MA ALICE NON LO SA / A tu per tu con Margherita Barbieri, 32 anni di grinta e determinazione, oltre i cliché de “La Bestia di Salvini” e “La Moglie di Corsini”

Margherita Barbieri ha 32 anni, è giornalista, scrittrice, oggi fa parte dello staff comunicazione del Sindaco di Cervia Massimo Medri. Nel suo primo libro “La Bestia di Salvini. Manuale della comunicazione leghista” ha scandagliato nei suoi meccanismi più profondi (e perversi) gli aspetti della strategia comunicativa sui social messa in atto dalla Lega negli ultimi anni. Uno spietato strumento di propaganda finalizzata alla sistematica denigrazione del nemico di turno. Quando uscì il libro la Lega era al 40% e Luca Morisi non lo conosceva quasi nessuno. Poi c’è stata la pandemia, la “Bestia” lentamente si è sgonfiata, fino allo scandalo e alla definitiva caduta con dimissioni del guru Morisi. Morale, nessuna “Bestia” può avere lunga vita, se non è alimentata dalla politica.

Margherita è sposata con Andrea Corsini, ora Assessore regionale del Pd al turismo e ai trasporti. È mamma di due bimbi. Di se stessa ha dichiarato: “Io sono una persona scomoda, sono scomoda perché per la prima volta ho parlato in un libro de “La Bestia di Salvini” e so di essere stata coraggiosa. Nella mia breve vita ho lavorato sotto la pioggia per 3 euro l’ora, per prendere quel maledetto tesserino da giornalista. Ho fatto cronaca nera e visto cadaveri di giovani a terra non ancora coperti. Mi sono fatta il c*** come si dice. E durante una campagna elettorale, mentre lavoravo in un giornale e davo una mano a una lista civica di centro sinistra a Ravenna ho conosciuto mio marito, ho fatto una figlia e mi sono sposata. Se la mia colpa è aver scritto un libro ed essermi sposata l’uomo che amo, sì, sono colpevole. E sono felice di avere questa colpa, perché è una colpa che ha reso la mia vita bellissima. Noi donne siamo qualcuno oltre i mariti, per fortuna!” Insomma, è una tosta. Ecco quindi la nostra chiacchierata.

L’INTERVISTA

Margherita lei ha iniziato la sua attività di giornalista quando era molto giovane. Ha collaborato con varie testate locali, poi da qualche anno è diventata mamma. La sua maternità è stata un ostacolo per la sua carriera?

“No anzi, non faccio più la giornalista ma mi occupo sempre di comunicazione, sia nello staff del Sindaco di Cervia Massimo Medri, sia per conto di alcune aziende. Quindi da quando sono mamma lavoro anche più di prima.”

Quando le fu assegnato l’incarico presso il Comune di Cervia ci furono polemiche sollevate da esponenti della Lega, che ritenevano inopportuno e inappropriato quell’incarico. Lei come rispose a questi attacchi?

“Io non risposi. Per tanto tempo sono stata la “figlia di”, perché mia madre faceva politica a Forlì, ha avuto diversi ruoli e incarichi nelle aziende partecipate del Comune. Poi sono passata a essere “la compagna di” quando iniziò la storia con Andrea. Seguendo queste logiche io non avrei dovuto mai lavorare in quanto partivo da una posizione privilegiata e quello che ottenevo non era mai per merito mio, ma perché avevo un parente importante. Io ho un curriculum lavorativo di tutto rispetto, sono più di dieci anni che lavoro nella comunicazione, e ho ottenuto tutti i miei traguardi professionali con fatica e impegno. Quello che ho ottenuto me lo sono sudato.”

Nel suo libro “La Bestia di Salvini” lei ha posto il tema degli errori della destra e della sinistra sul terreno della comunicazione. Quali sono i rispettivi errori secondo lei?

“Bisogna partire dal presupposto che politica e comunicazione devono sempre andare a braccetto, non deve verificarsi una prevaricazione dell’una sull’altra. Anche nella recente elezione del Presidente della Repubblica abbiamo visto come i proclami su questo o quel nome lanciati sui social poi non trovavano riscontro nei fatti. Ad esempio, si è lanciato il nome della Casellati, come se lo scrivere o dichiarare una cosa contasse più del ragionare sui numeri e sulla possibilità dell’elezione, che nel suo caso non c’erano. Lei sperava saltassero fuori dal cappello magico, ma non si sa bene di chi. Il problema è che si pensa troppo al comunicare, e troppo poco alla politica “reale”. Le cose non succedono perché le scrivi su Facebook, succedono come conseguenza di un progetto politico concreto che si fonda sui fatti e non sul fattoide. Nei partiti di sinistra (Renzi a parte), invece, registriamo il problema contrario: c’è un deficit nella comunicazione politica, si comunica troppo poco rispetto alle operazioni politiche che si fanno.”

