I ragazzi di UPpunto: le loro riflessioni sul 2020 e le speranze per il 2021

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Dopo la pausa estiva, torniamo a ospitare volentieri sul nostro quotidiano online – ogni lunedì – l’iniziativa patrocinata all’Associazione Amici di Enzo e portata avanti da un gruppo di studenti del Liceo Classico e del Liceo Scientifico di Ravenna, di Istituti Tecnici di Ravenna, di diversi ragazzi dell’Istituto Politecnico di Grumello del Monte della Fondazione IKAROS e della Scuola di Apprendistato Upprendo di Bergamo della Fondazione Et Labora. LA REDAZIONE

“Mi sono sentito annebbiato da un senso di solitudine che mi erodeva… Credo che la nostra incompletezza individuale possa essere colmata solo dagli altri, che l’io non possa sussistere senza un tu”

È trascorso un altro anno, e l’ultimo, siamo sicuri, non ce lo scorderemo facilmente. Dalle prime interviste che abbiamo fatto ai primi articoli che abbiamo scritto, abbiamo lasciato poco spazio ai nostri pensieri. Con questo articolo desideriamo mostrarci per quello che siamo, in modo che anche voi possiate conoscerci un po’. È un modo anche per ringraziare ogni singola persona che ha letto e leggerà i nostri articoli, non ci saremmo mai aspettati di aiutare in modo significativo gli altri in un momento delicato come questo. La redazione di UPpunto è formata da Simone, Martina, Nicole, Giorgia, Sara, Luca, Anna e Eleonora. Quelli che leggerete sono i pensieri di otto adolescenti che si sono visti la vita totalmente cambiata da un giorno all’altro, ma che facendo qualcosa per gli altri hanno trovato un po’ di luce anche nel momento più buio.

Che consapevolezze hai acquisito durante lo scorso anno?

Eleonora: “Penso di aver capito tante cose, ma quella che mi porto dietro tutt’ora è la consapevolezza che tutto ciò che accade, accade per un motivo a noi sconosciuto. Tempo fa mi sarei arrabbiata per molte cose che mi sono successe, mi sarei fermata al fatto che non capissi perché accadessero e mi sarei convinta del fatto che tutto fosse una sfiga. Poi mi sono affidata, e ho scoperto che il segreto è andare in fondo alle cose che accadono e cercare di tirare fuori qualcosa per ognuno di noi. La frase che più mi ha colpito è stata detta da Papa Francesco poco tempo fa e dice: “Peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarla”. Qui per me è racchiuso tutto.”

Martina: “Prima del 2020 tendevo a dare per scontato la maggior parte delle cose che facevo, l’uscita con gli amici o il viaggio d’estate all’estero mi sembravano attività abituali e sicuramente non mi ponevo il problema di poterle perdere. Durante quest’anno, in cui molto ci è stato vietato, credo di essermi resa conto del reale valore che attribuisco a ciò che faccio, e credo di essere riuscita ad apprezzare di più quello che ritenevo semplice e scontato. Si dice che non ci si renda conto di quanto ci piaccia qualcosa finché non la si perde, ecco quest’anno è stato così per me, mi sono resa conto di quanto la nostra vita, e ancora di più la nostra quotidianità possano cambiare da un momento all’altro. E di quanto dobbiamo essere bravi ad adattarci rispetto a quello che essa ci offre.”

Come hai vissuto il 2020 e che cosa hai imparato durante l’anno?

Luca: “Un senso di ristagno mi ha accompagnato durante quest’ultimo anno. Il non poter uscire, le limitazioni, sono state per me una fonte davvero sentita di angoscia, nonostante io sia una persona che non esce spesso. Mi sono sentito annebbiato da un senso di solitudine che mi erodeva. E così ho compreso il valore assoluto che posseggono le relazioni sociali e la bellezza, oltre che la necessità, del dialogo tra le persone. Credo infatti che la nostra incompletezza individuale possa essere colmata solo dagli altri, che l’io non possa sussistere senza un tu.”

Ti senti cambiato/a dall’anno appena trascorso?

