ROMAGNA E ROMAGNOLI NEL MONDO / 37 / Pellegrino Matteucci, il giovane ravennate che attraversò l’Africa, impresa mai tentata prima

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Pellegrino Matteucci nacque a Ravenna il 13 ottobre del 1850, penultimo dei sette figli di Cherubino Matteucci e Angela Ghigi, e giovanissimo si trasferì a Bologna con la famiglia. Qui frequentò la facoltà di Medicina, per continuare poi gli studi nell’Università di Roma fino al 1873. Dal 1872 collaborò con la Gioventù Cattolica e con diversi giornali d’opinione: molto religioso, aveva da ragazzo più volte espresso il desiderio di farsi missionario, per unire il suo profondo credo alla passione per le spedizioni in terre lontane.

Affascinato dai racconti di viaggio che in quegli anni venivano in gran copia pubblicati, Pellegrino decise in ogni caso di dedicarsi alla conoscenza di nuovi popoli e nuove regioni. Studiò e lesse molto di etnografia, scienze naturali, geografia e imparò l’arabo. Dal 1876 cominciò, forte di tali conoscenze, a pubblicare anche su riviste di geografia ed esplorazioni, come L’Esploratore di Milano, Cosmos di Torino e il Bollettino della Società Geografica Italiana di Roma.

Fece le sue prime esplorazioni nel Sudan e nel paese dei Galla come compagno di un altro ravennate, l’esploratore Romolo Gessi (di cui abbiamo trattato nel precedente numero della nostra rubrica), che aveva conosciuto a Roma e col quale poi ebbe difficili rapporti personali. In questa occasione ebbe la possibilità di effettuare importanti rilievi sulla natura di quelle regioni, studi che pubblicò con l’editore Treves di Milano nel 1879 nel volume “Sudan e Gallas”.

Pellegrino Matteucci
Pellegrino Matteucci

“La spedizione Gessi e Matteucci nell’Africa”, stampe e pubblicazioni dell’epoca

Nello stesso anno, 1879, fu invitato dalla Società di Esplorazione ad eseguire un altro viaggio attraverso l’Abissinia con intenti scientifici e commerciali. Ottenuto il supporto anche della Società Geografica Italiana e del Governo, che gli affiancò Alfonso Maria Massari, un militare esperto di navigazione e topografia, Matteucci partì l’8 febbraio da Massaua, porto dell’Eritrea, attraversò il Tigrai e altre regioni dell’Etiopia e arrivò alla sponda destra del fiume Azzurro. In questa occasione ebbe l’opportunità di conoscere il Negus Giovanni e Menelik, e di incontrare altri esploratori, sia italiani che europei. A viaggio ultimato narrò le vicende occorsegli e le sue osservazioni sui paesi percorsi nella sua seconda pubblicazione, “In Abissinia”, edita da Treves nel 1880.

Pellegrino Matteucci

Dopo una breve permanenza in Italia, il 5 febbraio 1880, col principe Giovanni Borghese che lo accompagnò per un certo tratto del viaggio e provvide al finanziamento delle spese di spedizione, e con il tenente Massari che gli fu accanto sino alla fine, iniziò la traversata dell’Africa, dal Mar Rosso al Golfo di Guinea, impresa mai tentata in precedenza. Partito dal Mar Rosso giunse alla foce del fiume Niger, sulla costa dell’Atlantico, attraversando l’Egitto, il Sudan, il Darfur, il Ciad, i regni di Bornu e Manga, il Niger, l’Eggan e il Dahomey, percorrendo circa 4.500 chilometri tra molte difficoltà.

Stremati e assistititi nell’ultimo tratto dagli agenti della londinese United African Company, i viaggiatori furono infine imbarcati su una nave britannica con destinazione Liverpool. Le peripezie e i disagi incontrati nel lungo e duro viaggio africano però avevano minato la salute del Matteucci. Già il ritorno per mare verso Liverpool fu piuttosto difficile, per i continui attacchi di febbri. Giunto in Inghilterra il 5 agosto, riuscì a raggiungere Londra, dove morì l’8 agosto 1881, non ancora trentunenne.

Pellegrino Matteucci

Il numero della Illustrazione popolare dell’agosto 1881 che dà notizia dell’«ultimo viaggio» e della morte di Matteucci

Ciò che desta rimpianto e una certa sorpresa è che, della sua lunga e straordinaria traversata dell’Africa, Pellegrino Matteucci abbia lasciato solo, come annota Claudio Cerreti, «una serie di appunti scarni e discontinui dove mancano le determinazioni astronomiche e topografiche; scarse sono le informazioni geografiche, etnografiche, economiche, politiche, e curiosamente risultano assenti i riferimenti ad accordi o patti di amicizia con le popolazioni incontrate». Lo stesso vale per Massari, che accompagnava Matteucci, che dal canto suo «inspiegabilmente, in due sole occasioni accettò di parlare del viaggio e nell’arco della sua vita non toccò mai più pubblicamente l’argomento».

Il corpo di Pellegrino Matteucci, subito dopo la sua morte a Londra, venne imbalsamato e riportato in patria in treno, via Parigi. In occasione delle soste gli vennero tributati grandi onori, a dimostrazione di quanto fosse noto e apprezzato. A Bologna, dove la salma giunse il 18 agosto, ricevette una calorosa e commossa accoglienza e una grande folla partecipò alla cerimonia funebre tenuta in San Giovanni in Monte il giorno successivo. Il Comune offrì, in segno di omaggio al proprio illustre concittadino, l’arco per la tomba, il cui monumento venne scolpito da Carlo Parmeggiani e inaugurato il 26 novembre 1882. Tra i componenti del Comitato che portò avanti la realizzazione del Monumento troviamo Oreste Baratieri, Luigi Bombicci, Olindo Guerrini.

Pellegrino Matteucci

I funerali di Matteucci a Bologna in una stampa dell’epoca

Pellegrino Matteucci

Il monumento funebre a Matteucci nel cimitero di Bologna

Alle spese bolognesi concorse anche il Comune di Ravenna, che onorò Matteucci nella città natale dedicandogli nel 1882 una strada e collocando un suo busto in marmo in un’arcata del famedio del cimitero monumentale, accanto a quelli di altri due noti viaggiatori ravennati, Francesco Negri e Romolo Gessi. Pellegrino Matteucci venne ricordato e onorato anche, nel settembre di quello stesso anno, nel Congresso Internazionale della Società Geografica che si tenne a Venezia.

Pellegrino Matteucci

PER APPROFONDIRE

P. Matteucci, Sudan e Gallas, F.lli Treves, Milano 1879.

P. Matteucci, In Abissinia, F.lli Treves, Milano 1880.

C. Della Valle, Omaggio a Pellegrino Matteucci nel cinquantesimo della sua morte, 1881-1931: i suoi tre viaggi in Africa, C. Voghera, Roma 1931.

Viaggi africani di Pellegrino Matteucci, a cura di C. Cesari, Alpes, Milano 1932.

M. Longhena, I viaggi di Pellegrino Matteucci in Africa, Paravia, Torino 1932.

M. Longhena, Scritti di Pellegrino Matteucci raccolti e annotati, Arti Grafiche, Ravenna 1965.

L. Gheza Fabbri, Lettere inedite di Pellegrino Matteucci, Giuffrè, Milano 1972.

C. Cerreti, Matteucci, Pellegrino, in Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, LXXII, Roma 2008, sub voce.

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