Margherita Barbieri

La prefazione del suo libro l’ha scritta Andrea Purgatori, che persona è? Pacato, sobrio, serio così come appare in tv?

“Sì, è una persona squisita, è un grande amante di Rimini. Infatti, ci siamo conosciuti lì. Quando ha letto il mio manoscritto si è proposto lui di scrivere la prefazione. Poi prima della pandemia venne anche alla presentazione del libro a Rimini e per me è stata una giornata memorabile, soprattutto per la grande partecipazione del pubblico.”

Margherita, qualche settimana fa suo figlio Edoardo di un anno è stato molto male, ricoverato in ospedale, dove hanno accertato che era affetto da Covid. Lei ha raccontato quello che stava vivendo sui social per sensibilizzare sull’importanza dei vaccini, esortando a vaccinare anche i bambini. Ci racconta quelle ore drammatiche?

“Il piccolo aveva trentanove e mezzo di febbre da 4 giorni, aveva fatto un tampone per il Covid qualche giorno prima ed era negativo. Ero in costante contatto con la pediatra che però non poteva venire a visitarlo perché aveva lei stessa il Covid. Una sera la febbre è arrivata a 40,2 e il piccolo non reagiva più, si era come abbandonato. A quel punto ho chiamato il 118 e sono venuti a prenderlo con l’ambulanza per portarlo al reparto di Pronto soccorso pediatrico. Gli esami del sangue hanno riscontrato la positività al Covid e i valori del fegato erano completamente sballati. Bisognava però capire se la causa di questi valori sballati era il Covid o altra patologia. A un mese di distanza non è stata evidenziata nessun altra patologia, ed è stato appurato che il Covid nel caso di Edoardo aveva attaccato il fegato. I valori ancora oggi non sono rientrati nella norma, anche se non sono a livelli critici, quindi sottopongo mio figlio a controlli costanti.”

Sono stati momenti terribili, era molto spaventata immagino, come ha gestito la paura?

“Io ero spaventata, ovviamente, anche se sono sempre stata molto lucida. Ero convinta che il mio bimbo fosse forte e che sicuramente avrebbe sconfitto la malattia. Prima che succedesse questo fatto mi era capitato di affrontare con altri genitori il discorso circa l’opportunità o meno di vaccinare i bambini, e sentivo spesso le frasi “tanto ai bambini il Covid non fa niente”, e cose simili. Io rispondevo che i miei bambini non potevo vaccinarli perché hanno meno di 5 anni ma se fosse stato possibile li avrei vaccinati. Il mio post su Facebook è stato utile perché molte mamme mi hanno scritto per ringraziarmi di questa testimonianza, alcune stavano vivendo la mia stessa esperienza e hanno condiviso il messaggio che ci tenevo arrivasse forte e chiaro, cioè: vaccinate i vostri figli! Si continuano a sottovalutare gli effetti del Covid e delle nuove varianti sui bambini, su quelli non vaccinati. Si dà per scontato che tanto ai bambini non succede nulla. E questo assolutamente non è vero. Non dà gravi conseguenze nella maggior parte dei casi, ma non è sempre così. E ora i casi nei bambini, dopo la riapertura delle scuole, aumenteranno. Serve sapere di più, informare le famiglie sugli effetti di queste nuove varianti. Mio figlio ha un anno e non ha potuto vaccinarsi, ma chi può vaccini i propri figli.”

Lei è sposata con un politico. Ha mai pensato di fare politica in prima persona?

“Sì, certo, fin da piccola sono cresciuta a pane e politica, mio padre era un sindacalista della CGIL, mia madre ha sempre fatto politica. Ho la politica nel dna, insomma…”

Margherita Barbieri

Suo marito che ne pensa?

“Lui pensa che non mi debba precludere nulla. È chiaro che lui conoscendo bene quell’ambiente cerca di mettermi in guardia dalle complessità e insidie che la carriera politica comporta. Per tutte le mie scelte lui magari ha espresso la sua opinione, ma poi ho sempre deciso con la mia testa. E va bene così. Questo penso sia sintomo da parte sua di grande rispetto e stima nei miei confronti.”

