PIL: cala solo in agricoltura con deflazione devastante. L’analisi di Coldiretti Ravenna

Pederzoli: “serve netto cambio di rotta se vogliamo che le campagne nel 2017 tornino a respirare con una giusta redditivita’, ma accordo col Canada non fa ci fa certo ben sperare”

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L’agricoltura è l’unico settore a fare registrare un calo del valore aggiunto a causa della deflazione che ha avuto effetti devastanti nelle campagne dove i prezzi riconosciuti agli agricoltori sono crollati mediamente del 5,2% nel 2016 e in alcuni casi, come per il grano, non coprono neanche i costi di produzione. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti divulgata in occasione della diffusione dei dati Istat sul Pil dai quali si evidenzia che l’agricoltura con un -0,7% è il settore che fa registrare il calo più elevato del valore aggiunto nel 2016.

 

A pesare è stato l’andamento dei prezzi pagati agli agricoltori che si sono ridotti del 3,1% negli allevamenti e del 6,7% per le produzioni vegetali con punte del -11,6% dei prezzi dei cereali nella media annua secondo Ismea.

 

“Il problema – afferma il Presidente Coldiretti Ravenna Massimiliano Pederzoli – è che nonostante il crollo dei prezzi dei prodotti agricoli in campagna, sugli scaffali i prezzi dei beni alimentari sono rimasti praticamente stabili anche per effetto delle speculazioni e delle distorsioni di filiera nel passaggio dal campo alla tavola. A incidere – continua il Presidente – è anche il flusso delle importazioni selvagge che fanno concorrenza sleale alla produzione nazionale perché quanto entra in Italia viene spacciato come Made in Italy e questo per la mancanza di indicazione chiara sull’origine in etichetta, anche se per il 2017 sono attese importanti novità per il latte, i formaggi e la pasta”.

 

La deflazione è strettamente collegata con la stagnazione dei consumi con il 2016 che si chiude con il segno meno per la spesa alimentare domestica delle famiglie, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ismea. Si stima una riduzione degli acquisti di cibo e bevande dello 0,5% rispetto al 2015 frutto di dinamiche eterogenee tra i diversi comparti, tra cui si segnalano cali, anche di una certa intensità, per le carni fresche (-5%), i formaggi (-6%) e i salumi da banco (-10%), solo in parte compensati da un incremento degli acquisti di prodotti ittici (+2,5%) e della frutta (+2%).

 

“Il nostro auspicio – afferma Pederzoli – è che il 2017 si riveli l’anno della riscossa per le nostre campagne con un ritorno alla giusta redditività riconosciuta ai nostri produttori, certo è che questo inizio d’anno caratterizzato dallo scellerato accordo europeo col Canada non ci fa ben sperare. Se vogliamo veramente tutelare le nostre produzioni di qualità – conclude – serve un netto cambio di passo, a partire dalle politiche commerciali transnazionali”.

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