Anna: “È stato un anno difficile, ma più che cambiata mi sento cresciuta, mi guardo allo specchio e non vedo più la stessa ragazzina sedicenne che a marzo 2020 è stata obbligata a stravolgere la propria vita a causa di un virus che tanto piccolo quanto potente ha messo in ginocchio l’intera umanità. Non posso negare di aver avuto paura, di essermi sentita spesso e volentieri sopraffatta dalla violenza della solitudine che scandiva le mie giornate, dal desiderio irrefrenabile di autocontrollo portato all’esasperazione dalla certezza di non aver alcun potere su ciò che stava accadendo e soprattutto dalla perdita di ogni sicurezza riguardante il mio futuro. Mi sono sentita in obbligo di ridimensionare quelle che fino a quel momento erano state le mie priorità, ora totalmente stravolte dalla consapevolezza di non poter dare niente per scontato e di dover esser grata anche per quella monotona normalità alla quale spero di poter far ritorno il prima possibile.”

Cosa ha significato per te l’anno appena trascorso?

Sara: “Ho sempre immaginato il 2020 come l’anno in cui avrei finalmente compiuto 18 anni e, di certo, non mi sarei mai aspettata che esso potesse rimanere inciso nella mia memoria per un motivo tanto diverso. Tuttavia, proprio grazie al 2020 e al nuovo modo di vivere che ha imposto, ho avuto la possibilità di crescere, maturare e “diventare maggiorenne”. Ora sono più responsabile e comprendo l’estremo valore che ogni cosa ha, anche ciò che prima mi appariva normale o addirittura futile. Probabilmente, se l’anno appena trascorso non mi avesse costretta ad abituarmi in poco tempo ad una nuova quotidianità, avrei raggiunto un livello tale di consapevolezza solo più avanti nel corso della vita. Ecco perché quello passato è stato per me un anno veramente significativo.”

Come descriveresti il tuo 2020?

Simone: “Partirei da tre aggettivi: imprevedibile, triste, utile. Ovviamente non mi sarei mai aspettato l’arrivo di una pandemia e penso sia stata una grande sfida quella di far fronte a tantissime nuove circostanze alle quali non ero affatto abituato, dalla dad alla solitudine. In secondo luogo non è purtroppo possibile non menzionare il sentimento di malinconia respirato durante l’anno trascorso causato principalmente dalla necessaria distanza con gli amici e i parenti, oltre che dal generale malessere derivato dall’andamento della pandemia. Infine aggiungerei che, tuttavia, grazie al lockdown che mi ha permesso di mettermi alla prova su diversi fronti, sono sicuramente cresciuto, senz’altro anche grazie a questo progetto, UPpunto, nato proprio dal senso di vuoto e dal desiderio di capire e di confrontarsi sviluppati durante la quarantena.”

Come descriveresti il lockdown di marzo, aprile e maggio?

Giorgia: “Identifico nel mio percorso di vita, tre momenti precisi che hanno segnato una crescita umanamente parlando. Il primo è stato un meraviglioso viaggio di un mese nella vera Africa, che mi ha insegnato quanto può essere generoso l’amore di chi non ha nulla; il secondo è stato la lettura (e rilettura) di un libro che è riuscito a fornirmi nuovi meravigliosi punti di vista; infine, l’ultimo è stato la chiusura totale dei mesi di marzo, aprile e maggio. Per me è stato come tornare in quell’Africa ricca di didascalica semplicità che mi aveva insegnato tanto, è stato un vero e proprio viaggio introspettivo che mi ha condotto a nuove consapevolezze. Mi ha riportato alla mente il sapore di quelle giornate d’infanzia dove bastava poco per scaldarsi il cuore, un sorriso, una partita a burraco o un cinepanettone in famiglia. Ho avuto per la prima volta l’opportunità di analizzare a fondo “quella parte del libro de la mia memoria dinanzi a la quale poco si potrebbe leggere”, è stato come mettere in pausa il frenetico scorrere del tempo caratteristico dei nostri giorni. Ad oggi mi ritengo una persona nuova, migliore, più consapevole e sicura di sé: ho imparato ad apprezzare le piccole cose che prima passavano inosservate, ho avuto l’opportunità di chiedere scusa a chi per orgoglio o delusione avevo perso, ho persino chiamato persone che non sentivo da anni per un semplice “come stai?”, ma soprattutto ho imparato a voler essere me stessa sempre e comunque lasciando che l’opinione altrui resti tale.”

