“Le cicatrici tra i miei denti”. Intervista a Gianluca Costantini

Un'intervista col prolifico disegnatore ravennate, che ha appena pubblicato un nuovo libro per la casa editrice NDA intitolato "Le cicatrici tra i miei denti", allo stesso tempo antologia poetica e album di ritratti

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Quando arrivo lo studio di Costantini è ancora sottosopra per una la lunga nottata di disegno: Gianluca ha partecipato ad una maratona d’illustrazione per raccontare le elezioni americane. Si è svegliato da poco. Sul suo tavolo si susseguono i visi ormai noti dei due sfidanti, formati da tratti a volte dolci come il sorriso di Hillary, a volte nervosi come i capelli di Trump. 

 

Un’illustrazione su tutte mi colpisce: un foglio bianco, il riporto di Trump a mezz’aria, e poco più in basso una mano inguantata di bianco che mima una pistola. BANG. È lui, il nuovo presidente degli Stati Uniti, abituato a spararle grosse, senza neanche il bisogno di disegnargli una faccia. Un esercizio quasi gestaltico: siamo stati talmente pervasi dalla sua faccia, che ormai la possiamo ricostruire mentalmente.

 

Costantini ha appena pubblicato con la casa editrice riminese NDA un nuovo libro di illustrazioni, Le cicatrici tra i miei denti. Antologia e ritratti di poesia in lotta. Un libro agile e scarno, fatto di volti e parole. Versi che come vespe ronzano attorno al viso dei poeti che li hanno scritti, pronti a pungere e a difendere i loro padri.

 

 

Il libro verrà presentato per la prima volta domani, alle 18:30, alla Libreria Longo. Per l’occasione saranno esposte le tavole originali del libro. Gianluca dialogherà con lo scrittore Tahar Lamri e l’attrice Agata Tomsic di ErosAntEros leggerà alcune delle poesie raccolte nel libro. Ho chiesto qualche delucidazione all’autore.

 

Com’è nato questo libro? Si tratta di un lavoro su commissione o è tutto tuo?

“È un progetto artistico che parte da una mia ispirazione. È nato quasi per caso, da un connubio di parole. C’è questo libro di Nazim Hikmet che s’intitola Poesie di amore e di lotta. Ecco: poesia e lotta. Sono partito da qui. Da sempre la poesia è stata usata anche come un strumento di comunicazione sociale e politica, di lotta personale dell’artista. A questo aspetto ho voluto unirci il disegno. Sono dei ritratti molto semplici, a china su foglio bianco, corredati spesso da brevissimi pezzi di poesia. Ho cercato di non fare ritratti classici, per così dire, provando con pochi tratti a rendere la psicologia del personaggio. Ho cominciato per caso, non ricordo nemmeno con quale ritratto, forse quello di Camus. Poi mi sono fatto prendere, e ho capito che il progetto poteva essere sviluppato ulteriormente. Ne è venuto fuori un flusso di 60 disegni, che mi piace pensare come un unico poema. Vedo questo libro come un tutt’uno, come un’unica grande poesia.”

 

Il tema che collega questi ritratti è la poesia vista come strumento di lotta, come penna della realtà, e non la poesia come sonda, come introspezione. Giusto?

“Sì. Questi poeti hanno vissuto in prima persona quello che hanno scritto. Non sono poeti casalinghi, fuori dal mondo. Sono personaggi che sono stati imprigionati, che hanno lottato attivamente, che hanno combattuto nelle guerre di resistenza o hanno fatto delle lotte politiche personali. Ma a dir la verità ce ne sono anche di più calmi, come Pessoa… E poi c’è qualcuno dei miei amori totali: Rimbaud, ad esempio, un poeta che mi ha cambiato. Sono cosciente che non sia stato un personaggio così attivo socialmente e politicamente, ma la sua rivoluzione l’ha fatta nella poesia, e ha influenzato tutti gli altri. Insomma, siamo tutti concatenati. Da Rimbaud alla Beat Generation.”

 

 

L’impegno politico è un aspetto che tieni molto in considerazione. Basti pensare ai libri che hai realizzato assieme ad Elettra Stamboulis: avete un po’ il pallino di raccontare la vita di personaggi “engagés”, come si diceva una volta.

“Sì, l’impegno politico, di intellettuali e non, è sempre stato un aspetto che ci ha affascinato molto. Di conseguenza questi personaggi sono per noi di grande ispirazione.”

 

 

 

Ti reputi un ottimista o un pessimista in questo frangente? Tu credi che l’espressione poetica possa davvero influire sulla realtà?

“Sì, lo credo. In alcuni paesi la poesia è tutto. In Medio Oriente la poesia viene prima di qualsiasi altra cosa, ha un ruolo importantissimo. Basti pensare che perfino l’ISIS ne fa uso. C’è questa poetessa di cui ho scritto la storia, Ahlam al-Nasr, che è tenuta in grandissimo conto tra i jihadisti e che viene letta in continuazione. Oppure in Qatar: ogni anno c’è un concorso di poesia che economicamente frutta molto di più del Nobel. E poi, nella guerra, nella lotta, nella resistenza, la poesia è la voce che ti carica, più delle canzoni.”

 

Secondo te in Occidente c’è ancora questa rilevanza della poesia?

“Non saprei… Credo di sì. Ma è più complesso spiegare come. Nel libro, ad esempio, ho inserito dei poeti viventi. Anche di ideologie totalmente opposte alla mia. C’è Michel Houllebecq, ad esempio. L’ideologia non è stato un criterio di selezione importante: sappiamo bene che Mishima non era certo un sinistrorso, eppure si è guadagnato la copertina.”

 

 

 

Tutti i poeti che disegni sono circondati dalle loro parole. Tranne Pasolini. Pasolini è muto! Eri stufo di PPP?

“Anche, ne abbiamo parlato abbastanza! (ride). Ma è il suo libro a parlare. Tiene in mano Le ceneri di Gramsci. È come se fossero in due in una sola illustrazione, lui e Gramsci.”

 

 

 

A quali case editrici l’hai proposto?

“L’ho proposto alle mie case editrici di riferimento, ma essendo un lavoro più artistico che narrativo non se la sono sentite di pubblicarlo. E lo capisco perfettamente, nella loro ottica editoriale: per loro sarebbe stato difficile giustificare questo libro. Senza contare che c’era anche un problema sui diritti delle poesie… Nonostante sia un’editoria che non vende quasi nulla, tutto ciò che è tradotto e pubblicato può implicare tantissime magagne di copyright, anche solo per usare qualche stralcio di verso. Io ho sempre citato tutti, speriamo bene! Alla fine ho trovato una casa editrice riminese, la NDA, disposta a pubblicarlo: si tratta di una casa di distribuzione indipendente che è stata recentemente rilevata da un’agenzia, NFL, e sta ricominciando a vivere. Questo è il primo libro di disegno che pubblica.”

 

 

A cura di Iacopo Gardelli

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