Ravenna raccontata oggi dal Corriere del Sera: l’energia tranquilla fra clichés e innovazione

Domani al Teatro Alighieri il road-show del quotidiano nazionale, che festeggia la tappa romagnola con un inserto di 20 pagine sulla nostra città

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“Energia tranquilla”: così il Corriere della Sera di Luciano Fontana qualifica la città di Ravenna. Quasi un ossimoro; un accostamento che rispecchia un po’ quella sorpresa tipica del visitatore della capitale che, arrivato in piazza, si accorge che anche in provincia qualcosa si muove.

 

Si muove, sì; ma tranquillamente, appunto. Evidentemente il genius loci di Ravenna non ha ancora abbandonato le sue mura: silenzio, riservatezza, quiete bizantina.

 

Nelle venti pagine dell’inserto “Il Bello dell’Italia”, nate per festeggiare la tappa ravennate del road-show ideato dal Corriere, si raccontano gli aspetti più diversi della città, interrogando i protagonisti della nostra vita culturale, raccontando i luoghi più conosciuti, non disdegnando curiosità storiche e una collezione di versi e citazioni sulla città, da Hesse a Eliot.

 

Si parte naturalmente col patron Riccardo Muti, in una sorta di introduzione allo spirito della città tra clichés e riflessioni personali: la città di volta in volta è suo “rifugio silenzioso” tra una tournée e l’altra; “cura per la nostalgia del sud”; “città sanguigna” e allo stesso tempo pacata; culla di una cucina fantastica, della schiettezza del Passator Cortese e della bellezza della Teresa Guiccioli. 

 

Il fascicolo continua con un appassionato articolo del ravennate Flavio Caroli, critico d’arte famoso per le sue apparizioni televisive da Fabio Fazio, a Che tempo che fa. Caroli racconta l’anima “isolazionista” di Ravenna, con una storia così diversa rispetto alle città limitrofe. Con una bella espressione, Caroli parla di una città “sottilmente superba”. Poi, con un pizzico di sana vanità, racconta delle sue cene annuali “Al Gallo”, assieme allo scrittore Eugenio Baroncelli, il massone Gustavo Raffi e il decano della cultura ravennate Mario Salvagiani. 

 

Una pagina è dedicata all’Inferno di Marco Martinelli ed Ermanna Montanari, di cui abbiamo già parlato qui. Dall’altro lato del giornale, una lunga intervista a Mannarino, che sovrasta un trafiletto su una band locale, i Doormen, brit-pop bizantino firmato Luca Malatesta, Vincenzo Baruzzi, Tommaso Ciuoffo e Andrea Allodoli, che scrutano severi i lettori in una foto in bianco e nero.

 

Non poteva mancare il personaggio della cultura locale, l’artista Marcello Landi, che ritorna sui mosaici e rilancia l’anima muliebre della città: “Ravenna è una città femminile”, ricordando Teodora, Francesca da Polenta e Teresa Guiccioli, suggerendo al turista di fermarsi più di un giorno. A questo proposito, Andrea Rinaldi firma un articolo proprio sui dati turistici della città, intervistando l’assessore Costantini. Si citano dati confortanti su presenze e introiti turistici, e si rilancia l’idea di un turismo esperienziale. Un esempio? Il silent party a Palazzo Rasponi.

Subito sotto, un panegirico al distretto oil&gas, “motore economico dell’economia ravennate che dà occupazione a quasi 5000 addetti”.

 

Quindi si procede con un interessante articolo firmato da Francesca Taroni sul Museo del design di Raffaello Biagetti, sulla cui collezione, è scritto, “in questi mesi è in atto una trattativa per una prestigiosa collocazione”.

Di seguito un pezzo sulle nuove start-up, parlando della promettente iniziativa GetCoo, ideata da Stefano Berti, un’applicazione che rende la vita del turista più facile, eliminando il bisogno di guide turistiche e sostituendole con lo smart-phone; e di Studiomapp, iniziativa di Leonardo Dal Zovo e Angela Corbari, un algoritmo in grado di misurare la qualità della vita di una determinata area geografica.

 

Si passa quindi all’intervista con l’amministratore delegato della Micoperi, Silvio Bartolotti. L’azienda è stata protagonista nel 2014 dello spettacolare recupero della Costa Concordia, seguito si potrebbe dire in mondovisione.

 

Ultime pagine dedicate sia all’enogastronomia, con l’intervista a Erica Liverani, campionessa di Masterchef nel 2016, che all’ambiente, con un articolo sui lidi ravennati – caratterizzati da “uno stile di vita californiano e rilassato” – e un interessante fondo di Giosué Boetto Cohen, che parla dello storico taglio di Porto Viro compiuto dai veneziani dal 1600 al 1604, un capolavoro dell’idraulica che ha cambiato le sorti delle città emiliane e romagnole.

 

Nonostante la gradevolezza dell’inserto, c’è lo spazio per qualche perplessità: come spiegarsi, dal momento che praticamente ogni articolo cita il mosaico, lo splendore e la luce degli 8 patrimoni Unesco, la mancanza di un ritratto o di un trafiletto sull’Accademia di Belle Arti di Ravenna, ovvero l’unica istituzione superiore dedicata appunto all’insegnamento della tecnica del mosaico? Certo la colpa non può essere dei giornalisti del Corriere, ma di quell’inspiegabile e ormai patologica sottoesposizione mediatica che caratterizza la nostra Accademia, forse sanabile ormai soltanto con un intervento politico. 

 

A cura di I. G.

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