Gli studenti dell’Istituto Oriani contro mafie e corruzione. Seminari on line con Dolci dell’Antimafia di Milano e Borrometi, giornalista sotto scorta

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L’associazione culturale antimafia Cortocircuito di Reggio Emilia ha organizzato, insieme all’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, due seminari sulla legalità nel contesto del Progetto “Riconoscere le mafie ai tempi del covid-19, per educare alla legalità e formare una cittadinanza responsabile”.

A partecipare, tra gli oltre 1800 iscritti al primo evento e 2200 al secondo evento, ci sono state alcune classi Quinte dell’Istituto Tecnico Oriani, che hanno aderito con i propri insegnanti di Italiano e Diritto seguendo la formazione in modalità a distanza, sulla base delle correnti disposizioni del governo in materia di emergenza sanitaria.

È toccato al magistrato Alessandra Dolci, capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, introdurre, venerdì 23 ottobre u.s., il tema dal titolo “Il virus della ‘ndrangheta, gli appetiti delle mafie durante l’attuale pandemia”.

“Particolare interesse ha suscitato nei ragazzi la puntuale testimonianza della Dolci, che ha condotto i giovani studenti a riflettere con particolare attenzione sull’importanza dell’esercizio di una cittadinanza responsabile durante la pandemia. Ascoltare le testimonianze significative di personalità impegnate per la promozione della legalità e dei principi costituzionali aiuta e stimola ad essere consapevoli dell’importanza del senso civico della società, a comprendere il valore della legalità, coniugandola in modo concreto in relazione alla propria quotidianità – spiegano dall’Oriani -. Il magistrato milanese Dolci, dialogando con il giurista, scrittore ed esperto di mafie e corruzione Elia Minari, già fondatore dell’Associazione Cortocircuito nonché autore del libro-inchiesta “Guardare la mafia negli occhi” (2017) sul tema della ‘ndrangheta nel Nord Italia, si è soffermato a rispondere ad alcune domande degli studenti, che si sono chiesti come riuscire a decifrare i condizionamenti che la criminalità organizzata esercita sulla società, in particolare durante i momenti di crisi economica e sociale”.

“Altro momento vivamente partecipato da parte di numerosi studenti, docenti, esperti giuristi e comuni cittadini è stato quello di venerdì 30 ottobre u.s., che ha visto il culmine dell’iniziativa con l’intervento di Paolo Borrometi, giornalista sotto scorta e pesantemente minacciato dalle cosche mafiose, nonché vicedirettore dell’Agenzia Giornalistica Italia – prosegue la nota inviata dall’istituto di Faenza – . Borrometi ha intrattenuto i giovanissimi trattando il tema dell’“Auto-responsabilità virale. Come ogni studente può riconoscere e contrastare i fenomeni mafiosi durante la convivenza con il virus, tramite le tecnologie”. Argomento tanto delicato quanto vicino alla attualità e alle giovani generazioni: non sono mancate, infatti, diverse domande da parte degli studenti, che sono intervenuti a proposito della praticabilità, alla loro età, delle strade non facili della promozione della legalità, dell’attivizione dei processi di consapevolezza sui pericoli dell’infiltrazione mafiosa sul territorio. La narrazione di Borrometi ha catturato i ragazzi, incoraggiando momenti di riflessione sui temi della legalità nelle loro aule, invitandoli insieme ai loro docenti a sostenere iniziative di vita sociale, di lavoro comune e di partecipazione al fine di praticare una cittadinanza consapevole e responsabile”.

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