Vi capita di discutere o bisticciare su temi politici in cui la pensate in modo diverso?

“Tendenzialmente ci troviamo d’accordo, siamo sulla stessa lunghezza d’onda come idee politiche. Poi ci sono stati congressi o primarie in cui io ho sostenuto un candidato e lui un altro. E al referendum sulle riforme di Renzi, lui votò sì e io votai no.”

C’è mai stato un episodio in cui lei aveva dato un consiglio ad Andrea e lui non l’ha seguito?

“Devo dire che lui mi ascolta molto. Quando gli do dei consigli quanto meno cerca di capire se sono praticabili e realizzabili, se non lo sono mi spiega i motivi, ma generalmente segue i miei consigli. Addirittura certe volte quando lui era titubante nel fare una scelta o indeciso su che strada percorrere io l’ho aiutato a fare chiarezza in se stesso e direi che in alcune scelte che ha fatto il mio ruolo è stato determinante.”

Gelosia canaglia… è più geloso lui di lei o lei di lui?

“Lui è molto geloso ma tende a non farlo trasparire, io manifesto in modo più evidente la mia gelosia.”

Margherita Barbieri

Ci racconti come le ha fatto la proposta di matrimonio?

“Io un giorno gli ho detto “Andrea, ma se ci sposassimo?” e lui mi ha risposto “sì, certo!” come se fosse una cosa scontata, come se stessimo decidendo se prendere sushi o pizza a cena. Io gli dissi “va be’ ma dovresti fare un po’ più di scena, dovresti chiedermelo tu in modo più ufficiale”. E lui “ci sposiamo, organizza!” Poi non tirammo fuori più l’argomento per un po’, finché lui un giorno si presentò con l’anello, allora capii che faceva sul serio… Lui è molto introverso, fa fatica a esternare i sentimenti.”

Come location per il matrimonio avete scelto il Grand Hotel di Rimini e la cerimonia è stata celebrata dal Presidente Stefano Bonaccini. Ci furono polemiche, vi imputarono un eccesso di sfarzo che per alcuni sarebbe sintomo di “essere poco di sinistra”. Come prese quelle critiche?

“Io ho sempre pensato che essere di sinistra non dipenda dalla marca di scarpe o di vestiti che si indossano… io sono figlia di un sindacalista della CGIL che aveva la barca, e anche a lui facevano le stesse critiche… Del resto Kennedy è stato un grande progressista e non si può certo dire che fosse povero o si vestisse da Zara o da HeM.”

Margherita Barbieri

Secondo lei a sinistra è ancora molto forte il retaggio culturale dello stereotipo della donna impegnata che deve essere un po’ trasandata, se non addirittura sciatta per non suscitare accuse di frivolezza o di dedicare troppa attenzione al lato estetico? Insomma, come se essere piacente e vestirsi Gucci stridesse con l’avere idee politiche di sinistra…

“Questo è un grande problema. Infatti, ci sono pochissime donne di sinistra che hanno anche un certo appeal, perché purtroppo, anche se è brutto dirlo, molte volte il modo di apparire in pubblico, sapersi presentare in modo ordinato, curato, in politica aiuta. E questo vale sia per gli uomini che per le donne. Solo che per le donne lo si vive ancora come un tabù. Se io sono di sinistra lo sono indipendentemente dal fatto che decida di vestirmi in tuta o di indossare un tacco 12. Non sono i centimetri di tacco a determinare quanto io sia di sinistra. Chi ragiona così è ancora vittima di certi cliché e schemi superati.”

Tra lei e Andrea c’è una differenza di età di 25 anni, è mai stato un problema?

“No, non lo è mai stato. Mia mamma all’inizio era un po’ titubante su questo ma poi quando ci ha visto insieme gli è passato ogni dubbio.”

Margherita, quanto è antipatica la frase “dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna”?

“Moltissimo… A parte che molte volte è il contrario! (sorride, ndr)”

Quando la definiscono “la moglie di Corsini” lei come la prende? Le dà fastidio?

