Svezia e Grandu (IpC): “Scuola Pascoli di Cervia, dopo un anno e mezzo di pandemia ancora il problema delle classi pollaio”

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Stesse scuole, stesse regole, stessi problemi: da inizio pandemia, abbiamo “provato” a capire quali misure adottare per il mondo della Scuola. Mentre si discuteva su come, quando, per quanto chiudere le scuole; con la “regia” del Governo, diverse ordinanze regionali hanno disposto misure restrittive alla didattica. I contagi continuavano a salire e la scuola veniva considerata un luogo a forte rischio, diventando l’unico capro espiatorio per l’andamento dei contagi. E dopo un anno e mezzo di pandemia siamo siamo ancora qui a parlare delle cosiddette “classi pollaio”: da tempo sono un ostacolo non solo alla didattica, ma anche alla sicurezza” scrivono Antonio Emiliano Svezia e Gianni Grandu del Gruppo Consiliare Insieme Per Cervia. “Il numero degli alunni per classe è da sempre un tema che occupa e preoccupa chi lavora nella scuola, non serve un grande sforzo di immaginazione per capire cosa significhi lavorare con classi di 15/20 alunni, anziché di 24/29; è la qualità del lavoro stesso che viene sminuita e ne saranno penalizzati gli studenti, tutti, ma in particolare i più fragili e la scuola non può e non deve escludere, ma includere”.
La rabbia dei genitori: Serve un’altra prima – spiegano Grandu e Svezia – continua ad essere il Leit-Motiv, un argomento che ricorre troppo spesso. E Purtroppo ci “risiamo”… La scuola Pascoli di Cervia ha i numeri dell’organico per attivarne solo una da 25 alunni, contro la richiesta di iscrizione di 37 bambini. Molto bene ha fatto l’Assessore alla Scuola, Cultura e Partecipazione del Comune di Cervia Cesare Zavatta, a sottolineare le anomalie del provvedimento attuato. Tutto ciò, sembra un film già visto, ricordo infatti (in un contesto simile.) la problematica in merito alla soppressione di una classe e la costituzione di una sola classe prima, composta da 24 alunni, nel Plesso Mazzini di Milano Marittima, prevista per l’anno scolastico 2020/2021, essa non doveva rappresentare un caso isolato, piuttosto doveva rappresentare un monito per tutti, parlare di scuola non deve essere un tabù, soprattutto ai tempi del Coronavirus”.
Per Grandu e Svezia “Sarebbe riduttivo comunicare di non condividere la decisione di non concedere all’Istituto Comprensivo Cervia 2 un organico consono alla creazione di una seconda classe prima presso la scuola Primaria G. Pascoli.
Da genitori, abbiamo vissuto e viviamo tutt’ora le problematiche all’interno del nostro territorio; le regole, gli atteggiamenti e le decisioni riecheggiano e si ripercuotono nella quotidianità del mondo della scuola.  Riteniamo che si debba guardare avanti con un atteggiamento diverso e propositivo, troppo semplice puntare il dito soltanto sul calo demografico! Piuttosto, pensiamo all’attuale patto per la scuola, esso va assolutamente migliorato, non deve essere considerato come un punto di arrivo ma come un punto di partenza per Cervia, affinché tenga sempre conto delle aspettative e delle esigenze dei nostri alunni e dei nostri figli. Nessuno mai ha affermato che non sia stata rispettata la normativa, ma è la normativa che va cambiata se si vogliono affrontare problemi come la dispersione scolastica o l’inclusione.  Una classe numerosa è una contraddizione in un periodo emergenziale in cui si “predica” il distanziamento per poter garantire la sicurezza. E’ ora di “invertire la rotta”,  basta con le solite frasi del tipo “altri alunni stanno peggio dei nostri”…. ,non ci consola, anzi, ci rende più determinati a continuare la nostra battaglia, affinché possa giovarne ogni studente, dalla scuola dell’Infanzia alla scuola Secondaria”.
Secondo Grandu e Svezia “La scuola e la sanità pubbliche devono essere una priorità, le mettiamo insieme, perché entrambe non danno profitti, ma sono indispensabili per un paese civile, per cui qualsiasi cifra si investa sulla scuola e sulla sanità non sarà mai una perdita, ma un investimento sicuro per l’oggi e per il futuro. Occorrono “investimenti per mettere al centro il benessere complessivo degli alunni”. L’emergenza Coronavirus ha ricordato a tutti la centralità del sistema d’Istruzione. Ma ha anche evidenziato le criticità che la scuola italiana sconta da anni, edilizia scolastica e formazione sono priorità su cui non può più esserci alcuna esitazione. L’emergenza Coronavirus deve diventare, se sfruttata a dovere, la grande occasione per il mondo della scuola italiana di riformarsi profondamente, rifacendosi il look prendendo spunto da necessità contingenti”.
Per questo Grandu e Svezia  chiedono “all’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna, all’Ufficio Scolastico Provinciale e ai Dirigenti Scolastici, di valutare la formazione di classi affinché:
1) venga tutelata la sicurezza di tutti;
2) venga tutelato il lavoro dei docenti;
3) venga garantita una didattica in linea con le esigenze di ogni alunno;
4) venga garantita alle famiglie iscritte presso l’Istituto di riferimento, il rispetto delle scelte effettuate all’atto di iscrizione, qualora l’attuale composizione dell’organico non permetta di garantire la scuola in presenza per tutti/e senza riduzione del tempo scuola prescelto all’iscrizione;
5) vengano mantenuti i gruppi classe, a eccezione delle cosiddette classi “pollaio” che invece devono essere in ogni caso ridimensionate”.

“Auspichiamo quindi il rispetto delle regole e delle norme che contraddistinguono una scuola di QUALITÀ, sperando veramente che non ci siano altri casi nel nostro territorio, l’obiettivo è quello di offrire agli alunni un contesto logistico e formativo sicuro e qualificato” concludono Grandu e Svezia.

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