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RAVENNA FERMO IMMAGINE / 11. I segni del potere nei cortei imperiali in San Vitale, fra porpore e corone, perle e scudi

Prendo spunto da una espressione cara a Paul Veyne: è l’iconografia, più dello stile, a portare il segno di una società. Attraverso la fisionomia, la posa, gli abiti, gli attributi, i gioielli che presta ai propri modelli, l’arte del ritratto traduce più o meno fedelmente l’immagine che la società si faceva o voleva dare di sé, o l’idea che gli artisti stessi si facevano di questa.

L’uso dell’abbigliamento come forma di comunicazione sociale è tipico di un mondo fortemente caratterizzato in senso gerarchico, come quello bizantino del VI secolo; le vesti e gli ornamenti sono gli elementi di un linguaggio che serve ad identificare condizioni, prestigio e, soprattutto, il rango degli individui.

San Vitale Ravenna
Teodora San Vitale

TEODORA

Il tipo di veste più diffusa nell’impero romano-bizantino, il cui campionario visivo viene offerto nelle distese dei mosaici ravennati, è la tunica nelle sue molteplici versioni (lino, lana di diversi animali, seta) e colore (rosso, porpora, celeste, beige, marrone) con inserti dipinti, ricamati o con bordi di passamanerie. Alla differente posizione gerarchica dei personaggi corrisponde naturalmente anche una diversa selezione dei tessuti.

Nei due celebri pannelli in San Vitale, che hanno come protagonisti Giustiniano e Teodora, e che ora esamineremo più da vicino, sono rappresentate stoffe policrome, probabilmente di seta e una quantità di porpora direttamente proporzionale al grado sociale. Anche per quanto riguarda i gioielli i mosaici ravennati offrono una campionatura di notevole interesse, in quanto formulata come rappresentazione emblematica del vertice politico, religioso e militare della piramide sociale.

Teodora, oltre alla corona e alla fibula a disco priva di pendenti, porta orecchini con lungo pendente di perle e di gemme, un ricco pettorale a fascia semilunata e una collana girocollo di segmenti di filo aureo e pietre preziose.

Giustiniano
Giustiniano

GIUSTINIANO

Giustiniano ha in capo la corona a fascia gemmata orlata di perle e decorata ai lati da filamenti aurei, gioiello appartenente per diritto al solo grado imperiale, così come la fibula aurea a tre pendenti, attribuita nella Cappella arcivescovile anche al Cristo. Egli indossa l’abito civile in tutto lo splendore delle sue forme.

Ai piedi porta sandali purpurei ornati con pietre preziose, indossa brache aderenti di porpora e, sopra di queste, una tunica bianca con banda d’oro lunga fino al ginocchio e fermata alla vita da una cintura rossa. Quest’ultima chiamata cingulum era di per sé insegna distintiva del servizio pubblico e, come tale, portata dai diversi funzionari dello Stato.

Sulla tunica Giustiniano veste la clamide di porpora violetta con un riquadro dorato ricamato e decorato da uccelli verdi inscritti in cerchi rossi, che era detto tablion e faceva parte anche dell’abito ufficiale di imperatrici e dignitari; aveva, a quanto pare, una semplice funzione ornamentale.

Soldati palatini

I SOLDATI PALATINI

Gli elementi iconografici che caratterizzano i soldati sono gli scudi, le divise, le lance e i torques (collari). I soldati al seguito di Giustiniano sono certamente da identificare come membri delle scholae palatinae, create da Costantino dopo la vittoria contro Massenzio nel 312.

L’imperatore ha bisogno di una nuova guardia imperiale che gli sia fedele. Nascono così i nuovi reggimenti, forti probabilmente di circa 500 uomini ciascuno. Agli inizi del quinto secolo troviamo cinque scholae palatinae per l’imperatore d’Occidente e sette per quello d’Oriente. Queste rientrano sotto le competenze del Magister Officiorum, carica ai vertici della burocrazia imperiale, slegata da ruoli militari.

CANDIDATI IN ROSSO

La descrizione che ci viene dalla fonte più tarda De Cerimoniis ci informa sul colore rosso che ha permesso di identificare come candidatus uno dei palatini che fanno da scorta all’imperatore Giustiniano. Nel mosaico in San Vitale questi particolari – la sopraveste rossa col pettorale porpora riccamente ornato, la tunica bianca, il torques – contraddistinguono la guardia che regge il grande scudo verde con il Cristogramma (Chrismon).

La simbologia del suo scudo si attaglia perfettamente ad una simile figura di militare, che stava a stretto contatto con il basileus e propagandava ai sudditi una immagine di perfetta coincidenza tra la presenza del sovrano e la sua vittoria.

EXCUBITORES IN VERDE

Quello in verde, secondo lo stesso studio, sarebbe invece un excubitor che, tradotto letteralmente, significa “fuori dal letto” ed è esattamente indicativo del suo ruolo: appartiene infatti alle guardie preposte alla difesa del palazzo imperiale, cioè delle stanze da letto dell’imperatore e sono vicini al sovrano tanto quanto lo sono i candidati provenienti dalle scholae.

Il loro numero è di 300 unità da combattimento. Chi ricopre la carica di comes excubitorum ha un enorme potere e anche prospettiva di carriere straordinarie. Diversi comites excubitorum sono poi divenuti imperatori: Giustino I, zio di Giustiniano, associato a lui nell’impero nell’anno 527 e in gioventù egli stesso membro del corpo dei candidati. E poi Tiberio II e Maurizio Tiberio.

Secondo gli storici del tempo, Procopio di Cesarea e Agazia scolastico, durante la stagione imperiale di Giustiniano entrare nelle scholae è un privilegio che si può ottenere pagando e gli scholares si sarebbero trasformati in “civili in splendide uniformi”.

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