Visita guidata ai luoghi della Memoria con la Pro Loco di Faenza

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Sono otto le “tappe della Memoria” individuate a Faenza dalla Pro Loco, tappe che in buona parte saranno oggetto della visita guidata “Per non dimenticare” sabato 27 gennaio alle 15. L’esordio è fulminante, con il grande piatto in ceramica prestato dal Liceo Ballardini-Torricelli e già esposto in questi giorni proprio nella vetrina della stessa Pro Loco. Si tratta del saggio di fine-corso eseguito nel 1937, a Faenza, dal giovane studente ebreo tedesco Werner Jacobson.

In realtà questa è una copia fedele e di alta qualità, realizzata nel 2010 da una fotografia che il vice-direttore dell’istituto, Giuseppe Liverani, aveva fatto scattare prima della distruzione del manufatto, ritenuto compromettente (per la scuola e per lo stesso studente) visti i chiari riferimenti politici e identitari dell’apparato decorativo, tutto ispirato alla tradizione ebraica. Oggi si sa – grazie alle ricerche di Cesare Finzi, purtroppo recentemente scomparso – che Jacobson rimase a Faenza almeno fino al 1940 e che riuscì poi a fuggire prima in Palestina ed infine a New York ove avviò una produzione di ceramica. La successiva scoperta nei depositi del Mic di sei maioliche da lui donate e inviate per posta nel 1981 senza alcuna spiegazione fa pensare ad una sorta di ringraziamento verso la città che in qualche modo deve averlo protetto: dalla cartellina dell’archivio della scuola, oltre alla foto, è infatti emerso un carteggio in cui il direttore Gaetano Ballardini risponde evasivamente alle richieste del Commissariato di Polizia ai sensi delle leggi razziali del 1938 e non rivela l’indirizzo dello studente che pure doveva essergli noto.

Il piatto è magnifico e decorato secondo la tipologia faentina della “zaffera in rilievo” ma con i simboli dell’ebraismo (Tavole della Legge, iniziali dei Dieci Comandamenti, Stella di Davide, candelabri a sette braccia e soprattutto una scritta riportante l’Inno della Speranza divenuto dopo il 1948 Inno di Israele); Liverani si fece tradurre la scritta e riportò diligentemente tutto nella cartellina poi nascosta in archivio.

Le altre tappe riguarderanno: il Monastero di Santa Chiara con la pietra di inciampo e tutti gli effetti personali di Amalia Fleischer, avvocatessa viennese insegnante di lingue nel monastero, arrestata nel dicembre 1944 e partita da Milano sul famigerato treno del 30 gennaio 1945 – lo stesso di Liliana Segre – per Auschwitz (ove giunse morta o dove fu uccisa all’arrivo dopo ben sette giorni di viaggio al freddo e senza cibo); il Tempietto della Memoria sul lungofiume, restaurato nel 2002 a cura degli studenti del “Ballardini” e recante i nomi dei lager europei e tutti i simboli dei detenuti dei lager; il vicino Ponte della Memoria eretto dalla Brigata Ebraica in meno di tre mesi dal febbraio ai primi di aprile 1945; infine il Museo Argylls Romagna di via Castellani che conserva un’intera sezione dedicata alla Shoah con reperti evocativi e tre preziosi originali dell’epoca.

Ritrovo: Pro Loco, Voltone Molinella.
Partecipazione gratuita.

Per informazioni e prenotazioni:
PRO LOCO FAENZA Voltone Molinella 2  – tel. 0546 25231.
info@prolocofaenza.it  – www.prolocofaenza.it.

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