I ragazzi di UPpunto a tu per tu con Abigail Sironi che grazie ai suoi insegnanti s’è innamorata della scuola

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Ospitiamo volentieri sul nostro quotidiano online – ogni lunedì – l’iniziativa patrocinata all’Associazione Amici di Enzo e portata avanti da un gruppo di studenti del Liceo Classico e del Liceo Scientifico di Ravenna, di Istituti Tecnici di Ravenna, di diversi ragazzi dell’Istituto Politecnico di Grumello del Monte della Fondazione IKAROS e della Scuola di Apprendistato Upprendo di Bergamo della Fondazione Et Labora. LA REDAZIONE

Abigail Sironi: l’importanza di lottare per i propri obiettivi ed essere incoraggiati a farlo

Questa settimana abbiamo intervistato Abigail Sironi, studentessa dell’Istituto Politecnico di Bergamo. Quello che ci ha colpito subito del suo percorso scolastico è stato il cambiamento radicale che le ha permesso di vivere la scuola in un modo del tutto diverso. “Da obbligo, è diventato un luogo dove accrescere le mie conoscenze”, dice Abigail. Ciò che l’ha portata a vivere questo cambiamento è stato il vedere la passione negli occhi dei suoi professori, il sentirsi ascoltata e l’essere motivata a dare il meglio di sé.

Sei d’accordo con le misure adottate dalle scuole contro la diffusione del virus?

“Personalmente trovo che la scuola stia gestendo la situazione nel migliore dei modi per garantire a noi studenti di proseguire le lezioni in sicurezza.”

Questa condizione di incertezza ti ha permesso di riscoprire il valore dello studio? Oppure ti sei lasciata prendere dal nulla delle giornate tutte uguali?

“Fortunatamente noi abbiamo quasi sempre continuato in presenza, credo che la DAD non possa in alcun modo sostituire il rapporto che si crea in classe. Io sono riuscita a non perdermi grazie agli insegnanti, loro mi hanno aiutato nel percorso e mi hanno ritrovata. All’inizio nessuno ascoltava, poi i prof ci hanno sempre incoraggiati a provare cose nuove, a non mollare e a non arrenderci alle difficoltà legate alla pandemia, e ci siamo un po’ ritrovati.”

Come consideri adesso il tuo rapporto con lo studio?

“Positivo da quando ho iniziato le superiori. Sono stata bocciata alle medie e a quel tempo odiavo studiare; poi c’è stato un cambiamento radicale nel mio modo di vedere la scuola: prima la vedevo come un obbligo ora come un’opportunità per accrescere le mie conoscenze. La differenza per me la fanno gli insegnanti.”

Nella lettera scrivi: “non è sempre facile trovare la scuola giusta al primo colpo”, cosa ti ha portato a scegliere la scuola che stai frequentando?

“Mi ritengo fortunata ad aver trovato la scuola giusta al primo colpo, è una scuola che mi è stata consigliata da molti e andando all’open day mi sono innamorata dell’allegria di quell’ambiente e della passione dei professori.”

Questa fortuna di cui parli pensi che l’abbiano avuta in molti, oppure che sia qualcosa di raro?

“Confrontandomi con alcuni amici sia italiani che non, ho capito che trovare persone a cui sta così tanto a cuore l’insegnamento è qualcosa di rarissimo. È raro trovare un prof che ti consideri come essere umano e non come un numero.”

Secondo te quale dovrebbe essere l’approccio dei prof verso gli studenti in questo periodo così delicato?

“Secondo me è giusto che i prof siano severi. Allo stesso tempo dovrebbero però andare incontro agli studenti e, soprattutto in certe situazioni, cercare di comprendere le loro difficoltà. Inoltre, specialmente oggi che i ragazzi tendono a chiudersi, sarebbe giusto che i prof non si imponessero come autorità, ma si avvicinassero e incoraggiassero i giovani.”

Da dove nasce il tuo desiderio di voler fare l’insegnante?

“Dall’ammirazione che provo nei confronti del mio professore di lettere che, grazie alla sua dedizione e passione, mi ha ispirata a voler diventare come lui per poter aiutare i ragazzi nell’ambiente scolastico di oggi, che spesso e volentieri non offre un sostegno sufficiente.”

Ci racconti un esempio di questo amore verso la letteratura del Professor Barbaro?

“Le cose che più mi colpivano erano la luce dei suoi occhi quando spiegava e il fatto che si interessasse sempre di noi, ci chiedeva come stessimo e, se notava qualcuno che non era attento, non si arrabbiava ma chiedeva il perché, andava a fondo, si impegnava a conoscerci!”

Come vorresti aiutare in modo concreto i tuoi futuri alunni?

“Mi piacerebbe insegnare italiano o grafica alle superiori trasmettendo loro una passione. È importante per me che i ragazzi si sentano supportati a non mollare di fronte alle difficoltà, perché spesso da soli è impossibile trovare la giusta motivazione.”

In che modo aiuteresti un ragazzo delle medie che sta vivendo la tua stessa situazione del passato?

“Lo aiuterei a trovare il modo di esprimere ciò che ha dentro e gli direi di lottare per raggiungere i suoi obiettivi, sempre.”

Abigail Sironi
Uppunto

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