Ritorno in classe, Uil Scuola Ravenna denuncia: “Poco è stato fatto per un ritorno in completa sicurezza”

Da oggi 7 aprile le scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di I grado, sino alle prima media, sono riaperte. L’ordinanza regionale n.43 del 6 aprile 2021 ha fatto sue le indicazioni operative per la riapertura dei servizi scolastici e per la gestione del Covid diramato con nota della Direzione Sanitaria Emilia Romagna.

La Uil Scuola Ravenna, con il suo Segretario Generale Fabio Tommasoni, evidenzia che poco è stato fatto per consentire un rientro a scuola in tutta sicurezza:

“Permangono assembramenti sui mezzi di trasporto, non vi sono dpi per il personale scolastico, il personale scolastico è fornito solo di mascherine chirurgiche e non vi sono mascherine ffp2 se non acquistate a proprie spese dai lavoratori.

Le vaccinazioni non sono assolutamente concluse perché il personale scolastico non ha effettuato nemmeno la seconda dose di vaccino e pertanto non ha alcuna protezione completa.

Poco è stato fatto quindi per arginare i potenziali rischi e pericoli di contagio presenti tuttora nella scuola e nel percorso casa-scuola. Il tempo passa le problematiche e le criticità sul tappeto rimangono sempre le stesse.

In tale contesto generale la riapertura delle mense delle scuole comporterà probabilmente un nuovo aumento dei contagi considerando l’assembrarsi degli alunni e del personale senza mascherine nelle mense stesse.

Considerando che le nuove varianti Covid si presentano, nei più giovani, in forma asintomatica ciò comporterebbe il rischio concreto di diffondere nuovamente il contagio agli studenti, ai lavoratori, alle famiglie ed ai nonni.

Appurato ed ammesso che le misure, previste dal governo, a soccorso dei genitori per i figli a casa sono scarse ed inefficaci ed insufficienti (congedi parentali covid al 50% e smart working) nel contempo si deve comprendere che  non si può combattere una situazione così grave e drammatica con strumenti ordinari. I diritti al lavoro, all’inclusione ed all’istruzione devono essere garantiti tanto quanto il diritto alla salute, per tutti: personale scolastico, studenti, famiglie e nonni.

Perché è indubbio che il personale scolastico è una delle categorie di lavoratori più colpite dal Covid checché da più parti si continui a sostenere che la scuola non sia fonte di contagio, negando l’evidenza.

Purtroppo non è sufficiente un distanziamento risibile, i pochi metri quadrati delle aule e nel contempo il sovraffollamento delle classi favoriscono giocoforza la circolazione del virus.

Mentre per quanto riguarda i trasporti nulla è stato fatto per metterli in sicurezza considerando che, da uno studio recente dei Nas, risultano essere fonte di propagazione del virus.

Come Uil Scuola Ravenna riteniamo che le misure contenute nell’ordinanza, con tutta la buona volontà della Regione e della politica, non siano sufficienti a contrastare la diffusione del contagio nelle scuole;  perché le azioni previste, anche qualora venissero realmente implementate ed applicate, rappresentano, a valle, la fase finale del processo di contagio, nel senso che occorrerebbero invece soluzioni strutturali a monte, con la eliminazione delle classi pollaio, la vaccinazione completa di tutto il personale scolastico e la vaccinazione degli studenti da 16 anni in su e la rimodulazione radicale del sistema dei trasporti.

E’ interessante evidenziare che nella stessa nota diramata dalla Regione, continua il Segretario Generale Uil Scuola Ravenna Fabio Tommasoni, è dichiarato in premessa che: “la variante VOC 20212/01, per la quale vi è rilievo di maggior carica virale nelle vie aeree superiori delle persone infettate e per un tempo presumibilmente più prolungato, ha dimostrato di avere una maggiore trasmissibilità rispetto al ceppo virale originario (superiore del 37%) che si traduce in un numero assoluto di infezioni, determinando un incremento dei casi gravi”. Tale variante è presente in misura rilevante e prevalente in Emilia Romagna nei nuovi casi.

Pertanto si decide di riaprire le scuole…”