Il lavoro storico ed educativo del maestro Cesare Tenani presentato alla Ricci Muratori

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Il maestro Cesare Tenani (1919-1992) insegnò per quarant’anni nelle scuole elementari, principalmente alla Mordani di Ravenna, a partire dalla fine degli anni 40 fino ai primi anni 80. La sua figura di educatore e insegnate è legata alla sua creatività e alla innovazione didattica, tanto significativa da essere insignito dell’importante premio nazionale “Al merito educativo” nel 1966 e del diploma di benemerenza con medaglia d’argento conferitogli dal presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, “per l’opera particolarmente zelante ed efficace svolta a favore dell’istruzione elementare e dell’educazione infantile”.

Infatti, si preparava con meticolosità e competenza alle lezioni da proporre ai suoi alunni e in sette raccoglitori il maestro ha organizzato il prezioso materiale da lui scritto e utilizzato in quarant’anni d’insegnamento.

Oggi, la prima parte di quel lavoro è stata raccolta in un volume che sarà presentato lunedì 3 ottobre alle 17,30 nell’aula magna della scuola Ricci Muratori in via Doberdò n.5. Il libro “Ravenna – La storia della mia città dalle origini alla caduta dell’Impero” è curato da Cesira M. Benetti, Laura Molducci e Ombretta Amadei con la collaborazione di Paola Novara ed è pubblicato dalle Edizioni Capit con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.

La presentazione del “quaderno di storia” sarà coordinata dall’assessora all’Infanzia, Livia Molducci, e ci saranno i saluti dell’assessore alla Scuola Fabio Sbaraglia e di Paolo Bernardi, dirigente dell’Ufficio scolastico X – ambito territoriale di Ravenna, a cui seguiranno gli interventi di Laura Molducci, già insegnante e curatrice della pubblicazione, e Paola Novara, curatrice degli aggiornamenti storici. Sarà presente Mauro Brighi in rappresentanza della Fondazione del Monte Ravenna.

Il maestro Tenani era un appassionato di storia e come studioso affrontò in particolare il Risorgimento e le tematiche della trafila garibaldina, producendo alcune pubblicazioni storiche proposte ai ragazzi. Scrisse memorie legate alla Resistenza, cui aveva contribuito, e approfondì la storia della città di Ravenna e delle sue testimonianze storico-artistiche. L’intento del maestro era di appassionare alla storia e in particolare alla storia di Ravenna formando la coscienza di appartenere ad un territorio testimone di antichi fasti, stimolando al contempo la consapevolezza della necessità di un futuro in continuità con il passato.

Il suo desiderio di proporre con i quaderni lo studio della storia di Ravenna nasceva dalla convinzione che è necessario conoscere il passato per vivere più consapevolmente il presente e immaginare il futuro. Inoltre, applicava il metodo attivo e un approccio alla storia che partiva dal vicino per comprendere il lontano, dall’osservazione del documento storico alla riflessione. Cercava di coinvolgere emotivamente gli alunni con la conoscenza concreta degli splendidi monumenti e del patrimonio storico della città, stimolando la curiosità verso l’esterno, il gusto per il bello, l’apprendere guardando.

Elementi già presenti nel bambino, ma che riteneva fondamentale potenziare per una sua crescita armonica e consapevole. Perciò si recava con i ragazzi nei luoghi dove si trovano le testimonianze del passato. Lo studio della storia locale ha il senso di conoscere le proprie radici e a partire da queste, favorire l’apertura verso gli altri per conoscere le altre culture. La conoscenza e lo studio dei monumenti di Ravenna spingono ad oriente, alla sua ricchezza spirituale ed artistica e verso l’Europa.

“Oggi questo messaggio è attuale perché nella scuola e nella società sono presenti ragazzi e ragazze provenienti da altre terre e culture – affermano gli assessori all’Infanzia, Livia Molducci, e alla Scuola, Fabio Sabaraglia -. La storia ravennate ci offre l’occasione di riflettere come nel passato lo scambio culturale e commerciale abbia favorito periodi di convivenza pacifica e di guardare il presente con fiducia e speranza. Proponiamo la documentazione del maestro Tenani nella speranza di una ripresa dello studio della storia di Ravenna con lo spirito della scuola attiva, della quale lui aveva colto il rinnovamento seguendo attentamente l’opera dei suoi colleghi coevi, il maestro Alberto Manzi, il maestro Mario Lodi e il priore di Barbiana don Lorenzo Milani che non possono e non devono essere dimenticati”.

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