è un’idea, 2° il progetto non è fattibile da subito, essendo dovuto “alle prossime generazioni”, oltreché a qualcuna delle viventi. I problemi dei costi e degli ostacoli da superare (ormai a questo livello di insormontabili non ne esistono più) devono essere valutati appunto con un progetto di fattibilità. Il sottopasso ferroviario di via Molinetto non ne ha di meno, ma va fatto: stavano per dargli il via quando Lista per Ravenna li sollevò e FS e Comune li stanno studiando uno per uno da oltre un anno, sapendo che per superarli aumenteranno i costi. “Darsena di Ravenna, ecco il progetto: sarà verde e pedonale. Prevista una grande passerella che si alza dai Giardini Speyer supera i binari e scende verso lo specchio d’acqua biforcandosi. Occorre trovare i finanziamenti: tra 35 e 50 milioni” (ravennanotizie.it). Progetto per me folle e meno utile, ma ci hanno fatto un concorso pubblico di idee e un battage propagandistico senza scrupoli.

  6. Scritto da Federico

    Una risposta a chi considera questa una buona idea.
    Premetto: lavoro nel settore ferroviario.
    – elettrificare una linea con i 3 KV (necessari per i treni modello Vivalto) costa circa 250000 € al km, e si parla di costo medio (cioè senza considerare contrattempi). Parliamo quindi di 3 milioni di euro, vuoto per pieno;
    – i binari sono privati, per cui ogni lavoro deve anche prevedere parere positivo dei proprietari. Che poi dovranno adattare i propri veicoli, che dovranno essere compatibili all’isolamento differente. Chi pagherebbe?
    – un Coradia iLint, ad oggi unico treno ad idrogeno autorizzato in Europa (Germania e Francia, ma quasi un proforma grazie alla standardizzazione europea) costa tra i 5 ed i 6 milioni. Immagino ne serviranno due, perché uno solo non permetterebbe grosse coperture (ad oggi esiste solo la versione da 150 posti a sedere + 150 in piedi). Non entro nelle valutazioni sull’infrastruttura per la gestione del carburante, cioè idrogeno;
    – segnalamento laterale con un sistema SCMT per traffico misto (sistema in via di abbandono da parte di RFI con il piano nazionale, ma più che sufficiente qui), da affidare con regolare appalto, circa 3 milioni con certificazione (include posto centrale nella stazione di Ravenna ed interfaccia con sistema esistente della linea adriatica, dato che il treno dovrà arrivare in stazione);
    – ritorno dell’investimento. Dovremo considerare anche manutenzione e stipendi, a fronte di biglietto e risparmi sulle spese attuali (non so quanto siano, ma a buon senso il servizio attuale potrebbe e dovrebbe essere privato e non in carico della cittadinanza. Pronto ad essere smentito, ma potrebbe essere 0) più benefici alla viabilità (quanti autobus saranno all’anno? Per quanti giorni all’anno? Non so stimarlo, credo sia complicato tradurlo in moneta e molto dipendente dalla percezione)
    Possono essere cifre vuoto per pieno, ma la suggestione non sempre si traduce in soluzioni sensate.
    Non voglio difendere il comune a prescindere, ma vorrei vedere i commenti ad una simile proposta fatta dalla giunta.

  7. Scritto da Federico

    Chiedo scusa, una precisazione ed una correzione.
    Correzione: l’ultimo ordine di Coradia li ha quotati 20 milioni a treno. I 5-6 sono riferiti al Vivalto
    Precisazione: mancano i costi dell’infrastruttura civile, che non sono il mio campo ma da prezzi medi (sbagliati in questi casi, perché si parla di terreno quasi paludoso sul quale non sono neanche sicuro si possa fare passare treni di quel peso) si parla di circa 5/6 milioni al km, senza contare i ponti

  8. Scritto da Luca

    Progetto molto difficile da attuare, io suggerirei in modo più fattibile di creare finalmente qualche collegamento freccia veloce con le più importanti città italiane…direi che sarebbe ora di ottenerlo…

  9. Scritto da Emanuele

    Metterla in politica mi sembra un tantino folle qui. Un progetto infrastrutturale del genere con costi esorbitanti e rischi economici e operativi obiettivamente altissimi non ha senso che debba essere preso seriamente in considerazione. Non siamo Venezia e nemmeno un’altra grande città sul mare con elevati flussi “sicuri” di persone. Abbiamo diversi altri problemi e resta il fatto che la riqualificazione urbana della Darsena e la Stazione di Ravenna siano sicuramente più importanti. Giusto il dibattito politico sulle alternative di intervento sulle grandi opere in discussione (e magari arrivare anche al dunque…), ma creare un altro fronte di dibattito su una infrastruttura da libro dei sogni lo trovo francamente inutile.

  10. Scritto da Stefano

    Intanto, visti i numerosi commenti all’articolo,più o meno pertinenti al senso dell’articolo, si nota un certo “interesse” al problema Viabilità Efficente e Sostenibile.
    La cosa fondamentale è migliorare i collegamenti, mare (Porto Corsini) e la città, aiutando contemporaneamente “Ambiente”, esigenze “Turistiche” e dei “Lavoratori/Cittadini”, che a ben vedere sono tutte tessere dello stesso mosaico!

  11. Scritto da cromwell

    I parametri di progettazione ferroviaria esposti da Federico sono inoppugnabili. Se proprio si vuole andare al mare con un MRT, a Bologna vi vendono il People Mover a prezzo di saldo. Un usato sicuro.

  12. Scritto da Emanuele

    Sì, Cromwell, un usato sicuro… sicuro che poi si va direttamente in procura, come sta accadendo a Bologna…