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Mobilità sostenibile. Sì in Regione al nuovo Prit Piano regionale integrato dei trasporti

Dopo un lungo percorso di ascolto e consultazioni nei territori, l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha dato il via libera al Prit il principale strumento di pianificazione nel quale la Giunta regionale fissa obiettivi e misure. Fra i traguardi da centrare: taglio del 50% dei tratti viari congestionati e dei decessi sulle strade regionali; mobilità ciclabile in crescita del 20%, con la quota di chi sceglie il treno che sale fino al +50%; +30% il trasporto merci su ferrovia; +20% le auto elettriche.

Fra le scelte adottate, sono finalmente previste quelle riguardanti le varianti dell’Adriatica di Mezzano, Voltana e Fosso Ghiaia in territorio ravennate e c’è stato anche l’inserimento della riqualificazione della Ravegnana fra Ravenna e Forlì, che tanto ha fatto discutere.

Un’Emilia-Romagna più libera di muoversi. In treno, sui mezzi pubblici, potenziati e rinnovati, e in bicicletta. Meno in auto, con molti più mezzi elettrici nelle strade e le merci che viaggiano su ferrovia. Nelle scelte da fare, un occhio attento alla pianificazione urbanistica, poi accessibilità del territorio e mobilità sostenibile per favorire appunto gli spostamenti di cittadini, lavoratori, studenti, senza mai perdere di vista gli aspetti di benessere sociale e i vantaggi ambientali ed economici.

Sono i capisaldi del nuovo Piano regionale integrato dei trasporti 2025 dell’Emilia-Romagna, un documento che fissa obiettivi importanti da qui ai prossimi 5 anni – taglio del 50% dei tratti viari congestionati e dei decessi sulle strade regionali; mobilità ciclabile in crescita del 20%, con la quota di chi sceglie il treno che sale fino al +50%; +30% il trasporto merci su ferrovia; +20% auto elettriche – per arrivare a tagliare del 30% le emissioni CO2 legate ai trasporti.

“Mettiamo in alto l’asticella, fissando obiettivi importanti, perché siamo impegnati a potenziare il servizio pubblico e le altre forme di mobilità sostenibile che possano migliorare la qualità della vita urbana – spiegano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e il vicepresidente con delega ai Trasporti e mobilità, Raffaele Donini -. Per assicurare a cittadini e imprese una buona mobilitàva garantita prima di tutto l’accessibilità, in una logica che ottimizzi gli spostamenti e indirizzi diversamente le scelte da compiere, con una forte attenzione ai temi ambientali, agendo sul piano dei comportamenti. I trasporti possono svolgere un ruolo fondamentale, se correttamente orientati alle diverse esigenze di cittadine e cittadini, sostenendo azioni che favoriscano la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Il nuovo Piano – chiudono Bonaccini e Donini – ha l’obiettivo di rilanciare una strategia integratafavorendo queimutamenti culturali che rendono evidenti i vantaggi della sostenibilità sul piano sociale ed economico”.

Gli obiettivi

Tra gli obiettivi al 2025 fissati dal nuovo Prit, la riduzione del 50% dei tratti in congestione della rete stradale regionale e della mortalità sulle strade. Aumenti del 20% dellamobilità ciclabile negli spostamenti urbani, dal 30 al 50% dei passeggeri dei servizi ferroviari. Ancora: +10% dei passeggeri del trasporto pubblico locale su gomma, +30% del trasporto di merci su ferrovia e un taglio del 10% della crescita del tasso di motorizzazione.

Infine, venendo ai veicoli ad alimentazione elettrica, vera scommessa dei prossimi anni, le previsioni sono di un + 20% di immatricolazioni delle auto, + 15% per le ibride, + 35% per gli autobus elettrici, + 25% per gli autoveicoli commerciali leggeri elettrici.
Inoltre, si prevede un +50% di sostituzioni dei veicoli commerciali leggeri al di sotto della categoria euro 1 con veicoli a basso impatto ambientale.

In sostanza, si arriverebbe a una riduzione delle emissioni CO2 legate ai trasporti del 30% al 2025.
Per quanto riguarda il miglioramento dei servizi ferroviari, l’obiettivo è di elevare gli standard di sicurezza, una sempre maggiore integrazione delle tariffe, il radicale rinnovo del materiale rotabile, una tempestiva informazione agli utenti e l’ammodernamento della rete esistente.

Sul trasporto pubblico locale, le azioni principali sono rivolte al rinnovo della flotta circolante, anche con l’inserimento di mezzi ad energie alternative, l’evoluzione del biglietto elettronico con pagamenti web o su telefonia, un forte ruolo del trasporto pubblico su gomma fuori dai centri urbani e dalle grandi direttrici in collegamento con il sistema ferroviario.
Le azioni per la mobilità sostenibile vanno infatti a sostegno di politiche per la diffusione dei veicoli elettrici, la regolamentazione degli accessi urbani e della sosta, lo sviluppo della rete delle ciclovie.

Per quanto riguarda la logistica e il trasporto merci, gli interventi mirano al potenziamento degli scali principali, a misure di disincentivo dei mezzi maggiormente inquinanti e alla promozione di una logistica “verde certificata” per un minor consumo energetico.
No, dunque, a una continua rincorsa a “muovere i veicoli”, ma piuttosto azioni diffuse per ridurre l’impatto ambientale, massimizzando l’efficienza, l’intelligenza e la rapidità degli spostamenti.

Il nuovo Prit 2025

I riferimenti comunitari del nuovo Prit 2025 sono la rete Transeuropea dei trasporti (Ten-T) mentre lo scenario nazionale è dato dal Sistema nazionale integrato dei Trasporti e dai Piani nazionali rispettivamente degli aeroporti; dei porti e della logistica; della rete ferroviaria nazionale e delle ciclovie turistiche.

