Riparte la didattica a distanza. Il provveditore Davoli: la scuola ravennate si rimodula ed è pronta alla Didattica Digitale Integrata

Sono trascorsi 45 giorni, da quando, in Emilia Romagna, le campanelle delle scuole hanno dato inizio alle lezioni dell’anno scolastico 2020/21. Domani 29 ottobre, per la maggior parte degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado del nostro territorio, ripartirà la “didattica a distanza”, che quest’anno sarà caratterizzata come “didattica digitale integrata” (DDI). E’ quanto stabilito dall’Ordinanza regionale firmata dal Presidente Stefano Bonaccini, che prevede, fino al prossimo 24 novembre, l’introduzione di una quota minima possibile (75%)  di lezioni on line da remoto e raccomanda l’applicazione dell’attività didattica in presenza per le classi prime e quinte, alle prese col primo anno e con l’anno dell’esame di Maturità.

Nel pomeriggio di ieri si è svolta una conferenza a distanza a cui hanno preso parte i dirigenti scolastici degli istituti superiori e un’altra è in programma a breve, a cui prenderanno parte anche il presidente della Provincia Michele de Pascale e la consigliera provinciale Maria Luisa Martinez. “Siamo sul pezzocommenta Paolo Davoli, direttore dell’ufficio scolastico di Ravenna –. Stiamo gestendo e monitorando la situazione, con tutte le difficoltà che ciò comporta, ad esempio, in alcune scuole, si dovrà ri-pianificare tutto l’orario delle lezioni”

“L’attivazione della DDI interesserà solo le scuole superiori, mentre per scuole dell’infanzia, Primaria e Secondaria di Primo grado le lezioni continueranno in presenza” – sottolinea Davoli -. Mi sento di dire che le nostre scuole superiori sono pronte. Hanno sperimentato la Dad in situazione di necessità da marzo a maggio. Dopo di ché si sono organizzate prevedendo degli appositi piani organizzativi” dichiara il direttore dell’ufficio scolastico provinciale di Ravenna.

Davoli ammette che il ritorno alla didattica on line non sia ciò che il mondo della scuola auspicava, ma sottolinea “stiamo parlando di didattica digitale integrata, con cui si assicura un 25% di didattica in presenza e sarà declinata in maniera diversa in base alle esigenze delle singole scuole. Quindi, in alcune scuole le lezioni saranno programmate in modo tale da essere in presenza alcuni giorni e a distanza in altri. Oppure una parte della classe (il 25%) potrebbe fare lezione in classe, in presenza, mentre il restante 75% seguirà da casa, a rotazione. Nel caso degli istituti tecnici e professionali, invece, si cercherà di privilegiare le ore di laboratori, e quindi nelle giornate di didattica in presenza, gli studenti svolgeranno le attività di laboratorio”.

“Per i docenti, la DDI al 75%, significherà fare lezione in aula, anche per una semplice ragione pratica: perchè potrebbe succedere che un professore abbia, nell’arco della mattinata, una lezioni in una classe in presenza, e l’ora successiva, un’altra classe in didattica a distanza” chiarisce il direttore dell’ ufficio scolastico.

Rispetto alle questioni organizzative, Davoli spiega che il Ministero dell’ Istruzione ha diffuso nelle ultime ore le Indicazioni Operative per lo svolgimento delle attività didattiche in materia di Didattica digitale integrata. Il testo del Ministero (Protocollo 1934 del 26 ottobre 2020), chieriche che  “per quanto riguarda personale docente in Quarantena con sorveglianza attiva (QSA) o posto in isolamento fiduciario (nel caso di studenti positivi al virus COVID-19), è prevista l’ordinaria prestazioni lavorativa, quindi in Didattica digitale integrata, al fine di garantire – in assenza di un effettivo stato di malattia certificata – la realizzazione in concreto del diritto allo studio a vantaggio di tutti gli allievi”. “Il docente in quarantena, pertanto, svolgerà attività di docenza in DDI a vantaggio della classe o delle classi poste a loro volta in quarantena. Qualora, invece, le classi del docente posto in quarantena non siano a loro volta nella stessa condizione, il docente potrà svolgere attività di DDI, ogni qual volta sia prevista, da orario settimanale, la copresenza con altro docente della classe”. Quindi a condizione che la classe venga sorvegliata.
Diversa, ovviamente, è la situazione per il personale effettivamente contagiato da COVID-19, il quale, a prescindere dalla gravità della sintomatologia, in nessun caso potrà prestare attività didattica o educativa, neanche dal proprio domicilio.

Rispetto ai dispositivi digitali necessari per poter seguire le lezioni on line, Davoli assicura che le scuole si sono organizzate bene, anche grazie alle dotazioni giunte dalla Regione E-R, già in primavera. “Se dovessero emergere situazioni di criticità, saranno affrontate in breve tempo. Inoltre, nel Decreto Ristori, in Gazzetta Ufficiale da ieri, il Governo ha previsto a livello nazionale circa 90 milioni di euro per le scuole, per l’acquisto di dispositivi portatili e  connessioni per scuole e studenti. E’ chiaro che ci vorranno dei tempi tecnici per far arrivare queste disponibilità nelle casse delle scuole, ma sono comunque risorse importanti”.

“La mia impressione è che le scuole si siano organizzate per essere pronte a partire con la DDI. E’ chiaro che la preferenza per il mondo della scuola fosse la didattica in presenza, ma credo anche che questa “preferenza”  debba essere contemperata alle esigenze di tutela della salute pubblica” spiega il direttore dell’ufficio scolastico.

Davoli non teme che possa generare “confusione” l’indicazione, presente nell’ultima ordinanza del Presidente Bonaccini, sull’utilizzo fortemente raccomandato della mascherina in aula all’interno di tutte le classi della scuola primaria di secondo grado (elementari) e della scuola secondaria di primo grado (medie) – dove è confermata la modalità in presenza in aula per tutti gli studenti – e secondo grado (superiori). “Non c’è un obbligo, ma è fortemente raccomandato, quindi si lascia la libertà di scegliere – sottolinea Davoli -. Già in occasione degli esami di maturità alcuni studenti hanno preferito indossare la mascherina, mentre altri no”.

Il dirigente conclude commentando favorevolmente la decisione di mantenere la didattica in presenza per le prime classi delle superiori. “Misura giusta ed importante, poiché questi studenti hanno avuto solo un mese di tempo per creare il gruppo classe e per iniziare a socializzare. La didattica in presenza permette di imparare “vivendo” assieme agli insegnanti e ai compagni. Aspetto importante che è giusto salvaguardare”.

Incrociamo le ditaconclude Davoli – sperando che non sia un anno scolastico caratterizzato da DDI. Al oggi, a Ravenna i numeri del contagio non sono preoccupanti ma è necessario metter in campo tutte le azioni di prudenza necessarie, per evitare che la situazione possa peggiorare”.