“Io non ho bisogno di nessuno per essere me stessa. Mio marito è un valore aggiunto, ma senza mia marito avrei comunque la mia dimensione. Sono Margherita Barbieri. E lo sono a prescindere dal mio legame con Andrea Corsini. Tra l’altro questa cosa mi ha penalizzato sul lavoro, non sono stata scelta per alcuni incarichi perché ero la moglie di Corsini. A volte mi hanno detto “tu sei la persona che cerchiamo, saresti perfetta per questo lavoro solo che non ti possiamo prendere perché sei la moglie di Corsini”.

Nella sua carriera è mai stata vittima di episodi di sessismo?

“Sì, certo, come la maggior parte delle donne. Purtroppo soprattuto nel lavoro questo succede ancora molto spesso. Mi è anche capitato in un colloquio di lavoro con una Tv nazionale che mi facessero palesemente capire che avendo (allora) una figlia, non potevo aspirare al ruolo. Per una donna in generale è difficile, per una donna madre è ancora più difficile. Deve cambiare la mentalità.”

Quali sono i suoi giornalisti di riferimento?

“A me piace molto Mirta Merlino, non ha paura di dire quello che pensa e allo stesso tempo è molto equilibrata.”

Chissà se la chiamano “la moglie di Tardelli” ogni tanto?

“Sicuramente, ma è una con le spalle robuste.”

Ha le spalle robuste anche la nostra protagonista di oggi. Il ‘marito della Barbieri’ è proprio un uomo fortunato. Vi lascio con una frase della grande Monica Vitti, che ci ha lasciati ieri: “Dicono che il mondo è di chi si alza presto. Non è vero. Il mondo è di chi è felice di alzarsi.” Alla prossima puntata!

Margherita Barbieri

Commenti

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  1. Scritto da lorenzo

    alice non lo sa ma noi si, l’incarico di staff al sindaco di cervia è stato dato ai sensi dell’art.90 del D.lgs 267/2000, per inciso insieme ad altre tre persone, (manco fossimo a Milano). Per chi non fosse pratico della norma, segnalo che il sindaco, in maniera legittima, la ha assunta senza fare nessun concorso pubblico.

  2. Scritto da Sara

    Trovo questa intervista un po’ troppo lunga e a mio parere troppo accondiscendente. Niente da dire sull’intervistata ognuno di se dice quel che ritiene giusto dire. Ripeto trovo un’enfasi di cedevolezza che non mi piace. Inoltre mi chiedo perché la Direzione del giornale non sia intervenuta per modificare quanto scritto all’inizio. L’intervistata infatti non è giornalista. E’iscritta all’Albo dei giornalisti come Pubblicista, quindi non ha fatto l’esame. Non è cosa di poco conto. Il passaggio da Pubblicista a Professionista costa molta fatica e impegno e lo dico da Non giornalista. Vi chiedo una maggiore attenzione sempre dare le notizie, considerando, nella fattispecie, che si tratta di persona pubblica Grazie

  3. Scritto da Direttore

    Gentile Sara, chi ha il tesserino di pubblicista può a pieno titolo esercitare l’attività di giornalista e di comunicatore, lavorando e collaborando per giornali o enti o come free lance. Se dovessero praticare l’attività giornalistica solo quelli che hanno conseguito la tessera di giornalista si svuoterebbero molte redazioni. E, in ultima istanza, a mio parere non è tanto importante che pezzo di carta uno ha in mano, ma quanto è in gamba nel suo lavoro. Altra cosa, invece, se parliamo della professione medica o di una professione in cui la laurea e la formazione universitaria sono fondamentali. Non è il caso della professione giornalistica. Ci sono fior di pubblicisti più bravi e scrupolosi di tanti giornalisti professionisti. LA REDAZIONE

  4. Scritto da Sara

    Gentile Direttore, la ingrazio per la sua risposta. So benissimo che i pubblicisti possono scrivere su un giornale tanto è vero che per passare a Professionisti, possono dimostrare di avere svolto questa attività portando a curriculum per la scuola dove passeranno gli esami un lungo elenco dei pezzi scritti nelle varie testate. Però non possono firmarsi come giornalista e questo per l’articolo in questione ovviamente non c’entra. Insisto nel dire che presentare su una testata una persona come una giornalista, che non è professionista, non è corretto. Anch’io ritengo che ci siano pubblicisti che sono meglio di molti giornalisti professionisti e, infatti, appena possono sostengono l’esame e diventano professionisti. Ripeto la persona in questione può sicuramente, come fa, lavorare come comunicatore e collaborare con tutti i giornali che vuole. Anch’io posso scrivere ma rimango una NON giornalista.