In questo ambito di primo livello hanno particolare importanza i tre corridoi Dorsale centrale, Adriatico e Tirreno-Brennero.

Il primo è costituito dall’autostrada A1, dal nodo autostradale-tangenziale di Bologna e dalla rete dell’Alta velocità ferroviaria in affiancamento a quella storica. All’asse centrale dell’A1 si aggiunge l’Autostrada regionale Cispadana che si interconnette alle autostrade A22 del Brennero e A13 Bologna-Padova.

Il secondo corridoio comprende l’autostrada A14 con la diramazione per Ravenna, la statale 16 Adriatica, la linea ferroviaria adriatica e il porto di Ravenna. Il Tirreno-Brennero infine, è costituito dalle autostrade A22 del Brennero e A15 della Cisa, dall’asse ferroviario del Brennero, dalla linea ferroviaria Parma-La Spezia (Tibre ferroviario).

Questi corridoi includono come nodi principali: l’aeroporto e la stazione ferroviaria di Bologna, la stazione Medio Padana di Reggio Emilia, il porto di Ravenna; per la logistica: gli interporti di Bologna e di Parma, gli scali di Marzaglia-Dinazzano, Le Mose di Piacenza.

L’Emilia-Romagna è poi attraversata da tre corridoi “core” della rete europea TEN-T. La revisione fatta dall’unione europea nel 2013 non ha inserito tra i corridoi l’asse “Bologna-Milano”, uno dei più infrastrutturati d’Italia. Il Prit 2025 ritiene invece importante promuovere iniziative di valorizzazione di questo asse e il suo reinserimento all’interno del corridoio TEN-T “Scandinavo-Mediterraneo”.

La rete regionale riguarda l’accessibilità delle grandi aree urbane e dei distretti industriali, in grado di garantire gli spostamenti di media distanza concentrandone i flussi su alcune direttrici principali. Il sistema della mobilità locale, strettamente connesso alla rete regionale, è quello dei collegamenti interprovinciali e intercomunali da Piacenza a Rimini. I tre livelli sono spesso intrecciati, in particolare nei Comuni con oltre 30.000 abitanti.

Le novità del nuovo Prit

Il Prit 2025 sottolinea in maniera più marcata il rapporto con gli altri strumenti di pianificazione come il Piano per la qualità dell’aria sulla gestione sostenibile delle città, il Piano energetico regionale che fissa gli obiettivi della Regione su risparmio ed efficienza energetica, anche in relazione al sistema dei trasporti, i Piani di Area vasta, i Piani urbani della mobilità sostenibile e i Piani urbani del traffico.

Facendo leva sull’innovazione nei suoi diversi aspetti (tecnologici, organizzativi, di sistema) – si legge nel Piano – è possibile avviare una trasformazione profonda dei modelli di trasporto, rilanciando il trasporto pubblico e favorendone l’integrazione con corrette forme di sharing mobility, e intervenendo sui processi logistici e l’organizzazione dei flussi merci sia nei distretti industriali che nelle “filiere corte”.

Nell’ambito dell’accessibilità e organizzazione dei servizi, il Piano, per aumentare l’accessibilità del territorio, ritiene fondamentale procedere per il riequilibrio verso forme di mobilità collettiva o non motorizzata, sia in ambito urbano che extra-urbano, promuovendo sistemi più efficienti di integrazione modale e di co-modalità per i passeggeri e per le merci, agendo per l’innovazione e il potenziamento del Trasporto pubblico locale, oltre che sulle regole per la governance del sistema. L’efficacia di questa strategia è però anche legata al rafforzamento di effettivi processi di integrazione della pianificazione della mobilità con la pianificazione territoriale e urbanistica.

Accessibilità e organizzazione dei servizi

Il Prit 2025, promuove il riequilibrio verso forme di mobilità collettiva sia in ambito urbano che extra-urbano attraverso la riorganizzazione dei servizi di trasporto pubblico con una rete di servizi ferroviari regionali, metropolitani e di bacino che costituiscono le linee di forza della mobilità, e autolinee su gomma, in coordinamento con tali servizi, dimensionata in modo da estendere la copertura territoriale e contribuire al miglioramento dei livelli di accessibilità su mezzo pubblico.

Snodi fondamentali in questo sistema sono le stazioni ferroviarie, che diventano punto di integrazione del sistema tra TPL e il trasporto privato.

Il PRIT 2025 promuove inoltre l’efficace ed efficiente gestione del trasporto pubblico, con un’offerta di servizi di livello adeguato e con costi e fabbisogni basati sul concetto di “costo standard”. La riorganizzazione dei servizi di trasporto pubblico (ferroviario e su gomma) e l’offerta di servizi basata su l’integrazione modale deve essere completata da obiettivi di semplicità di fruizione, integrazione tariffaria e di informazione coordinata verso l’utenza.

 

 

Commenti

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  1. Scritto da saverio

    Bla bla bla, come al solito l’unica rimasta con le briciole è Ravenna :

    Niente Ravenna-Venezia: la madre di tutte le inutili e costose circonvallazioni, ricordiamo che queste cosiddette circonvallazioni fanno solo spostare il problema da un punto all’altro e aumentano la tensione nelle strade creando velocità diverse quindi maggior pericolo e ovviamente in più al succhia sangue dei soldi dei contribuenti.

    L’unico modo è cambiare totalmente i partiti che ragionano con questi piccolezze in quanto abbiamo bisogno di politiche coraggiose e lungimiranti !