Nicole: “Ritengo che un periodo significativo come quello che abbiamo vissuto e che stiamo ancora attraversando non possa che farci vedere il mondo da punti di vista inaspettati. Io personalmente credo che ritrovarmi a sottostare a nuove regole e passare il mio tempo in casa abbia fatto sì che il mio modo di vedere le cose si sia in qualche modo affinato. Nonostante il lockdown, ho sempre cercato il confronto, non solo dei miei coetanei, ma anche di persone qualificate da cui certamente ho appreso molto e ciò è stato possibile grazie a questo progetto, UPpunto. Ho sicuramente arricchito il bagaglio delle mie conoscenze e compreso a fondo l’importanza del confrontarsi con le idee altrui. Un’ idea seppur differente o contrastante con la nostra può aprire gli occhi su nuovi aspetti prima non considerati. Un’altro lato importante che è cambiato di me è la capacità di restare sola con i miei pensieri. Infatti prima del lockdown se una preoccupazione mi affliggeva facevo di tutto per distrarmi, magari circondandomi di persone. Le giornate in casa mi hanno fatto riflettere molto e ho capito l’importanza di affrontare le proprie preoccupazioni, prendere la situazione in mano e reagire. Sebbene doloroso e segnato da momenti di profondo sconforto, oggi sono felice della persona che sono diventata e questo lockdown, per quanto è stato difficile, mi ha fatto conoscere nuovi lati del mio carattere, scavando a fondo dentro di me.”

Quali sono i tuoi obiettivi per questo nuovo anno?

Luca: “In realtà non lo so. Sono tanti, ma non definiti. Innanzitutto l’università che è una scelta delicata, tuttavia credo di aver ormai le idee abbastanza chiare (ed era ora, essendo io già all’ultimo anno di liceo). È un cambiamento radicale perché significa anche che dovrò cambiare in tante cose: in primis trovare un appartamento in una nuova città. Apprendere l’arte dell’indipendenza, dunque. Ma sono molto ottimista circa il futuro. Spero che questo 2021 sia un’occasione per conoscere nuove persone e sperimentare, soprattutto.”

Che cosa speri che accada in questo anno appena iniziato?

Eleonora: “In questi ultimi giorni mi ha colpito molto la questione politica italiana, vorrei poter essere fiera di essere nata in questo paese e vorrei poterne parlare con orgoglio. Purtroppo ad oggi questo non succede, anzi, ho provato quasi vergogna. Vorrei da questo 2021 qualcosa di impossibile, che venisse messo da parte l’egoismo che dilaga e si iniziasse una politica volta alla collaborazione e al raggiungimento di obiettivi comuni, che dovrebbero essere il bene della nostra nazione e di chi la abita. Vorrei che i giovani venissero ascoltati un po’ di più, tutte le mie speranze le affido alla nostra generazione, a partire da noi.”

Sara: “Spesso mi sono ritrovata a pensare: “con l’arrivo del nuovo anno tutto andrà per il meglio” come se il 2021 potesse magicamente frenare gli eventi tragici che stanno accadendo in tutto il mondo. La verità è che ciò non è possibile. Non spero, quindi, in uno straordinario e repentino ritorno alla vecchia quotidianità, auspico piuttosto che questo modo di vivere, a noi ancora un po’ estraneo, possa essere considerato una nuova normalità.”

Simone: “Il mio augurio più grande è che la reciproca fratellanza, i tanti gesti solidali e le tante iniziative di bene che mi è sembrato fossero molto più presenti dopo l’arrivo della pandemia rimangano attive e ci aiutino a vivere quest’anno nuovo meno individualmente. Anche grazie alle nuove consapevolezze ottenute specialmente dai momenti di sofferenza causata dalla distanza, spero che siano in tanti – e io stesso mi impegnerò – a cercare di essere più disponibili e accoglienti verso gli altri, capaci di capire quanto gli amici e in generale le persone siano importanti e quanto sia necessario tenere concretamente saldi questi legami che tanto ci sono mancati durante il lockdown.”

Uppunto

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