Allevamenti intensivi di vongole nei fiumi ravennati? Slow Food: “Ne metterebbero in crisi l’habitat naturale”

“Riguardo agli articoli usciti sui giornali locali dove si comunica l’autorizzazione della Regione ad una cooperativa di Comacchio per predisporre un allevamento intensivo di vongole veraci in un tratto del fiume Reno in provincia di Ravenna ed una seconda concessione è pronta per essere rilasciata per il Lamone – scrive Mauro Zanarini, Responsabile Pesca e Ambiente Slow Food Ravenna – come associazione non ci compete interferire sulle scelta degli amministratori nel concedere una concessione, ma dare dei suggerimenti è nostro compito.”

Secondo Zanarini “La scelta di un allevamento intensivo è superata, metterebbe in crisi l’habitat naturale della vongola determinandone la scomparsa per intere stagioni di pesca. Lo dimostrano le realtà di Comacchio e Goro dove la pesca intensiva con turbosoffianti ha distrutto tutto i fondali lasciando senza prodotto da pescare. Inoltre la pesca intensiva sotto un punto di vista etico e commerciale è controproducente. Il consumatore si sta rivolgendo sempre  più verso merci sostenibili e di stagione e i prodotti non sostenibili non avranno grande futuro sul mercato”.

“La pandemia – dichiara – ha accelerato questo processo, le politiche della comunità europea vanno in questa direzione, una svolta green con il Recovery Fund per allevamenti estensivi e non intensivi, per un ambiente pulito. L’opinione pubblica è molto sensibile sullo stato critico dell’ambiente, evidenziando il profondo legame che lega la nostra vita quotidiana e si aspetta azioni per proteggere e utilizzare le risorse in modo sostenibile. E’ il territorio a ricevere i migliori benefici da questa attività, sia dal punto di vista occupazionale ed economico, che ambientale. Una delle sfide è proprio quella di rafforzare e valorizzare l’associazione tra territorio e prodotto così da creare eccellenze alimentari regionali riconosciute ed apprezzate dai consumatori”.

Per Zanarini  “La valorizzazione della piccola pesca, che nasce con l’obbiettivo di sensibilizzare gli operatori locali sui temi della pesca sostenibile, della valorizzazione delle risorse storiche e ambientali, e del turismo responsabile, in pieno stile slow. Tutti strumenti che prevedono una selezione attenta del pescato, lasciando il novellame alla sua naturale evoluzione, pescando una giusta quantità di prodotto, senza distruggere i fondali”.

“Nelle pialasse ravennati la pesca della vongola, grazie all’uso civico di pesca che vieta le turbo soffianti, permesse invece in tutte le altre zone della Regione, viene ancora oggi praticata unicamente con rastrelli da natante o direttamente a mano che preserva una metodologia di pesca antica e sostenibile, che salvaguardia il territorio, proteggendolo da uno sfruttamento eccessivo. É una pesca artigianale e spesso solitaria che necessita di licenze professionali di pesca e con pescatori locali riuniti nella cooperativa di piccola pesca della zona” spiega Zanarini.

“Quindi – avanza – bene per la concessione che preveda però un allevamento estensivo e si sviluppi in un progetto più ampio che raggruppi tutti i soggetti interessati e dia delle regole certe. Slow Food sta lavorando per realizzare una Comunità Slow Food della pesca locale e il Presidio Slow Food della Vongola Verace Nostrana.  Nella prossima edizione di Slow Fish, che si terrà a Genova dal 27 al 30 maggio 2021 vorremmo presentare la Comunità della Pesca già concretizzata e l’inizio del progetto per il Presidio della vongola. Sarà un’occasione per presentarci a tutto il mondo.”

“Slow Fish è il Salone della Pesca Sostenibile a cadenza biennale, organizzato dalla Regione Liguria e da Slow Food. E’ l’evento Italiano più importante sulla pesca e tra i primi in Europa. Il salone parlerà del mondo ittico e delle sue problematiche attraverso una serie di eventi come incontri, convegni, laboratori e degustazioni. A Genova Slow Food ha invitato da tutto il  mondo scienziati, pescatori, cuochi, rappresentanti delle istituzioni e delegati della rete di Terra Madre per affrontare le problematiche degli ambienti marini e della pesca” conclude Zanarini.

Commenti

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  1. Scritto da Alan

    Si buttano soldi dei contribuenti in anacronistici ripopolamenti di storioni fantasma, la valle Baiona razziata giorno e notte….l unico anno che dragarono un po’ il fondale della valle , il 2003 se ricordo bene, mai visto tanto pesce come quell anno.
    Basta cavare i primi 20 cm di fondale, stracolmo di metalli pesanti ed ogni schifezza possibile…arrivata chissà come…..
    Altro che multare se uno accende il camino.
    Spendete i soldi per cavare 20 cm di fondale, arriveranno fauna ittica e non solo, non ci vuole Einstein.