I RAGAZZI DI UPPUNTO / La scuola fra educazione e realtà… tutto diventa più interessante guardando i ragazzi che spalano il fango

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La fine di quest’anno scolastico non andrà proprio come ce la immaginavamo fino a poche settimane fa. È successo di nuovo, dopo la pandemia, qualcosa di imprevedibile che ha nuovamente cambiato tutto intorno a noi e dentro di noi. Abbiamo visto la nostra terra e le persone che la abitano piegate da un’alluvione che ha portato via tanto, ma non la voglia di ricostruire, non la voglia di continuare a vivere e condividere. Angoscia e paura, che ci hanno accompagnato per giorni interi, ora si sono trasformate in energia, energia per aiutare chi una casa non ce l’ha più, aiutare chi non ha più un raccolto e chi ha perso un amico o un famigliare. Quello che sta accadendo in queste settimane e che sta colpendo tante persone che vivono in altre regioni è proprio questo spirito di solidarietà, questo senso di comunità che ci unisce e ci contraddistingue. Perché siamo fatti così, ci mettiamo in gioco nonostante tutto e ci diamo forza a vicenda. E quello che sta accadendo ne è prova tangibile.

Dato che tutto intorno a noi, e come dicevamo poco fa, dentro di noi, è cambiato, anche la Scuola Bottega ha dovuto reinventarsi. Quest’anno non ci sarà il solito evento conclusivo di presentazione che vedeva coinvolti tutti i ragazzi delle botteghe, i tutor e i genitori. Si è deciso di agire, di entrare nella realtà e guardarla dritto negli occhi. L’associazione ha quindi voluto coinvolgere i ragazzi e le ragazze nell’attività di volontariato verso chi ha bisogno, non allontanandoli da ciò che li attira e li colpisce, ma aiutandoli a capire cosa li attrae, per poter poi ripartire un’altra volta, insieme.

Il nostro team, quello di UPpunto, non poteva avere maniera migliore per entrare e vivere concretamente l’attualità, che solitamente apprendiamo indirettamente ascoltando altri protagonisti. Questa è una di quelle occasioni in cui possiamo esserlo anche noi, unendoci con enorme grinta alla risposta attiva che tantissimi giovani e non di tutta la Romagna stanno dando di fronte ai disastri provocati dall’alluvione.

Di seguito, la lettera dell’Associazione Amici di Enzo in merito alla Scuola Bottega e il suo ruolo nella realtà che stiamo vivendo.

Un forte abbraccio  da Eleonora, Maria Sole, Martina, Simone

Appunto

 

L’anno scolastico sta per finire travolto da un fiume in piena che ha devastato case, paesi, fabbriche e aziende agricole, portandosi via pure la vita di chi nulla avrebbe immaginato di quello che sarebbe successo. Anche a noi è parso tanto quello che è accaduto superando ogni tentativo di immaginazione da quando è arrivata l’allerta meteo.

La nostra routine quotidiana a scuola ha subito nuovamente un colpo che ci ha risvegliati da un sonno complice costringendoci a guardare la realtà, quella perenne sconosciuta tra i banchi di scuola da far tremare “le vene e i polsi”. Ma di che cosa abbiamo paura? Perché abbiamo paura? Quello che ci manca veramente è il senso stesso di quello che facciamo ogni giorno. Perché se a scuola si va per conoscerla la realtà, allora anche una alluvione di questa portata straordinaria diventa interessante. Se solo guardassimo i nostri ragazzi impareremmo meglio a giudicarli, più ancora che mettendo in atto un diluvio di verifiche e interrogazioni di fine anno come se fosse una fine e non un inizio. Perché di inizio si tratta, anche se anticipato rispetto alle date del Ministero.

Basta guardarli mentre spalano il fango indossando stivaloni che non hanno forse mai visto. E basta ascoltarli per capire quanto siano felici di dare il proprio aiuto in un momento così drammatico. E allora cominciamo da qui: la fine e l’inizio del nuovo anno scolastico. Come affrontare allora i giorni che seguono questa tempesta perfetta, piombata all’improvviso su ultime verifiche e interrogazioni, tenendo dentro la realtà perché solo così li possiamo educare? La scuola infatti deve recuperare soprattutto questa alleanza tra educazione e realtà. Allora tutto diventa più interessante come ci testimoniano i ragazzi che in questi giorni abbiamo visto a spalare il fango.

Per questo il progetto Scuola Bottega vuole terminare questo anno scolastico con un inizio: accompagnare i ragazzi in quello che li colpisce al punto da dedicare tempo e fatica ad aiutare chi ha perso tutto e a liberare le case dalla malta che le ha invase. Non proporremo un evento solito dentro le scuole come ogni anno per far conoscere l’esperienza importante dei ragazzi che hanno partecipato alle varie “Botteghe” per un anno, ma li accompagneremo in un gesto (dal latino “gerere”, cioè portare in grembo) che li aiuti a non uscire dalla realtà che li sta attirando (spalare nel fango), ma andando con loro a capire meglio cosa li colpisce di ciò che accade, perché da lì possiamo ripartire per conoscerli e per educarli a scoprire “la cara e buona imagine paterna di voi quando nel mondo ad ora ad ora m’insegnavate come l’uom s’etterna”!

Se infatti manteniamo questo legame tra educazione e vita i primi a guadagnarci siamo proprio noi che desideriamo una scuola più interessante e più vicina al nostro desiderio. Si ringraziano sentitamente tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione del progetto Scuola Bottega anno scolastico 2022/23.

 

Uppunto

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